SE CONOSCESSI UNO SCRITTORE

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(Ipanema)
00venerdì 16 dicembre 2005 18:04
Vi propongo un mio testo/provocazione che ha avuto un certo seguito sui blog, e inserirò qui di seguito persino alcune risposte che son riuscita a ottenere.

Non tutti coloro che mi risposero sono scrittori, ma molti di essi, nascosti da un nick per questioni di privacy lo sono e hanno pubblicato molti libri, oppure addirittura sono editori di case editrici più o meno note.

Pertanto vi consiglio la lettura non solo del mio testo (di cui ho poi successivamente fatto "bandiera" e messo sul mio sito personale) ma soprattutto le risposte, alle quali potrete ovviamente rispondere anche voi, a seconda di ciò che testo e risposte vi comunicheranno.


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Se conoscessi uno scrittore, lo riempirei di domande.
Lo aggredirei con un fuoco di fila talmente rapido e pressante che probabilmente non avrebbe il tempo di rispondermi.
Se conoscessi uno scrittore, prima di tutto gli chiederei perché scrive.
Scrive per se stesso, per comunicare le proprie emozioni e le sensazioni, i pensieri e le riflessioni a quel foglio di carta bianco che piano piano si riempie di parole, a volte scarabocchiate, a volte cancellate, accartocciate in palline, ammucchiate fuori da un cestino casualmente adibito a cesto da pallacanestro…?
O scrive pensando alla signora del terzo piano che così gentile lo saluta tutte le mattine e che magari di nascosto, timidamente, per curiosità, comprerebbe il suo libro per leggerlo, anche senza capirci niente…?
O sperando che la cassiera dell’ultima cassa del supermercato in fondo alla via, comprenda i suoi struggimenti o le sue incazzature…?
Gli chiederei se costruisce i suoi pensieri, li mette in bella fila davanti a se, li organizza, prima tu, poi tu, e adesso tu, seguito da quest’ultimo miserello e paurosino…?
O se li rovescia scaricandoli da se stesso, in ordine sparso, secondo il tumulto del momento, della situazione, della passione provata, per poi analizzarli successivamente, vivisezionandoli, scavando ancor più nel profondo…
Gli chiederei se scrivere è un regalare se stessi, un farsi saccheggiare dal lettore o se invece è solo marketing poetico-letterario, prima l’analisi del target, poi il report sul bisogno reale , infine la risultante, pronta per essere pubblicata…
Sicuramente gli chiederei quando scrive: se di notte, al lume di una fioca lampadina, quando tutti dormono intorno a lui, solo e immerso in quel silenzio pungente e ovattato che circonda chi sente e che vuol sentire, le orecchie tese in un ascolto attento e trepidante del suono dei propri battiti vitali, e delle proprie aspirazioni, o se invece scrive quando il vento soffia un lamento doloroso, perché si può scrivere bene veramente solo quando si soffre, quando le tempie pulsano di quel male così violento che si allevia solo svuotandosi un po’ delle proprie angoscie… o se invece è la luce del sole, della vita, del mattino o del pomeriggio assolato, a dargli ispirazione, a permettergli di creare…
Ma soprattutto gli chiederei se ama quello che scrive.
Se dopo aver scritto, guardandosi nello specchio di lettere e pensieri, ritrovandosi stampato e cesellato in quell’intrico di geroglifici, ne apprezzi il risultato, o se il fuoco mai sopito di quel forsennato bisogno di vergare carta su carta il prodotto della propria mente, lo costringa ad un cercare perenne, e quindi a detestarsi per non essere perfetto, consapevole dei propri limiti ormai impressi indelebilmente e riprendere perciò a correre, in una gara con se stesso infinita e consumante.
Se conoscessi uno scrittore, gli chiederei … se scrivere è amore continuo o se è solo ricerca del bello… se scrivere è emozione e tumulto piuttosto che calcolo e analisi… se conoscessi uno scrittore, forse non avrei il coraggio di chiedergli nulla.


[Modificato da (Ipanema) 16/12/2005 18.05]

[Modificato da (Ipanema) 17/12/2005 12.13]

[Modificato da (Ipanema) 22/04/2007 18.07]

(Ipanema)
00venerdì 16 dicembre 2005 18:05
RISPOSTA DI "ZOP"
Se fossi uno scrittore non scriverei per me stesso. Nemmeno un blog si scrive per se stessi il più delle volte.

