SULLA LETTURA: come leggiamo ma non perché...

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(Ipanema)
00mercoledì 11 gennaio 2006 12:43
Ricordo nettamente i tempi in cui non sapevo leggere. Quanto avrò avuto? Quattro, cinque anni? Sì perché andai a scuola a sei e imparai subito. Al punto che la maestra non mi chiedeva mai di leggere a voce alta nonostante mi staccassi il braccio tanto lo alzavo per offrirmi volontaria.
Ricordo bene il senso di impotenza e di sconforto nel non riuscire a comprendere il significato di quelle cose scritte sui giornali, sui libri... strumenti affascinanti che dovevano diventare miei.
Infatti, appena mi fu data la possibilità di usare lo strumento "sillabario"... entrai in un mondo che non avrei mai più lasciato e che raramente mi ha deluso.

Sono sempre stata un'ingorda, una bulimica della lettura. Leggo, anzi divoro i libri, ma non saltando a pié pari pagine e righe, come potrebbe sembrare. Semplicemente leggo in fretta e con una voracia spaventosa.
Sono stata capace di polverizzare Il nome della Rosa e I Buddembrook in due giorni. Ci sono libri che leggo anche - se riesco a nascondermi in casa, a rendermi invisibile ai miei - in un giorno o anche in un mezzo pomeriggio.

I libri che leggo son quasi sempre classici della letteratura. Per quelli, vado a colpo sicuro. Non ho bisogno di analizzare o di ponderare l'eventualità di una considerazione.
Per tutti gli altri, soprattutto per i contemporanei, invece devo svolgere un piccolo rito propiziatorio.

Devono essere preferibilmente in paperback, cioé con la copertina floscia. Non sopporto, o sopporto malamente i libri con le rilegature di lusso, e la copertina dura. Tremenda poi è la copertina con le alette che copre la copertina cartonata. Quella la accantono subito, la metto da parte e la riprendo solo a libro finito per metterlo in libreria. Ma in genere, nella mia libreria ci sono solo Oscar Mondadori, Struzzi Einaudi (come amo la serie degli Struzzi Einaudi... una vera e propria passione!) e qualche BUR... ma i libri edizione lusso sono relegati in una parte più nascosta della libreria, meno in vista... ho poca simpatia per loro, anche se magari il libro in esso contenuto mi è piaciuto.

Leggo sempre l'incipit e la prima pagina di ogni libro. Poi vado alla fine e leggo l'ultima pagina. Sì, lo so che non si fa, non si deve fare... ma io non riesco a non farlo. Poi lascio scorrere le pagine in fretta, e ne aspiro l'odore. Se l'odore mi colpisce, allora compero il libro. Se non mi soddisfa, lascio stare.
La combinazione di tutte queste "manovre" decreta il destino di quella lettura.
E' facile che comperi libri nell'arco dell'anno e che li metta da parte. Preparo il "castelletto" per l'estate. Che è il periodo dell'anno in cui in assoluto leggo di più. L'estate scorsa ho raggiunto il record di 25 libri...

Un libro lo leggo fino alla fine. Anche se non mi piace. Anche se è una sofferenza arrivare fino in fondo. Purtroppo un'esperienza alle medie mi ha imposto di fare così e non riesco a non agire diversamente. Gli unici libri che non sono riuscita a leggere e che forse non leggerò mai sono due libri di Simona Vinci. Ecco... l'eccezine alla mia regola.

