00 02/03/2007 09:32
Nonsoloforbici
Dalla Chiacchierata sulla scrittura n° 24 (miii, sembro il prete che cita le Sacre Scritture! [SM=g27831] )

"Non voglio dire che un buon editor dovrebbe sempre traslocare a casa dei suoi autori. Ma, ogni tanto, è proprio necessario. Non si può entrare nell’immaginazione di Luisa senza entrare anche, almeno per un po’, nei suoi luoghi. Io frequento abbastanza l’Emilia, al suo paese ero già stato, ma di una gita d’un paio di giorni c’era proprio bisogno. Non mi è passato neanche per l’anticamera del cervello di farla salire a Padova o a Milano. No, sono sceso io. Poi, Luisa è una donna. E il suo libro, si sarà capito, è un libro differente. Per me, che sono maschio, la faccenda non è semplice. Spesso, semplicemente non capisco. O non capisco, ad esempio, quanto di ciò che dice e racconta Luisa ap-partenga al suo immaginario, e quanto invece appartenga al suo mondo reale. Non so nemmeno se l’immaginario, per me e per lei, siano la stessa cosa. Se la relazione col mondo, per me e per lei, siano la stessa cosa. È anche per questo, tra l’altro, che tengo molto a questo libro: perché mi sembra assai bello, ma mi sfugge. Succede anche questo, all’editor ambulante: inseguire, fino nel profondo dell’Emilia, un libro che gli sfugge. E poi dire, candidamente: “Non so ben che dire”. Perché uno dei compiti dell’editor, del quale non si parla mai, ma è uno dei più importanti, è questo: amare i libri futuri, amarne il mistero."

Appunto, non se ne parla mai.
Ma a proposito di tempo perduto... Parenti e la Benedetti non hanno un capolavoro da scrivere? [SM=g27829]
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