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l'universo parallelo

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    cattleja
    Post: 810
    Registrato il: 28/09/2006
    Utente Senior
    00 05/06/2007 10:49
    Qualcuno ha letto qualcosa su questo argomento?
    sto scrivendo un racconto lungo - non di fantascienza, ma con risvolti metafisici - c'è qualcuno che ne sa anche qualche nozioncina piccola piccola? mi basta anche una leggenda metropolitana.
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    ciumeo
    Post: 123
    Registrato il: 20/02/2007
    Utente Junior
    00 05/06/2007 11:55
    L'argomento è di una vastità tale che non saprei da dove cominciare. Ci sono approcci differenti alla questione: filosofici, scientifici, religiosi, fantascientifici...giusto ieri però mi è capitato di guardare un docu-film sull'argomento. Si intitola "What the bleep do we know" ed è un mescolone abbastanza ridicolo sotto certi aspetti (la meccanica quantistica e i suoi effetti sono presentati in modo superficiale, anche se ovviamente è rivolto a un pubblico "inesperto), ma è ricco di spunti a riguardo. Io personalmente sono appassionato al lato fisico della cosa e posso giusto consigliarti di leggere qualche libro divulgativo a riguardo (sulle superstringhe e teoria M puoi eggere qualcosa di Brian Green, come "L'universo elegante" - da cui è anche tratto un documentario omonimo - , che tratta anche della quantistica), probabilmente anche Hawking offre un sacco di spunti ma non ho letto nulla di suo.
    Probabilmente l'approccio più semplice al tema passa appunto per la fisica quantistica, che fornisce una lunga serie di spunti e riflessioni, tenendo però presente che ciò che afferma la quantistica è vero (e strabiliante) per le particelle subatomiche, non certo per un essere umano (anche se le implicazioni sono molte). E tenendo presente che questo è comunque un approccio piuttosto "comune" oggigiorno, e si rischia di dire qualche fesseria (la materia è davvero complessa) o di essere banali se ci si ferma ala superficie.
    ..spero di averti dato qualche idea....
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    ciumeo
    Post: 124
    Registrato il: 20/02/2007
    Utente Junior
    00 05/06/2007 12:10
    Dimenticavo la leggenda metropolitana...non ne conosco. Però un esempio classico potrebbe passare attraverso i buchi neri: il centro di un buco nero è un luogo in cui non si possono applicare le leggi della quantistica a causa della forza di gravità (che la quantistica non considera), così come non si possono applicare le leggi della relatività (che alla scala in esame, il raggio di Schwarzschild se non ricordo male ma insomma una dimensione troppo piccola, perde significato). Al di là delle previsioni che si sono fatte, un'interpretazione nota vuole che tutto ciò che precipita oltre il cosiddetto "orizzonte degli eventi" (una linea al di là della quale nessuna informazione/forma di energia/materia può tornare indietro) possa ritrovarsi a uscire in una regione dell'universo analoga a un buco nero, ma speculare (immagina due imbuti attaccati per il tubicino). In sostanza ciò che precipita in un buco nero (ti garantisco che non sarebbe un'esperienza piacevole) potrebbe, almeno in linea teorica, continuare ad esistere in una regione dello spazio tempo diversa, appunto un'altra area dell'universo. Non è un vero e proprio "universo parallelo" (defiizione che è più spesso associata alla "teoria dei molti mondi" che origina dalla quantistica) ma è abbastanza comprensibile come immagine mentale. Visto che ci sono approfondisco così vedo cosa mi ricordo..
    Per quanto concerne "la teoria dei molti mondi", l'idea è che le particelle subatomiche sottostanno a una legge alquanto curiosa, o meglio a un principio (principio di indeterminazione) secondo cui è impossibile conoscere simultaneamente posizione e velocità di una particella. Questo, fa sì che nel determinare queste grandezze si ricorra a delle funzioni di probabilità: oi possiamo sapere in quale regione dello spazio è massima la probabilità di trovare la particella, ma non abbiamo modo di tabilirlo con certezza se non ricorrendo a un'osservazione "diretta". L'osservazione diretta fa si che le funzioni di probabilità "collassino": è un o' come se a occhi chiusi il tavolo che hai davanti potesse essere ovunque, e sai che è lì slo quando lo osservi (sembra una cosa stupida in questi termini, ma non le è affatto). Da qua consegue che fino a che non avvenuta l'osservazione, esistono tutte le configurazioni possibili (potenzialmente) che rappresentano appunto i "molti mondi". Esplicativo è l'esempio famoso del gatto condannato a morte (che copio e incollo da un sito a caso): finchè il comportamento di una particella è ignoto, tutto quello che essa può fare è autorizzata a farlo simultaneamente. Ogni possibilità è chiamata stato e poichè una particella può realizzare più stati si dice che essa si trova in una sovrapposizione di stati. Per meglio chiarire questo concetto, il grande fisico Erwin Schrödinger ha escogitato il seguente esempio, detto del gatto di Schrödinger. Immaginiamo di collocare un gatto in una scatola. Due stati sono possibili: il gatto è vivo o morto. Quando mettiamo il gatto nella scatola vediamo che è vivo, quindi non ci troviamo in una sovrapposizione di stati. Mettiamo assieme al gatto anche una fiala di cianuro nella scatola e chiudiamola. Ci troviamo così in uno stato di ignoranza poichè non sappiamo se il gatto ha urtato la fiala, rompendola, e quindi sia morto oppure se sia ancora in vita: dal punto di vista classico ci sentiremmo di dire che il gatto si trova in uno stato ben preciso, o vivo o morto, anche se non sappiamo quale, mentre dal punto di vista quantistico il gatto si trova in una sovrapposizione di stati, sia vivo che morto. L'incertezza permane solo nel periodo in cui l'oggetto è perso di vista; aprendo la scatola possiamo controllare lo stato del gatto: l'osservazione costringe l'oggetto in un unico stato.

