26/12/2008 12:32 |
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| | | Post: 751 | Registrato il: 09/03/2005
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Io concordo, ma in parte.
Penso anche io che un libro che non si ponga questioni morali (lotta bene e male, giustizia-ingiustizia, ecc) lasci poco segno nella mente dei singoli lettori.
Perchè è vero che la narrativa è prima di tutto evasione, ma deve anche "portare da qualche parte", far confrontare il lettore con problemi e questioni di vario tipo.
la bravura di uno scrittore sta, per me, nel fare questo SENZA emettere giudizi assoluti (e qui concordo con Fabio).
deve porre domande, dare una soluzione ma non presnetarndola come l'unica possibile, ma come una delle tante in cui il lettore possa riconosersi o meno e trarre lui stesso le sue impressioni e conclusioni personali.
se pensate alle opere letterarie che hanno fatto la storia, vi accorgerete che tutte si sono poste dei dilemmi etici o morali, o almeno hanno condotto il lettore a confrobtarsi e riflettere con questi temi. |
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