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Autore

La realtà del teatro

Ultimo Aggiornamento: 06/06/2006 15:22
01/06/2006 09:38
lo spettatore (da piccolo me lo dicevano sempre mai dare conto agli sconosciuti)
Era una notte buia e tempestosa ... anzi per niente era un pomeriggio freddo si, ma luminoso e sereno, il mattino ero stato un’ora al telefono con la ragazza più bella del mondo, (sono sempre così quando non te la danno), Francesca, l’avevo conosciuta un mese prima ad una assemblea sindacale, lei scriveva fitto fitto ad ogni intervento ed io mi ero perso nei suoi occhi azzurri, per quello non avevo capito niente delle discussioni precedenti e quando tocco a me, improvvisai, andò bene ma lei a parte il mio nome non scrisse una parola, alla fine dell’assemblea mi avvicinai girai il suo blocco notes e accanto al mio nome scrissi il mio numero di cellulare.
Mi chiamò l’indomani, da allora ci sentivamo praticamente ad ogni ora del giorno e della notte, pranzavamo insieme ma quando gli proponevo di uscire la sera aveva sempre una scusa pronta per rifiutare. Non ho mai capito niente di donne ... le mie intenzioni erano state chiare fin dall’inizio e questo suo comportamento mi aveva confuso ancora di più, ero proprio innamorato perso.
Finalmente quel giorno aveva accettato di uscire la sera con me ... il teatro, Paolo Poli, e vai!!
Passai a prenderla alle 19,00, lo spettacolo era alle 21,00, ovviamente non era pronta e dovetti aspettarla un’ora buona in auto ... ma ero troppo felice e il tempo volò. L’auto era abbastanza inutile
visto che il teatro non era lontano ma io già pensavo al dopo teatro e non volevo lasciare niente al caso. Arrivammo subito e dopo una breve coda entrammo in sala, non c’era molta gente, davanti a noi tre ragazze chiacchieravano animatamente, sentivo che parlavano di un ragazzo che interessava ad una di loro, la brunetta, questa teneva il suo cellulare in mano e con una velocità spettacolare mandava sms e ne riceveva subito la risposta, aveva gli occhi lucidi e commentava con le altre ...
Io parlavo piano avvicinandomi a lei,
- lo spegneranno questo cellulare, spero?
- stai tranquillo, sicuramente lo faranno.
Sentivo il suo respiro e avevo una voglia pazza di baciarla ... il cellulare non fu spento ma messo silenzioso e ad ogni sms si illuminava, mentre lo spettacolo cominciava.
Madre Pilar, (Poli) cominciava il suo racconto, il Ponte che crolla e cinque vite vengono stroncate sotto le macerie, ricorda la ricca signora tradita e alcolista, la sua sfortunata damigella, l’attore ormai vecchio che aveva le passione per la commedia con il suo allievo e l’orfano che si accingeva a partire con la speranza di una vita migliore, vivono la loro tormentata vita attraverso le azioni dell’eclettico Poli, maestro nei travestimenti.
Lei era attenta, la luce del palcoscenico illuminava il suo volto era proprio splendida, ogni mio pensiero era per lei. Il cellulare della brunetta continuava a lampeggiare.
Ma quando vengono stroncate delle vite in modo violento Dio chiama a se gli innocenti o punisce i malvagi? E’ questo l’interrogativo che Madre Pilar pone alla sua coscienza, sul palcoscenico è un continuo avvicendarsi di personaggi che attraverso il ricordo delle vittime tracciano un quadro della società, a poco a poco si delineano le loro figure.
Quel cellulare mi distrae proprio stendo la mano per richiamare la ragazzina, lei me la prende e mi sussurra - fermo concentrati sullo spettacolo. La mia mano rimane stretta alla sua, è la sola cosa che conta, ringrazio mentalmente la ragazzina, vorrei stare attento, ma sento il mio cuore battere forte, mi suderà la mano se continuo così, allora la lascio
Poli rappresenta tutti noi, la coscienza del mondo che con la sua ironia pungente ne mette in scena i suoi drammi e le sue paure, ma è anche la speranza, con i suoi dialoghi serrati è la vita che non si arrende.
Anche la ragazza del cellulare è presa dalla narrazione non vedo più il suo cellulare, guarda attenta e divertita.
Le scenografie sono calde, colorate, coinvolgenti, ti prendono per mano, ti ritrovi nell’atmosfera del Perù del 1700 con la naturalezza che è la vera spettacolarità di Poli.
Anche lei è presa dallo spettacolo, sento il suo profumo ....
Gli spettatori battono le mani, le luci si accendono, tutti si alzano in piedi, finito? Mi alzo anche io e dico delle frasi di lodi ... profonde ... lei risponde
- si certo, era tanto che non vedevo uno spettacolo così bello.
Mentre usciamo sentiamo il freddo pungente che ci riporta nella notte fredda di gennaio,
- che bella serata. Non mi ero resa conto del freddo che c’era, non vedo l’ora di essere a casa sotto le coperte.
Casa sua o casa mia? Facciamo due passi verso casa sua, sulla porta mi bacia sulla guancia facendo cadere ogni mia aspettativa
- Grazie, quel Poli è veramente fantastico ed anche l’attrice, Ludovica Modugno non è da meno, non credevo che ti piacesse questo genere di teatro, sono veramente contenta, a domani.
Ciao, dico triste, il mio spettacolo era andato via e io continuavo a fissare il portone ormai chiuso,pensavo, secondo me se la tira troppo, ecco, ma chi sarà mai poi sto’ Poli?
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