Se fossi uno scrittore scriverei per comunicare. O nella speranza di riuscire a comunicare e a raccontare qualcosa che arriverà forse solo a pochissimi lettori in grado di apprezzarlo, se mai arriverà a loro. Mi rivolgerei a quei pochissimi lettori che giocherei a immaginare uguali a me stesso. Il che è di sicuro un'illusione. O forse un messaggio lanciato in una bottiglia, nella speranza che arrivi alla persona giusta. Anche se nella realtà difficilmente quel qualcuno che mi leggerebbe sarebbe come lo avevo sperato e costruito nella mia fantasia.

Se fossi uno scrittore per prima cosa proverei a distruggere l'immagine dello scrittore alle prese con la sua creatività davanti al foglio bianco, alla ricerca di un'ispirazione. Quando si scrive c'è sempre un progetto che precede la scrittura. Ci si inserisce in una rete di idee e di connessioni che sono già state scritte dagli altri e che si hanno ben presente. Scriverei per dire la mia. Scriverei per aggiungere qualcosa.

Se fossi uno scrittore, scrivendo, proverei a inventare qualcosa di nuovo, perché non ha nessun senso scrivere qualcosa che hanno già scritto altri, migliaia di volte, magari meglio e prima di me, in un panorama editoriale in cui si pubblicano molti più libri di quanti non se ne possano leggere.

Se fossi uno scrittore non avrei nessun rapporto con la carta e con i fogli accartocciati, nel momento in cui scrivo. Perché oggi scrivere è semplicemente ri-scrivere e si fa davanti a un monitor, attraverso parole di luce e senza consistenza che puoi rivedere e migliorare all'infinito.

Se fossi uno scrittore me ne fregherei di scrivere qualcosa per la signora del terzo piano. Ci sono già tanti altri scrittori che scrivono proprio per lei. Però, se fossi uno scrittore, non potrei scrivere nulla, per quanto strambo o innovativo, che eventualmente non potesse apprezzare - o per lo meno capire - anche la signora del terzo piano. Anche se non è il suo genere.

Se fossi uno scrittore i miei pensieri sarebbero tutti attorcigliati tra loro e rifuggirei le cose lineari che fanno tutti, e cercherei di scrivere qualcosa di circolare come un puzzle. Cercherei di scrivere e raccontare non quello che mi è successo ma quel che penso. Non descriverei mai come è il mondo ma come lo penso io.

Se fossi uno scrittore prima di scrivere qualcosa l'avrei dovuto prima pensare e progettare per almeno un anno. E lo scriverei solo dopo che nella mia testa avrebbe già preso forma. Lo scriverei semplicemente cercando di tradurre la forma delle idee, che è come quella dei sogni, in una forma fatta per essere compresa da tutti. Inseguendo come posso la sintesi tra creatività e razionalità.

Se fossi uno scrittore scriverei quando potrei, nei ritagli di tempo, non importa se di giorno o di notte. Scriverei quando me lo lasciano fare. Quando non sono costretto a lavorare, a mangiare, a dormire, a uscire, a dare retta a qualcuno. E a volte scriverei perché è il solo modo per smettere di soffrire. Poi, quando qualcosa avrebbe preso forma, la leggerei e la riscriverei almeno altre 20 volte per migliorarla fino alla nausea. Solo allora lo cercherei di fare leggere il tutto a qualcun altro, che stimo, perché mi confermi che quel che ho scritto non ha un valore solo per me. Perché mi confermi che è qualcosa di diverso da una voglia di comunicare qualcosa di autobiografico. E solo dopo aver capito che quel che ho scritto non è il frutto di una logorroica e narcisistica voglia di me, solo allora cercherei di trovare un modo per fare arrivare alla gente quello che ho scritto. E in quel momento mi scontrerei con la parte più dura dell'essere uno scrittore. Con la presa di coscienza della realtà. Con il rifiuto delle case editrici. Con l'inavvicinabilità della maggior parte di esse che nel marasma delle proposte che ricevono non sono affatto in grado di discernere ciò che merita da ciò che non merita. Non ne hanno il tempo. Né la voglia. In alcuni casi nemmeno le capacità. Forse.

Anche se fossi uno scrittore, di sicuro non avrei una casa editrice pronta a pubblicare quel che scrivo e propongo. Così passerei un anno a cercare di avvicinare almeno gli editori più piccoli. Nella speranza che qualcuno mi risponda o voglia semplicemente valutare la mia proposta con la giusta attenzione.

