00 23/03/2006 10:49
E' lo spettacolo teatrale al quale ho collaborato come aiuto-regia. mi permetto di segnalarlo e sì, spudoratamente pubblicizzarne le date previste a Napoli.


Compagnia TeatroZeta - Roma
Piccolo Teatro Studio - L’Aquila
TODI ARTE FESTIVAL 2005
CIRCUITO teatri POSSIBILI

MANUELE MORGESE

in
CAMINITO
(UNA VITA NEL REGNO DELLE FATE)

Uno spettacolo scritto e diretto da

RICCARDO REIM

PER GLI ARGOMENTI TRATTATI E LA CRUDEZZA DEL LINGUAGGIO SI CONSIGLIA LA VISIONE A UN PUBBLICO ADULTO

Dal 4 al 9 Aprile
Galleria Toledo (Salita Monte Calvario)NAPOLI

“CAMINITO prende liberamente spunto da una storia autentica, che l’autore raccolse nel 2001, includendola nel libro-inchiesta Pornocuore curato a quattro mani con Antonio Veneziani. Storia di emarginazione, di violenza, di dolore, ma anche di una follia che tocca i confini della più surreale e atroce comicità, CAMINITO fruga con cruda spietatezza nelle pieghe più riposte di ciò che è stato chiamato il “delirio urbano”, nell’oscuro sottobosco di quelli che qualcuno definisce sbrigativamente “i nostri selvaggi”.
Gennaro N., detto – o meglio, detta – ‘Caminito’ da quando ha deciso una volta per tutte di “manifestare apertamente la propria femminilità prigioniera”, tenta, in un momento di disperazione, di cambiare sesso operandosi in casa con mezzi propri. Salvato in extremis, non demorde neppure per un attimo dai suoi propositi, e dopo essere caduto in preda a una squassante “crisi mistica”, torna alla vita e alla gioia quando finalmente trova lavoro come “public relation” in una scalcinata “dark room” dei Quartieri Spagnoli. Infatti, al di là di tutte le aspettative, quella che doveva essere soltanto una soluzione di sopravvivenza diviene il sorprendente realizzarsi di un sogno: quasi per incanto, ogni suo desiderio sembra trasformarsi in realtà, lo squallore circostante cede pian piano il passo a un magico mondo di fiaba… Caminito, novella fenice, muore e rinasce sbocciando ai raggi della speranza e dell’amore, fata in un mondo di fate.
Riccardo Reim (non nuovo, nella sua scrittura, a una dimensione partenopea) traccia, con l’aiuto di Manuele Morgese, un inquietante e impietoso ritratto che, in filigrana, ci pone di fronte, tra l’altro, a quello che forse è il più grave problema del nostro tempo: il disperante (e disperato) degrado – probabilmente irreversibile – delle cose e dei sentimenti.”


La mia personale recensione: Caminito è la rappresentazione impudica della disperazione umana. Al di là della condizione di omosessualità, al di là del contesto materiale della storia, Caminito dà voce senza veli e senza reticenze alla solitudine e all’abbandono, alla imbarazzante “miserabilità” cui l’animo umano è capace di versare, di fronte al bisogno d’amore. (Marianna)