I. Al largo della vita insofferente, un microbo sorriso mi è gelo in un inverno innomine, ma sai il crepuscolo s'è appena aperto, violentato come tra le cosce, una zanzara. XII. L’Uranio... s'è preso il mio senno. Dio delle sabbie, fermalo! M'ha incantato l'anima! Lo scivolìo nel mondo delle ortiche s'è terso come un cielo, è lassù che qualcosa mi chiama, oltre il limite esterno del Canis Maior, e le nebulose, e il vuoto