Se fossi uno scrittore me ne fregherei di pubblicare gli scritti che hanno il loro target di vendibilità collaudato. Venderei le considerazioni di marketing all'editore, per convincerlo a pubblicarmi, non ai miei potenziali lettori a cui voglio raccontare una storia più che venderla. E non ci resterei male quando, davanti a una proposta innovativa, mi sentirei rispondere che se nessuno aveva mai proposto una cosa del genere ci sarà un perché. Come a dire che non funzionerebbe. Come a dire che è meglio pubblicare cose già viste, perché ci sono già dei dati di vendita che ne certificano il senso, invece che prvare a proporre qualcosa di nuovo.

Se fossi uno scrittore, solo dopo aver trovato un editore e dopo aver terminato l'inferno che segue la scrittura e la stesura di uno scritto, solo allora, potrei sedermi un momento a riposare per guardare, dall'esterno, il libro che ne è uscito fuori. E a quel punto mi chiederei con stupore come faceva, prima, a stare tutto dentro di me.

Se fossi uno scrittore andrei infine a spiare in quali, tra le grandi librerie che offrono migliaia di libri, ci sarebbe posto per una o due copie del mio libro, nascoste chissà dove, che nemmeno io le troverei senza l'aiuto del commesso. E assiterei alle recensioni che escono di altri libri banali distribuiti in migliaia di copie, mentre il mio lavoro resterebbe ignorato.

Se fossi uno scrittore, probabilmente sarei costretto a scrivere e a pubblicare un sacco di stronzate di cui mi vergognerei, solo perché qualcuno mi pagherebbe per farlo. Nella speranza di riuscire a questo modo di ricavarmi anche la possibilità di scrivere qualcosa come la vorrei io. Qualcosa che sarebbe molto difficile da pubblicare.

Ma soprattutto, se fossi uno scrittore, non avrei mai risposto a tutte le tue domande.


zZzop

(Antonio Zoppetti)


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www.linguaggioglobale.com
LINGUAGGIO GLOBALE
editore di multimedia d'autore
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(Ipanema)
00venerdì 16 dicembre 2005 18:06
RISPOSTA DI CAAN