E voi, come leggete?
cattleia
00mercoledì 11 gennaio 2006 16:23
ho sempre amato la lettura, da quando ho imparato.
Però devo dire che sono estremamente esigente e schizzinosa.
Un libro che non mi piace lo vomito letteralmente, come molti fanno col cibo. Anzi, ho persino sviluppato una specie di allergia per i libri che non mi piacciono
Ergo, ne ho dedotto una teoria: almeno nel mio caso, l'amore per la scrittura mi è nato proprio per l'insofferenza a certi scritti, scrivo per scrivere quello che mi pare, come mi pare.
Diciamo che di base sono una persona abbastanza insofferente, che vorrebbe tutto a modo suo (leggi: molto infantile, ebbene sì), la capacità di scrivere deriva proprio dall'esigenza di ricostruirmi un mondo a modo mio (ma non sarà così per l'arte in generale?, potrebbe essere considerato un moto istintivo a volersi ricostruire il mondo come ci pare, questo per ogni forma d'arte).
Insomma, un libro che non mi piace mi fa sentire frustrata, delusa, incazzata. E' una cosa terribile.
Come del resto mi manda al settimo cielo un libro che mi piace.
Lo stesso succede, anche se in tono meno acceso, per la musica, per il cinema, per la pittura.
Si vede che mi aspetto molto dall'arte, quasi come una specie di compensazione naturale a quello che non possiedo.
Ora per esempio sto tentando di leggere "la bruttina stagionata" di C.Covito. L'idea non sarebbe male, ma non riesco a digerirlo, mi verrebbe voglia di riscriverlo tutto.
Ecco, da questa ribellione a ciò che scrivono gli altri è nata la mia voglia di scrivere.
esteriade
00mercoledì 11 gennaio 2006 17:04
Ci sono testimonianze fotografiche e documenti manoscritti originali (ormai pezzi d'antiquariato) che testimoniano il mio interesse per la lettura e la scrittura in tempi non sospetti (foto con in mano il Topolino, tenuto a rovescio e faccia assorta - forse mi chiedevo come facessero a camminare a piedi in su?...chissà - e fogli pieni di inchiostro a mo' di elettrocardiogramma - tale mi sembrava la scrittura dei "grandi", questo me lo ricordo).
ho imparato a leggere e scrivere abbastanza prima di entrare nelle scuole elementari, a forza di "frequentare" mia sorella maggiore alle prese con i compiti scolastici. e da allora, nessuno mi ha mai fermata.
Come leggo?
parallelamente a come vivo...in maniera incostante, nient'affatto lineare e forse neppure troppo logica.
Ho letto tantissimo in alcuni anni, e quasi nulla in altri.
a volte metodicamente, leggevo l'opera omnia di un autore, altre volte pescavo a caso libri in libreria o in biblioteca sulla scia delle suggestioni date dal titolo e dalla quarta di copertina (criterio che seguo tuttora, quando compro libri di autori che non conosco).
ho grosse lacune, nel senso che ci sono tantissimi autori, anche classici che mancano all'appello...
il rapporto che ho con la lettura è lo stesso che ho con le sigarette. posso leggere ovunque, in qualunque momento, e come per le sigarette, non posso non avere a portata di mano qualcosa da leggere (in borsa, sul comodino, tra le carte di lavoro, in valigia se parto...). se il libro mi cattura, lo fagocito, se non mi piace, con qualche senso di colpa "intellettualistico" gentilmente lo mollo, di tanto in tanto ne riprendo qualche pagina, ma con spudorata infedeltà.
non mi piacciono i libri rilegati a copertina rigida, amo i tascabili (sia per il prezzo che per le dimensioni)
Tanto la lettura quanto la scrittura, per me sono propaggini dei sensi...strumenti di conoscenza e comunicazione.
al contrario di Cattleia, leggo e scrivo non per costruire un mondo diverso, ma per tentare di fare mio quello che esiste già.
e fatico molto a staccare i piedi dalla realtà.
cic@
00venerdì 20 gennaio 2006 01:10
Re:
Ho imparato presto a leggere e ho amato i libri da subito..mi piaceva anche il loro profumo..ricordo che il regalo più gradito era un libro piuttosto che una bambola..
So leggere molto molto velocemente ma non quando mi dedico ad un libro che non scelgo mai a caso..a letto è la postazione preferita e mai vado a vedere il finale..termino sempre un testo anche se non mi piace , devo concluderlo cmq e arrivo fino all'ultima pagina sempre. Non uso segnalibri ma la piegolina, preferisco le copertine molli che permettono di maneggiare il libro e quasi gustarlo meglio anche col tatto..se una parte mi piace la rileggo subito più volte...
kikivalentine
00venerdì 20 gennaio 2006 22:17
io non ricordo quando ho imparato a leggere... per quel che ricordo leggo da sempre.. non e' per presunzione, ma a 4 anni e mezzo già leggevo fluentemente (cosi' mi dicono). Mia mamma si e' accorta quando, in sala d'aspetto dal medico, ho preso in mano una rivista e la sfogliavo. Mia madre pensava che guardassi le figure, e per poco non e' caduta dalla sedia quando le ho letto i titoli degli articoli. Ho imparato da sola, ma il merito e' di mio padre, che mi ha sempre letto le favole indicandomi col dito le parole sul libro. La mente rapida di un bimbo associava immediatamente suono a segno grafico.

La lettura fa parte della mia vita in modo indissolubile.. anche io sono una lettrice bulimica coem Ipanema, e devo ammetere che talvolta salto persino alcune righe pur di proseguire in un libro che mi prende. infatti io leggo i libri più belli sempre almeno due volte.
che libri amo??? Un po' tutti, ma ho un metodo assolutamente unico per sceglierli; la copertina. Sia essa rigida o morbida non mi interessa (anche se prediligo la prima), ma l'immagine mi deve colpire. Se mi colpisce, allora leggo la trama e decido se mi puo' piacere. con questo metodo non ho mai sbalgiato una volta.
(eccezione fatta per i grandi classici o libro che mi consigliano persone fidate).

devo confessarvi una cosa; mio padre mi ha regalato i Buddenbrock, comprato nella casa natale di Mann: non sono riuscita ad andare oltre pagina 30 !!! :imb:
esteriade
00sabato 21 gennaio 2006 01:10
Re:

Scritto da: kikivalentine 20/01/2006 22.17

devo confessarvi una cosa; mio padre mi ha regalato i Buddenbrock, comprato nella casa natale di Mann: non sono riuscita ad andare oltre pagina 30 !!! :imb:



ti capisco...gli unici capitoli che ho davvero apprezzato di questa saga familiare, sono quelli che ho dovuto legere in tedesco per l'esame universitario! :D
...in compenso Morte a venezia l'ho divorato!

[Modificato da esteriade 21/01/2006 1.10]

(Ipanema)
00sabato 21 gennaio 2006 14:17
dimenticavo di aggiungere... che non riesco a leggere nessun libro, ma proprio nessuno, senza un "mozzicone" di matita in mano... e sottolineare i passaggi che più mi son piaciuti, quelli che non ho trovato belli, oppure se si tratta di libri con un minimo di suspence, gli indizi che ritengo importanti al fine dello scioglimento dei misteri in esso contenuti.

ho spesso l'abitudine di scrivere a fianco anche considerazioni mie, riflessioni, annotazioni. Insomma, alla fine la maggior parte dei miei libri è talmente mia personale che mi risulta difficile per qualcun altro leggerli...

la matita deve essere rigorosamente un moncherino di quelli temperati all'infinito dai miei figli...
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