    ..come vedi il tema è inesauribile......
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    cattleja
    Post: 812
    Registrato il: 28/09/2006
    Utente Senior
    00 05/06/2007 12:35
    Grazie, Ciumy, per le idee, anche se dovrò studiarmele con calma. Sono pensieri vertiginosi e a pensarci mi gira la testa. Però ci sono buoni spunti.
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    cattleja
    Post: 813
    Registrato il: 28/09/2006
    Utente Senior
    00 05/06/2007 12:40
    Comunque la mia idea di partenza sarebbe quella di far scaturire un universo parallelo - che diventa tangibile - da una mente schizoide. Come se la schizofrenia in certi casi fosse capace di dar vita ad un mondo sdoppiato che finisce per diventare vero. Non so se ho reso l'idea.
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    ciumeo
    Post: 125
    Registrato il: 20/02/2007
    Utente Junior
    00 05/06/2007 12:51
    Hai reso l'idea. In questo senso anzi, l'idea dei "molti mondi" ha molto a che fare col determinismo della fisica classica e l'indeterminazione della quantistica: si parla di libero arbitrio e percezione della realtà, della capacità di una scelta di influenzare l'ambiente e il futuro, dell'esistenza o meno di un destino preordinato o di "passaggi chiave" ineludibili. E si parla di mente e processi cognitivi, della percezione stessa del tempo e della strana relazione tra fisica e tempo: la fisica odierna non distingue un tempo passato e uno futuro, è in grado di fare previsioni accurate laddove l'uomo ha certezza solo del passato e del presente. Sulla "freccia del tempo" ho letto un bel libro (purtroppo piuttosto complesso) di Ilya Prigogine, che consiglio a quanti volessero approfondire.
    Uno schizofrenico vive davvero in due universi distinti, nella misura in cui percepisce due diverse realtà a seconda della personalità che agisce. Quale dei due è la "vera realtà"? Al di là della solidità degli oggetti e dei principi fisici di base, la percezione della realtà (e tutto il campo emotivo e inconscio) è strettamente collegata all'osservatore (in questo caso lo schizofrenico) e poco contano le percezioni altrui: un mondo parallelo rispetta le medesime leggi fisiche (anche se in realtà non avendo una teoria unificata non possiamo affermare nemmeno che le nostre leggi fisiche siano valide in ogni regione del cosmo, vedi il centro di un buco nero in cui regna l'ignoto, al momento): una mela cadrà sempre dall'albero, ma l'universo alternativo è diverso nel senso che la mela può cadere o può rimanere attaccata, e senza un osservatore tutto resta "potenziale" e altrettanto plausibile. Quando un osservatore "vede" la mela a terra, stabilisce quella realtà e la fa propria: poi va da un amico e gli dice: guarda, la mela è i terra. E' l'osservazione primaria stessa che ha forgiato la realtà, se riesci a seguirmi e ci metti un po' di fantasia, è come se il primo osservatore stabilisse anche la realtà degli altri soggetti. Nel caso della mela la questione è piuttosto triviale e fine a sé stessa, ma non ci si limita a osservazioi fisiche: idee, teorie e concetti diventano "reali" nel momento in cui vengono concepite (reali non in senso "fisico", ovviamente): quanti più si convincono che l'idea è giusta (nel caso della mela, tutti concordano immediatamente che è caduta a terra) quanto più essa è "reale".
    Non so se tutto ciò abbia senso, ma lo trovo affascinante :)