Cara Ipanema,
sono Caan e col mio vero nome, nonché una serie di pseudonimi, scrivo e pubblico ormai da vent’anni. Ti dico la mia sul senso della scrittura. Non so dirti COME scrivo, qual è cioè la mia tecnica, perché io scrivo in maniera istintiva. Possiedo certamente un metodo, ma non ne conosco le norme, che sono per me inconsapevoli.
Quel che so bene è PERCHE’ scrivo. Io scrivo per mettere ordine nella parte di me che è disordinata, quella che funziona in maniera ossessiva e che perciò ha bisogno di essere calmata col “pensiero preventivo”, che ha bisogno di eliminare l’imprevedibile (e l’angoscia che ne deriva) con una formula di esistenza ordinata e strutturata. La scrittura che io dono a quella parte di me, in quanto metodo di ordine e struttura, calma l’ossessione e la trasforma in prevenzione: in tal modo evito le crisi e le rotture e riesco a governare “la bestia”. La parte di me che giudico “sana”, cioè razionale e solare, non reclama alcun pensiero e riesce a vivere senza organizzazione, non ha pertanto bisogno di scrivere. Chi scrive è la mia porzione femminile; non scrive invece quella maschile. In altre parole: io scrivo perché sono schizofrenico, e lo sono perché la parte dissoluta di me sa che il nulla è preponderante, che il mondo finirà e che la vita si estinguerà. Scrivendo tengo tranquilla quella parte, la metto in ordine, le creo il giochino che le serve per sopravvivere. Scrivo, insomma, anche se so che non serve a nulla. Proprio come amare: non serve a nulla. Eppure è bello, molto bello. Scrivere infatti è per me come amare. E dato che nella vita si ama così poco, la scrittura mi permette di amare sempre. Spero che queste righe contengano qualcosa su cui meditare. Un caro abbraccio mediatico.
PS: Mi permetto di postare questo messaggio da te e anche nell’intelligente blog di Morly, che se desideri potrai indicare agli amici che frequentano questo spazio.
Caan commentatore anonimo di (http://morly.splinder.com)
(Ipanema)
00venerdì 16 dicembre 2005 18:07
RISPOSTA DI LILLY
Le tue righe Caan mi hanno abbastanza colpito e così, ho intervistato M.M. che scrive nel mio sito: www.lillydavis.net/Cultura.htm
Egli ti capisce ed è un problema che riguarda tutti, ma che viene sentito + intensamente secondo gli individui. Queste questioni hanno avuto risposte chiarissime nella storia dell’umanità che sembrano essere perpetuamente ignorate. Il problema risiede sempre nel nostro mentale, come molti maestri hanno meravigliosamente spiegato. Di cosa avremmo bisogno per quietare la nostra “bestia”?
“Controllare il mentale necessita di un secondo mentale per controllare il primo”.
Scacco matto:il secondo mentale avrà naturalmente se non gli stessi, dei problemi molto similari al primo.
“E poi, detto fra noi, questo mentale cos’è? Futuro, Ricordi, tutto ciò che è già finito o che ancora deve arrivare, cioè quello che adesso è niente”. (M.M.)
A presto Caan ed un bacio alla
(Ipanema)
00venerdì 16 dicembre 2005 18:08
RISPOSTA DI CAAN
grazie del tuo contrappunto, mediato anche da M.M. Permettimi di insistere. Quando senti che la scrittura ti serve come un farmaco necessario, non hai tempo di pensare a cosa è “il mentale” e al fatto che – per il fatto che controlli un mentale con altro mentale – sei in posizione di scacco matto. Quando ti senti nella condizione di DOVER scrivere, l’utilizzo di un mentale che forse è niente, che forse è costituito dalla materia impalpabile di qualcosa che ancora deve arrivare, torna alquanto comodo. Come quando hai fame e non guardi tanto per il sottile, mettendo sotto i denti anche un tozzo secco di pane che ti capita per le mani... La visione romantica della scrittura come fatto che sgorga da una ispirazione è secondo me non praticabile. La scrittura è cura, una cura che mi porta ad avere un certo benessere, a stare meglio. E quando ho bisogno di stare meglio, non guardo per il sottile.
Perché ho voluto fare questo contrappunto? Per fare in modo che l’iniziale istigazione di Ipanema giunga a ulteriori e più radicali conseguenze.
Ecco allora ciò che aggiungo.
Se quel che ho detto ha un minimo senso, se cioè la scrittura è cura, è amore, è rischio, allora tutto ciò che si chiama “Scuola di scrittura creativa” è una straordinaria idiozia.
Sul problema invito a leggere l’ultimo libro di Stefano Lanuzza, “Punto e virgola”, appena uscito da Stampa Alternativa: è spiegato molto bene perché Baricco e consimili – inventori di scuole alquanto costose – stanno prendendo per i fondelli una marea di giovani che ambiscono alla scrittura... - - CAAN - -

(Ipanema)
00venerdì 16 dicembre 2005 18:08
RISPOSTA DI MORLY
Morly non piange mai: se lo è vietato fin da quando era piccola, se lo è talmente vietato che ora non ci riesce più, anche quando sente forte il bisogno di farlo. Rare, molto rare, sono dunque le lacrime di morly: ma devo dire che in questo caso, bè, un paio di lacrimucce le ho versate, perchè l'intervento di caan è talmente sentito, talmente 'forte', insomma talmente 'bello', da avere veramente toccato la mia sensibilità più profonda, ridestandola dal silenzio. Concordo con Ipa sul fatto che per il commento di caan non ci siano parole, dice talmente 'tanto' che lì per lì lascia completamente muti.
Ma a me ha dato ancor di più, ovvero mi ha aiutato a comprendere il perchè io scrivo per 'mestiere' ma non sono capace di scrivere 'per me', in sostanza di 'scrivere per scrivere'. La parola chiave è 'disordine': caan dice di scrivere per dare un ordine alla sua parte 'disordinata', e ammette anche che questa è la sua parte 'femminile', in sostanza quella che non si placa, che si agita senza pace, anche in vista della 'fine' che non vogliamo accettare. Parole preziose per me, che mi hanno aiutato a capire, di me, qualcosa di più: io non scrivo perchè non voglio mettere ordine nel mio disordine, perchè il disordine è la mia vita, e non riesco a oppormi a questa mia realtà quotidiana. Il disordine è femmina, come caan sottolinea tra le righe, e io sono 'femmina' non solo dal punto di vista fisico e anagrafico, ma soprattutto dal punto di vista mentale, quindi non riesco, nel mio 'marasma di donna', a trovare una 'linea guida', a decidere di mettere ordine nella confusione che affligge i miei giorni. Però scrivo eccome: lo faccio ogni giorno per lavoro, e lo faccio bene, il perchè ora mi è chiaro: a scrivere 'per lavoro' è la mia parte 'maschile', quella che accetta il dovere, il comando e l'obbligo, in quanto realtà a cui la vita stessa soggiace. Ma quando questo 'compito maschile' finisce, quando non è più necessario dar retta alla mia parte 'razionale', allora entra in ballo la mia parte femminile, quella che ama il 'disordine' e che si rifiuta di risolverlo: la riconosco, questa mia parte, nei mucchi di fogli in disordine vicino al pc, la riconosco in quella lista della spesa che non sono mai capace di scrivere, la riconosco nella 'casualità' che guida tutti gli eventi della mia vita, una casualità a cui io non riesco a opporre resistenza alcuna. Ecco perchè la mia 'penna' si ferma quando il 'lavoro' è finito: perchè in quel momento cesso di essere 'maschio' e comincio a essere 'femmina', con tutta l'irrazionalità che ne deriva. Magari scrivo una mail, all'amato o a un'amica, ma 'oltre' non vado, perchè sono donna, e dunque 'oltre' mi rifiuto di andare.
Devo riflettere su tutto questo, devo superarlo. Anche in nome dell'amore: scrivere è come amare, e allora devo imparare a 'gettare' una parte dell'amore che mi abita sulla pagina bianca, evitando di viverlo solo nel 'disordine' del mio cuore, che però, sotto sotto, un ordine ce l'ha eccome.
Grazie a caan per avermi 'aperto gli occhi', e grazie a ipa per aver proposto un quesito che va ben al di là delle parole con cui è stato espresso.
Riporterò questo commento su 'scarabocchi'.
morly (http://morly.splinder.com)

