Mah, non posso credere che chi scrive mainstream si limiti agli argomenti evidenziati nel post... Sicuramente non è così per la letteratura di genere, cmq.
Quanto all'aver letto tanta roba o meno, sicuramente ti aiuta con lo stile, la padronanza della lingua e magari anche con lo sviluppo delle idee e della solidità narrativa. Ma il fatto di fare esperienze se no non si ha nulla da scrivere, per me è una baggianata. Dipende tutto da come uno vive il mondo. Guardate Salgari: non si è mai mosso dalla sua città, eppure le sue storie sui pirati erano convincenti e fantasiose. La sensibilità puo' farti tirar furoi gran belle storie anche se hai fatto una vita casa e chiesa da quando sei nato.
Per contro uno puo' aver girato il pianeta 80 volte e non riuscire a cucire assieme un'impressione piu' profonda di un millimetro.
Io nei post di quell'editor un po' di snobismo ce lo vedo, anche perchè le case venivamo invase da manoscritti ben prima dell'avvento dei reality. Posso al limite esser d'accordo che nella maggior parte dei casi l'autore aspira a pubblicare sbito we diventare famoso. ma la qualità di cui parla quell'editor spesso manca anche nelle scelte delle case editrici, e così non si possono lamentare piu' di tanto, perché se loro per prime pubblicano monnezze, è chiaro che il pubblico finisce per mpensare che con la monnezza diventi ricco e famoso. allora il discorso mi sa di ipocrisia: van bene le Melisse perché fan guadagnare, ma poi i manoscritti esordienti debbono essere tutti proustiani e impeccabili... Insommma, è giusto che entrambe le parti si assumano eque responsabilità.
Non mi è piauta nemmeno la (non) risposta alla tua domanda, Ipa. Io non credo che ci sia tutta sta trafila per fare il valutatore, specialmente se ti presti gratis.
Cmq eccoti un regalino, guarda cos'ho trovato ;)
www.senecaedizioni.com/index.php?pageid=lavora
prova a scrivergli (e chiaramente non offriti subito gratuitamnete, vedi che ti dicono prima loro ;))