Mah, io penso che spesso, quando non avevo idea di cosa fosse la lettura critica, mi sono bloccata sulle prime pagine di un libro e non capivo perché. Ho sempre letto di tutto, specialmente italiani e sono sempre stata attratta dai nomi sconosciuti, quelli meno noti, quelli appena apparsi sulla scena.
Oggi posso dire che ciò mi accadeva - e ovviamente mi accade tutt'ora - perché quel qualcosa che non andava era dentro la scrittura di quel libro.
Non deve per forza essere una scrittura maldestra; può semplicemente essere una scrittura "ingenua" o inefficace.
Ieri, per esempio, ho inviato un commento a un libro di un esordiente (o aspirante, chi lo sa) commissionatomi da un servizio di lettura critica.
Il mio commento è stato impietoso, eppure il testo non era scritto male.
Però i dialoghi erano lunghi, prolissi, spesso inconcludenti. I concetti si ripetevano e si ripetevano fino a sfinirmi, le situazioni, ancorché ben descritte stagnavano nell'inconcludenza. A un certo punto ho persino scritto nel mio commento "perché, dammi una sola ragione per cui io debba continuare a leggere questa storia, che non mi attira, non mi intriga e mi sta facendo solo sbadigliare da quando l'ho iniziata, e siamo a pagina 100!"
Troppo dura? Mah...
Io riesco ancora a lasciarmi trascinare dalla lettura, dimenticandomi la lettura critica, se il testo - come mi è capitato per ben 3 su 15 manoscritti del torneo Io Scrittore per esempio - pur con qualche piccola pecca, ripetizioncina e altre inezie, alla fine cattura e fa prendere il naturale abbrivio. Ma non ci sono solo le ripetizioni e le correzioni grammaticali a fare di un testo una cosa vincente o meno.
Soprattutto c'è la storia, la caratterizzazione dei personaggi, la contestualizzazione del background, in che modo e in che grado l'autore riesce a rendere il tutto in pochissime parole (perché, rendiamoci conto, un testo in prosa con "svirgolate" poetiche, può anche far inorgoglire ai massimi chi lo scrive, ma poi, se non rende nel contesto, rimane solo un pezzetto avulso da tutto) e non ultimo, la capacità di attirare l'attenzione - e la tensione - del lettore e non perderla più fino alla parola fine.
Io credo che no, chi sa leggere criticamente sa anche scindere i due atteggiamenti: se il testo non funziona, farà fatica a continuare e finirà per segnare ogni piccola inezia fino alla fine del testo. Se invece il testo funziona... si dimenticherà di chi è quel testo e leggerà fino alla fine godendosi persino le virgole e i due punti.
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Ginger Rogers eseguiva tutti i passi di Fred Astaire, ma all'indietro e sui tacchi a spillo.
Remember, Ginger Rogers did everything Fred Astaire did, but she did it backwards and on high heels
(Faith Whittlesey)