00 02/01/2013 14:43
Re: Re:
cattleja, 02/01/2013 11:04:



Con dei capisaldi del presente e del passato, vedi Brunella Gasperini o anche, tutto sommato Maria Venturi, che ha comunque una scrittura precisa e mirata a centrare in pieno il sentimento, non si può disprezzare la narrativa delle emozioni. Certo, quando si vuol ridurre tutto a batticuore, forse si riduce un po' la realtà, specie abusando di quel tipico linguaggio formulaico che fa rima con fiore amore cuore. Ecco, se tutte le autrici di rosa si sforzassero di essere un po' più articolate nel linguaggio, il rosa acceso si colorerebbe di una bella sfumatura salmonata, o anche sabbiata, insomma, sbizzarriamoci di più nel registro dei sentimenti e il "rosa" non avrà più quel retrogusto un po' stantio e nessuno penserà più a catalogarlo in una negletta serie c



Io allargherei il discorso. Non ritengo di scrivere letteratura rosa. Non perché la disprezzi, ma perché ritengo che nei romanzi che io e Loredana abbiamo pubblicato la storia d'amore non sia mai la parte più importante della storia. Eppure è capitato, e sono state donne a farlo, che siano stati liquidati come romanzi sentimentali due romanzi storici (uno sull'immigrazione italiana a New York nel 1920 e uno sull'occupazione alleata diRoma nel 1944) sui quali avevamo profuso uno sforzo di documentazione e approfondimento enorme. Tu non li hai letti, ma magari hai letto Vita della Mazzucco o Canale Mussolini di Pennacchi. Ebbene li definiresti mai romanzi sentimentali? Immagino di no, sebbene contengano splendide storie d'amore. No, soprattutto perché hanno vinto fior di premi e quindi sarebbe riduttivo. La cosa strana è che scriviamo romanzi sentimentali per alcune lettrici, mentre ai lettori non è mai venuto in mente.
[SM=g20552]