    [Modificato da ciumeo 05/06/2007 12.56]

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    esteriade
    Post: 2.065
    Registrato il: 22/11/2005
    Utente Veteran
    00 05/06/2007 13:25
    Se ho capito bene quello che ha detto Ciumeo, sono d'accordo con lui: se il tuo presupposto è una schizofrenia, perché hai bisogno della metafisica?
    L'universo parallelo schizoide è parallelo ma fatto di cose fisiche, più che metafisiche.
    A meno che la tua idea non sia più complessa di quello che ho pensato io e allora ti chiedo venia per l'intrusione (ché la metafisica mi fa paura e quindi non so darti nessun consiglio. Se vuoi posso chiedere lumi al fisico-man che mi gira per casa [SM=g27828] , ma lui è fisico per intero [SM=g27828] - battuta cretina [SM=g27819] )
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    cattleja
    Post: 814
    Registrato il: 28/09/2006
    Utente Senior
    00 05/06/2007 13:34
    Grazie, Mari!
    chiedi a chi ti capita, perchè mia intenzione è studiare l'argomento da più angolazioni possibili, antropologica, fisica, biologica, religiosa, etc. etc.
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    esteriade
    Post: 2.068
    Registrato il: 22/11/2005
    Utente Veteran
    00 05/06/2007 23:22
    Intanto ti segnalo questo (il consiglio non è mio direttamente, ma dello scienziato di casa):



    Perché l’universo si dà la pena di esistere? Se riusciremo a trovare la risposta a questa domanda, decreteremo il trionfo definitivo della ragione umana: giacché allora conosceremmo la mente di Dio.
    Stephen W. Hawking

    Da dove ebbe origine l’universo? Come e perché ebbe inizio? Avrà mai fine e in tal caso come? Smetterà di espandersi e comincerà a contrarsi oppure si espanderà per sempre? Con questi quesiti Stephen Hawking, forse il più grande scienziato contemporaneo, ci guida in una straordinaria avventura attraverso l’infinitamente piccolo della meccanica quantistica e l’infinitamente grande della teoria generale della relatività. Spazio e tempo, l’espansione dell’universo, il principio di indeterminazione, le particelle elementari, i buchi neri, la freccia del tempo, l’unificazione della fisica sono le tappe di questo viaggio appassionante, accessibile anche ai non specialisti. Un best seller internazionale alle frontiere della fisica, dell’astronomia e della cosmologia.


