Lo vidi tantissimi anni fa. Ero ancora in Brasile, figuratevi, e al cinema lo diedero in italiano con sottotitoli in inglese. E le emozioni che provai (che provammo, mio marito e io) allora furono intensissime, acuite dalla grande nostalgia per il nostro paese.
L'ho rivisto ieri sera, prestatomi da un amico. Un pochino insieme ai miei figli, e poi nella parte finale, da sola. Sto ancora singhiozzando. Una commozione così piena e forte da non dirsi.
Perché se allora era soprattutto come ho già detto, la mancanza, la lontananza dall'Italia e dalla cultura, dalle voci e dai volti che mi erano familiari e che allora mi mancavano, oggi è tutt'altro. E' la storia, raccontata in un film come se fosse davvero scritta in un lungo racconto. Sono le pause lente, lentissime, l'attenzione a certi particolari, a certe sfumature. Sono i sentimenti e le speranze che si avvicinano a quelle che ricordo esser state mie. E' la terra, è la cadenza, è l'origine di una parte di questa penisola che non mi appartengono per nascita e famiglia ma alle quali sono sempre stata legata ed attratta fin da bambina: il sud.
E' la storia d'amore, grande, immensa che segue tutto il film e che continua per poi terminare in un lungo, lunghissimo bacio d'addio.
Ho pianto, di gioia, di commozione, di imbarazzo nel dirmi quanto sono scema a commuovermi così per un film.
Ecco... questo è il cinema italiano che amo. Quello di oggi, proprio io non riesco a tollerarlo.
i.
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Ginger Rogers eseguiva tutti i passi di Fred Astaire, ma all'indietro e sui tacchi a spillo.
Remember, Ginger Rogers did everything Fred Astaire did, but she did it backwards and on high heels
(Faith Whittlesey)