00 09/12/2007 19:08
Pensavo che avrei passato l'intera giornata di sabato alla fiera, invece solo dopo quattro ore ero esausta e non vedevo l'ora di lasciare il palazzo dei congressi.
Che dire?
parto dai libri che ho comprato:

Ferrante Pallavicino, La retorica delle puttane, Ed. Clandestine (collana Highlander)

Christian Raimo, Latte (raconti), Minimum Fax - (ho già letto un romanzo di Raimo e mi è piaciuto)

Remo Bassini, La donna che parlava con i morti, Newton & Compton

Raul Montanari, E' di moda la morte, Giulio Perrone editore (collana Racconti d'autore) - (librettino piccino, comodo da tenere in mano e a soli 5 euro, mi è piaciuta l'idea editoriale. Più deludenti invece le pagine sbirciate dei libri di esordienti, soprattutto di poesia)

Riccardo Reim, Lettere libertine, Halley Editrice - (conosco Riccardo Reim)

Ho portato a casa il catalogo di:

Edizioni Clandestine (me lo hanno infilato in busta insieme al libro)

ArcaneEdizioni (l'ho preso io perché hanno libri sulla musica e mi ispiravano parecchio quelli su Paolo Conte e Fabrizio De Andre'. Mi sono sembrati ben fatti e interessanti per gli approfondimenti sui testi delle canzoni. Non ho acquistato i libri perché ormai ero spazientita, ma mi sono ripromessa di cercarli)

Minimum Fax (voglio vedere la percentuale di autori italiani rispetto a quelli stranieri)

Halley Editrice (mi hanno fatto un'impressione gradevole)

Castelvecchi (è la casa editrice che ha pubblicato Pulsatilla e pare pubblichi anche parecchia poesia, ma vorrei capire meglio)



Troppi editori ragazzi. sembra davvero una jungla. Nomi e loghi mai visti e mai sentiti, facce e modi di fare che ispirano tutt'altro che arte e cultura.
Sono uscita dalla fiera ancora più forte della convinzione che pubblicare libri sia più negativo che positivo.
Ho visto almeno tre o quattro "edizioni" per il book on demand (uomini in giacca a cravatta che sembravano più promotori finanziari che operatori culturali); tra il pubblico credo ci fossero più aspiranti scrittori in cerca di contatti con gli editori che lettori (il che da un lato mi sembra ovvio e anche più che legittimo: almeno uno può guardare dritto negli occhi chi gli sta chiedendo soldi per pubblicare il suo libro o l'impegno a comprare tot copie a fronte della pubblicazione).
E mi sono letteralmente persa nel senso di delusione?rabbia?tristezza?...
Boh... forse anche per effetto di stralci di conversazione carpiti qua e là, m'è sembrato di stare alla fiera dell'Ego (esaltato o umiliato...dipende dai punti di vista) più che a quella del libro.
Ho incontrato una persona che ha da poco pubblicato il suo primo libro, l'ho sentita parlare e sono riuscita a pensare solo che comincio a sentire il bisogno di avere amici alpinisti e rocciatori, gente silenziosa predisposta a guardare altro che sé stessi: comincerò a stare sempre più alla larga da scrittori, poeti e vari.
Anche perché a me, parlare della mia scrittura non piace e sentire altri parlare in maniera egocentrica della loro scrittura annoia.

Probabilmente, anzi sicuramente, io ormai sono cronica nella mia orsaggine e asocialità e "snobismo", ma penso sempre più fortemente che scrivere e pubblicare libri siano due cose diverse; scrivere e diventare autori siano due cose diverse; scrivere per i lettori e volersi vedere pubblicati per (non) essere letti siano assolutamente cose che non mi appartengono.
A me scrivere piace, leggere mi piace anche di più, cadere nella trappola del narcisismo e sentirmi pedina di un gioco schifosamente bieco no.

Quest'anno mi sono ripromessa di snasare nell'editoria non per la pubblicazione ma in funzione del voler aprire una libreria. Ho visto la fiera della microeditoria a Chiari il mese scorso, sabato mi sono sbobbata questa di Roma, se mi riesce andrò anche a Torino, ma preferisco di gran lunga le fiere dell'artigianato e le mostre di pittura :))