00 15/01/2008 16:49
Best-seller
Brano molto interessante.

Riporto anche qui il commento che ho lasciato sul sito segnalato:


Trovo molto interessante il discorso sui tempi della letteratura.
Non condivido, invece, l'affermazione "il best-seller è “sempre” un libro morto, perché è il risultato di un gusto all’apice della diffusione, quindi in fase morente. “Best-seller” e “libro reazionario” sono la stessa cosa."
Non la condivido perché è solo passando attraverso le vendite ed il successo (immediato o postumo) che un libro è veramente "vivo", nel senso che, pubblicato in migliaia o milioni di copie, riesce a lanciare i suoi semi (buoni o cattivi) in giro per il mondo.
Se un libro non vende, non ha visibilità, il suo messaggio si perde.
Non mi pare giusto disprezzare gli autori di best-seller, anche se è chiaro che spesso il loro è un prodotto "industriale", perché sanno riconsocere il gusto del pubblico, perché sanno toccare le emotività vere della gente.
In un best-seller può esservi innovazione e creatività. Non è giusto pensare che debba essere "reazionario" per definizione.
La differenza tra l'inventivà e il "progresso" di un libro di successo e di uno che successo non ha, sta nel fatto che il primo dona al mondo la sua "novità" (anche se piccola), mentre il secondo, ofrse, cerca una novità eccessiva, che il mondo non è pronto a ricevere, che il mondo non desidera.
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