se sei uno scrittore...

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francesca_s
00venerdì 27 aprile 2007 11:58
1) Sei disposto a scimmiottare i libri di Moccia, Brown e Melissa P. pur di avere un contratto editoriale?

2) Sei disposto a sborsare 2000 euro di contributo-spese ad una casa editrice per vedere il tuo nome stampato su un libro?

3) Saresti in grado di piegarti alle esigenze di mercato, e a scrivere qualcosa che non senti tuo?

4) Sei uno di quelli scrittori che se ne frega dell'etica?

5) Il libro è per te un semplice oggetto?

6) Riusciresti a sopravvivere senza stringere una penna fra le mani per oltre un mese?

7) Ti interessa la piccola editoria di qualità?

8) Aiuti concretamente la piccola editoria?

9) Sei disposto a crescere insieme a chi, come te, ha ancora molto da imparare?

10) Disprezzi quelle case editrici che rispondono (quando rispondono) ad una mail dopo due mesi, e che ti trattano, in quanto scrittore esordiente, come l'ultimo degli sfigati?

11) Vorresti vedere gli pseudo-libri scritti dai divi della tivù marcire nelle librerie che, fingendo di occuparsi di cultura, accettano di vendere soltanto boiate colossali?

12) Saresti felice se in Italia venissero pubblicati più autori italiani, senza il bisogno di importare schifezze dall'estero? E saresti felice se quegli autori fossero davvero validi, e arrivati all'agognata pubblicazione senza pagare un centesimo di contributo e senza raccomandazioni di ogni tipo?

Bene, se alle prime sei domande hai risposto NO, e alle altre invece SI, e credi di aver scritto un romanzo o dei racconti (niente poesie per il momento) validi, sei pregato di contattarci (info@casadeisognatori.com) e di chiederci cosa occorre fare per sottoporre alla nostra attenzione i tuoi lavori.

Indirizzi utili:

www.casadeisognatori.com/ (sito ufficiale della casa editrice I sognatori)

casadeisognatori.splinder.com/ (blog de I sognatori)
TorreNord
00venerdì 27 aprile 2007 12:23
Ciao Francesca, siete una realtà editoriale interessante che mi è stata segnalata proprio su questo sito. Tra l'altro il 23 marzo scorso, vi ho spedito la mia raccolta di racconti cartacea dal titolo "Un giorno ti dirò". E naturalmente sono in attesa di una risposta. A presto, dunque!
A.
cattleja
00venerdì 27 aprile 2007 12:35
Ho risposto giusto a tutte le domande ma purtroppo i miei racconti non vi sono piaciuti, sigh!!!
Ho ancora molto da imparare, lo so...ma ho come l'impressione che più sei esordiente e più il cammino della perfezione è infinito!!! e che anche ammesso che ci si arrivi - alla perfezione - non si piaccia mai abbastanza.
E comunque credo che non basti scrivere cose integre in cui si crede e come nella maggior parte delle cose di successo che si fanno nella vita, anche nella scrittura è tutto un compromesso tra ciò che si vorrebbe scrivere e ciò che invece bisogna scrivere.
Mahari
00venerdì 27 aprile 2007 13:19
ce ne sono troppe di piccole case che...bè mi fermo qui.

TorreNord
00venerdì 27 aprile 2007 13:33
Re:

Scritto da: cattleja 27/04/2007 12.35 E comunque credo che non basti scrivere cose integre in cui si crede e come nella maggior parte delle cose di successo che si fanno nella vita, anche nella scrittura è tutto un compromesso tra ciò che si vorrebbe scrivere e ciò che invece bisogna scrivere.



Quoto Cattleya perché ha detto una cosa molto vera. Sarebbe un suicidio per una casa editrice non tenere conto della realtà di mercato, e anche l'autore deve porsi certe problematiche.
(Ipanema)
00venerdì 27 aprile 2007 16:04
Ciao Francesca,

grazie per il tuo intervento. La vostra iniziativa e casa editrice è già da tempo nella nostra sezione "Case Editrici", sezione privata del forum.