    Stephen W. Hawking (Oxford 1942) è titolare della cattedra lucasiana di matematica a Cambridge (la stessa che fu di Newton). Noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri, è uno degli astrofisica più autorevoli del nostro tempo. Per Rizzoli ha pubblicato Buchi neri e universi neonati (1993), La teoria del tutto (2003) e, insieme a Roger Penrose, La natura dello spazio e del tempo (2002).


    In generale mi viene detto di suggerirti di leggere materiale relativo alla storia della fisica (e ci avrei giurato) e cercare testi di filosofia contemporanea (ché come ti diceva anche Ciumeo, la fisica quantistica ha condizionato parecchio anche le novelle speculazioni filosofiche).

    A me è venuto in mente che Houellebecq è un autore che è stato da molta critica avvicinato alla metafisica. Io ne ho letto Le particelle elementari e Piattaforma. Forse potrebbero darti una qualche idea (soprattutto il primo)
  • signorMessico
    00 04/06/2010 06:47
    Se può ancora interessare ti consiglio la lettura di questo testo
    La filosofia dei viaggi nel tempo di Robeta Sparrow. Un libretto creato dagli autori di Donnie Darko, su cui si basa l'intera trama del film.
  • G.Dp
    00 15/08/2011 23:15
    Re:
    [POSTQUOTE][QUOTE:63871696=cattleja, 05/06/2007 12.40]Comunque la mia idea di partenza sarebbe quella di far scaturire un universo parallelo - che diventa tangibile - da una mente schizoide. Come se la schizofrenia in certi casi fosse capace di dar vita ad un mondo sdoppiato che finisce per diventare vero. Non so se ho reso l'idea.[/QUOTE][/POSTQUOTE]


    Mi pare sia già sta usata una simile trama...non che sia da scartare,anzi è gravida di possibilità,finchè non si finisce nel banale.
    Non vorrei ignorare i consigli riguardo il documentarsi ma...essendo la teoria dei mondi paralleli molto controversa,e non esattamente plausibile,io penso che la ricetta ideale sia dar sfogo alla tua fantasia ignorando qualsiasi altra nozione,in fondo a meno che tu non voglia scrivere un trattato "serio" sull'argomento,puoi pure farlo iniziare con un "banale" protagonista che finisce nella testa del pazzo di turno,come se ne fosse ipnotizzato,per poi scoprire un mondo fantastico,bizzarro o schizzofrenico più reale del mondo nostrano.
    Non so,io un libro con queste premesse lo leggerei più volentieri di uno che si "vanta" di avere basi scientifiche.
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    cattleja
    Post: 3.299
    Registrato il: 28/09/2006
    Utente Master
    00 16/08/2011 10:21
    Re: Re:
    G.Dp, 15/08/2011 23.15:




    Mi pare sia già sta usata una simile trama...non che sia da scartare,anzi è gravida di possibilità,finchè non si finisce nel banale.
    Non vorrei ignorare i consigli riguardo il documentarsi ma...essendo la teoria dei mondi paralleli molto controversa,e non esattamente plausibile,io penso che la ricetta ideale sia dar sfogo alla tua fantasia ignorando qualsiasi altra nozione,in fondo a meno che tu non voglia scrivere un trattato "serio" sull'argomento,puoi pure farlo iniziare con un "banale" protagonista che finisce nella testa del pazzo di turno,come se ne fosse ipnotizzato,per poi scoprire un mondo fantastico,bizzarro o schizzofrenico più reale del mondo nostrano.
    Non so,io un libro con queste premesse lo leggerei più volentieri di uno che si "vanta" di avere basi scientifiche.




    Lo so che esiste una fiorente letteratura in materia, L'esorcista - il romanzo - resta fino all'ultimo nell'incertezza che la bambina posseduta sia in realtà schizofrenica, è quello il suo punto di forza. Molti altri romanzi giocano proprio su questa dualità e non la sciolgono mai del tutto
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