00 17/02/2009 10:41
In prima persona singolare - mie impressioni
Cristiava Pivari è un’autrice trasformista, possiede una rara capacità mimetica e con questi dieci raccontini è riuscita a dimostrarcelo. In prima persona singolare è una raccolta, sembrerebbe, scritta appositamente per calarsi nelle esistenze più disparate, sempre mantenendo una spietata autocritica, un occhio vigile a cogliere gli aspetti salienti di ogni situazione.
Una composita galleria di personaggi, tutti visti da dentro, a volte parlandosi addosso, altre volte con un linguaggio più stupito, quasi attonito, nelle pieghe più riposte dei loro destini, talvolta al limite del comico, altre volte drammatici, sempre mantenendo la padronanza di sé, una quieta coscienza consapevole e lucida, perfino nelle tragiche scelte finali. Uomini e donne, senza distinzione, sono tutti mossi da un’urgenza a definirsi, con una potenza descrittiva che li fa quasi uscire dalla pagina.
C’è la coppia destinata ad incontrarsi, un ragazzo arabo un po’ emarginato e una giovane disabile, e il loro vissuto individuale che precede l’incontro in forma di diario, qui la narrazione è intessuta in modo tale, che l’epilogo del loro incontro sembra la cosa più naturale del mondo, c’è la povera barbona che vive rari sprazzi di lucidità e ricorda a fatica la vita passata e il suo dramma rimosso, c’è il ragazzo naif, una specie di Forrest Gump, vissuto in una realtà ovattata e falsa, che, scoprendo la reale occupazione di sua madre prenderà una tragica decisione. C’è l’eterna ragazza che ripercorre la sua vita passata fino a decidere di morire, ma sbaglia dose di sonnifero. C’è la trentaseienne vittima dei giudizi materni per colpa dei quali non ha mai acquisito sicurezza in se stessa. C’è persino un’anima disincarnata proveniente dal dramma dell’olocausto, la quale, sospesa in una dimensione celeste, sta meditando sulla scelta di un nuovo corpo in cui reincarnarsi.
Una serie di siparietti, di figure ben delineate, nelle quali, in qualche vivida descrizione, a tratti si intravede l’autrice, un po’ come nei vecchi film di Hichckok ogni tanto il regista faceva un'apparizione, come a dire: io creo, invento, faccio apparire dal nulla, ma intanto sono qua, burattinaio immancabile e onnisciente.

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