00 02/01/2013 11:04
Re:
LauraZGCostantini, 02/01/2013 10:48:

Per il progetto SCRIVERE DONNA sul sito www.scrivendovolo.com, sto realizzando una serie di interviste a donne che scrivono e mi piacerebbe condividere con voi alcune delle risposte che ho avuto riguardo il rapporto che le donne hanno con la scrittura e il mondo editoriale.
Comincio con una dichiarazione di Barbara Risoli (che se non sbaglio fa parte del forum) sui pregiudizi nei confronti della letteratura cosiddetta rosa:

"Un tempo si sentiva dire che la letteratura rosa era di serie B, i nasini si storcevano e si srotolavano frasi del tipo ‘io guardo solo Quark’, ‘io leggo solo Dante’. Tuttavia, c’è sempre stato un dato discordante: il rosa è sempre stato il più venduto nel mondo, si badi bene… nel mondo. Ma le autrici si sono imposte con forti iniziative in questi anni, hanno urlato più forte e adesso il genere non è più considerato inutile e senza senso. E io confermo che, se si vuole scrivere un buon rosa (specialmente se storico) bisogna studiare, lo strafalcione storico è una condanna a morte per un autore, come lo è il congiuntivo sbagliato."

Voi che ne pensate?



Con dei capisaldi del presente e del passato, vedi Brunella Gasperini o anche, tutto sommato Maria Venturi, che ha comunque una scrittura precisa e mirata a centrare in pieno il sentimento, non si può disprezzare la narrativa delle emozioni. Certo, quando si vuol ridurre tutto a batticuore, forse si riduce un po' la realtà, specie abusando di quel tipico linguaggio formulaico che fa rima con fiore amore cuore. Ecco, se tutte le autrici di rosa si sforzassero di essere un po' più articolate nel linguaggio, il rosa acceso si colorerebbe di una bella sfumatura salmonata, o anche sabbiata, insomma, sbizzarriamoci di più nel registro dei sentimenti e il "rosa" non avrà più quel retrogusto un po' stantio e nessuno penserà più a catalogarlo in una negletta serie c
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