cristina67@, 05/05/2012 11.30:
Anch'io persevero nella lettura forzata per due motivi.
Primo perché non mi piace lasciare le cose a metà. A volte succede ma con un libro posso permettermi di non farlo accadere.
Poi perché altrimenti non posso dire a me stessa che l'ho letto veramente.
La pensavo così anche io, soprattutto perché, in seconda o terza media mi ritrovai punita dalla prof. di italiano per non aver letto interamente "Piccole donne" libro che mi era stato assegnato in lettura (da notare che io all'epoca mi ero già letta tutto Salgari e Jules Verne, tanto per farvi capire che in realtà, sono una grande lettrice da sempre).
"Se non lo hai finito tutto, come fai a dire che non ti è piaciuto?"
e così, forte di quella costrizione, mi sono violentata per anni, attraverso quel senso di colpa che mi faceva stare male se, arrivata a pagina 50 di un libro non riuscivo proprio a farmelo piacere e andare avanti.
Oggi, invece mi attengo al terzo emendamento delle regole del lettore di Pennac: il diritto di abbandonare un libro senza finirlo.
Questo perché, appunto, spesso mi rendo conto che quel libro è scritto in maniera pessima, è noioso, è pretenzioso.
Non ne abbandono molti, a dire il vero. Ma quando l'impazienza mi porta a saltare paragrafi su paragrafi in lettura... ahi, allora vuol dire che lì qualcosa non va.
E' il primo sintomo...
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Ginger Rogers eseguiva tutti i passi di Fred Astaire, ma all'indietro e sui tacchi a spillo.
Remember, Ginger Rogers did everything Fred Astaire did, but she did it backwards and on high heels
(Faith Whittlesey)