00 16/10/2008 10:23
c'è una differenza rispetto agli altri precedenti settori: il web non comporta costi di produzione e di distribuzione. Per tale ragione, noi stiamo assistendo a un mutamento paradigmatico. D'ora in poi, il processo di democratizzazione di un'idea, reso possibile per la prima volta grazie al procedimento di stampa di Gutenberg, tocca dimensioni completamente nuove. A poco a poco, le persone capiscono che a) possono pubblicare virtualmente qualunque cosa e metterla sul web a disposizione di chiunque sia interessato, e che b) possono mandarsi in onda da soli, ad esempio, attraverso un loro canale televisivo - come YouTube - o un loro programma radiofonico - come BlogTalkRadio. In questo modo, non sono più spettatori passivi delle trasformazioni della società, ma interagiscono con il processo globale. Di conseguenza, purché si abbia una connessione internet, la creatura diventa il creatore. L'utente diventa qualcuno che non ha soltanto qualcosa da dire, ma che è anche in grado di condividere i propri gusti con gli altri.

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la prima "vittima" è stata l'industria discografica. Invece di interiorizzare l'emergenza di un nuovo metodo di scambio, i dirigenti delle grandi "etichette" musicali hanno preferito ingaggiare avvocati, piuttosto che ridurre il costo dei loro prodotti. Sono riusciti a far chiudere Napster nel 2001, e altri siti di musica. In realtà, hanno vinto una battaglia, ma non la guerra. Questa mossa non è riuscita a evitare che altri siti web simili nascessero e continuassero ad accendere l'entusiasmo per il libero scambio delle informazioni. Ora, provate a immaginare se, invece di ingaggiare i loro avvocati, avessero avuto la brillante idea di far pagare 0.05 centesimi a canzone. Allora, nel 2000, nessuno ne avrebbe fatto un problema, dato che questo prezzo sarebbe stato di gran lunga più basso del costo di un singolo cd. Ma il grande innovatore Napster fu costretto a chiudere i battenti nel 2001, e in seguito venne acquistato da Bertelsmann - anche se il suo intervento giunse in ritardo. Da allora, sono stati aperti altri siti, e ancora oggi qualunque adolescente può scaricare gratuitamente la canzone che preferisce da un qualsiasi sito "torrent".

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La seconda "vittima" del web è, ovviamente, l'industria cinematografica: i film e in egual misura le serie televisive. Grazie a computer sempre più sofisticati e a bande più larghe, i film possono essere scaricati, in alta definizione, da qualunque computer nel giro di poche ore.

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Ancora più importante è il fatto che non abbiamo ancora assistito alla smaterializzazione del libro come veicolo per le idee.

Per quindici secoli, come strumento di comunicazione, il libro ha dimostrato di essere insuperabile. Naturalmente, gli e-book stanno lentamente guadagnando terreno, ed è probabile che, a tempo debito, la forma digitale possa soppiantare la carta. Ma ci vorrà ancora qualche anno, il che offre - a noi editori, librai e scrittori - una preziosa parentesi temporale prima che il web sferri il suo attacco.
Ma ciò di cui sono stato testimone in quanto scrittore è stata una sorpresa: ossia, l'incapacità da parte dell'industria del libro di capire il web. Invece di vedere in questo mezzo un'opportunità per inventare nuovi stili di promozione, gli editori si sono preoccupati di creare dei micrositi, che sono invece completamente datati, mentre alcuni di loro si sono lamentati delle "disgrazie" patite dall'industria culturale, percependo il web come un "nemico." Questo fu probabilmente lo stesso tipo di comportamento che ebbero i monaci amanuensi nei confronti dei libri stampati nel Sedicesimo secolo.
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Ginger Rogers eseguiva tutti i passi di Fred Astaire, ma all'indietro e sui tacchi a spillo.
Remember, Ginger Rogers did everything Fred Astaire did, but she did it backwards and on high heels
(Faith Whittlesey)