Certamente se qualcuno di noi avrà un manoscritto buono da sottoporvi lo farà senza esitazione. Abbiamo esaminato e io personalmente visito periodicamente il vostro blog, abbiamo letto come siete nati e le vostre iniziative.

Grazie e a presto risentirti!

p.s.: sposto questo thread in "Sono di passaggio e vi segnalo che"... è l'area più giusta e di maggiore visibilità. Questa è l'area dei nostri "sbrodolamenti" riguardo ai piazzamenti a concorsi eventuali... [SM=g27822]

[Modificato da (Ipanema) 27/04/2007 16.05]

francesca_s
00domenica 6 maggio 2007 10:33
Nel ringraziare tutte voi (e in particolare la “padrona di casa”) per la disponibilità al dialogo, vorrei soffermarmi un attimo sulle dichiarazioni di Cattleja e TorreNord attorno al tema delle cosiddette “esigenze di mercato”. Cominciamo col dire che qui non si tratta affatto di suicidarsi commercialmente o meno, anche perché mode e tendenze cambiano in continuazione (il fantasy, per esempio, era dato per spacciato fino a qualche anno fa, ora è tornato in auge, domani non si sa). Si tratta piuttosto di operare una scelta mirata: rischiare giorno per giorno la sopravvivenza in ambito editoriale promuovendo soltanto lavori validi di per sé, o rischiare in misura decisamente minore editando soltanto instant-books. In un mercato aperto ognuno è libero di pubblicare quel che vuole, ma in ogni caso ci si assume dei rischi; anche chi segue le mode, infatti, per un investimento sbagliato può ritrovarsi sul lastrico, giacché ogni tendenza è destinata ad esaurirsi in un arco temporale più o meno breve. Ora, se io edito dieci romanzetti fantasy per seguire la corrente (investendo in essi ingenti risorse finanziarie), ma lo faccio nel momento in cui il genere fantasy perde (come si dice in gergo) “di tiro”, ci rimetterò una barca di soldi.
I rischi sussistono sempre, insomma. Assodato questo, ogni casa editrice deve compiere una scelta di politica editoriale: schierarsi dalla parte della qualità o dalla parte della quantità. I lettori devono compiere scelte similari, e così gli scrittori. La speranza è che il coraggio di chi punta sulla qualità venga poi ricompensato.
Gli scrittori esordienti non devono scendere a compromessi, da questo punto di vista; bisogna sempre avere la necessaria umiltà per tornare criticamente su quel che si è scritto, e tentare di migliorare un lavoro, ma non certo prendendo in considerazione fattori di appetibilità commerciale. A meno che non si voglia svilire se stessi, naturalmente.
L’esordiente che riceve un rifiuto non deve spazientirsi e mettersi a scrivere “quel che non sente”, ma rivolgersi altrove. È il consiglio che noi diamo a tutti gli scrittori: il fatto che a noi un lavoro non piaccia non implica che debba risultare sgradito a tutte le case editrici italiane, se il lavoro in questione presenta comunque qualche spunto degno d’interesse.
oroboros
00sabato 11 agosto 2007 12:55
Lo scrivere
Mai si deve scrivere per piacere, come mai lo si deve fare per dispiacere. Si scrive per comunicare quello che si è, e si è ciò che si conosce. Quando quello che si conosce è la verità. Così si chiude il cerchio. Perché noi tutti siamo realtà, e la realtà è verità. Quando è vera è una realtà vera, quando è falsa è una vera falsità.
Naturalmente, quando parlo o scrivo... escludo i presenti e, poiché quì sono presente solo io... tenderei, se fosse possibile, a escludermi. Ma voi mi state rimandando che possibile non è... Peccato... [SM=g27828]
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