(Ipanema)
00venerdì 16 dicembre 2005 18:09
RISPOSTA DI XALLEI
....."E dato che nella vita si ama così poco, la pittura mi permette di amare sempre...".vale anche così....buongiorno amica mia....
Xallei (http://xallei.splinder.com)

xavordany
00giovedì 30 novembre 2006 16:38
sarà
esteriade
00giovedì 30 novembre 2006 17:00
Benvenuto XavorDany
sono personalmente molto contenta di vederti passare da queste parti, e il tuo "sarà" è di certo un'orma del tuo passaggio, non casuale.

Mi auguro che ripassi... il dialogo è senz'altro più interessante e soprattutto divertente rispetto ai monologhi [SM=g27817]

e non sono ironica...lo giuro.

A presto, allora [SM=g27822]
(Ipanema)
00giovedì 30 novembre 2006 17:26
Re: Benvenuto XavorDany

Scritto da: esteriade 30/11/2006 17.00
sono personalmente molto contenta di vederti passare da queste parti, e il tuo "sarà" è di certo un'orma del tuo passaggio, non casuale.

Mi auguro che ripassi... il dialogo è senz'altro più interessante e soprattutto divertente rispetto ai monologhi [SM=g27817]

e non sono ironica...lo giuro.

A presto, allora [SM=g27822]



quoto, tutto quanto.
Ipanema [SM=g27811]
xavordany
00sabato 30 dicembre 2006 19:59
Mi domando...
Mi domando, Esteriade, se tu sia davvero a conoscenza di chi sia io... Così come per Ipanema che quota... Se vi ricordaste davvero non sareste così contenti di vedermi da queste parti! ;O)

Io sono... Ehm... Domandate a Torrenord! Oppure sommate queste parole in apparenza fra loro scollegate " blog " " parole in corsa " " acidoni "... Che ottenete? Siete ancora così contenti di vedermi qui? Non credo...

Ad ogni modo, per l'ingnara gentilezza dimostratami, vi faccio i miei più veri auguri per il 2007! [SM=g27824] Ed anche ad Angela, soprattutto per le vendite del libro!

Senza rancore... [SM=g27822] Daniele.
(Ipanema)
00sabato 30 dicembre 2006 23:58
io lo so chi sei xavordany e lo sapevo anche quando ho quotato. Sono sicurissima che lo sapesse anche esteriade. Ma ri-quoto ciò che abbiamo scritto allora, non poi così ignare in fondo [SM=g27822] .

Anche a te, xavordany ricambio gli auguri per un 2007 buono e soprattutto sereno.
ciao [SM=g27827]:
Ipanema

p.s.: "rancore"? What's "rancore"? Non riesco a trovarne il significato, sul mio vocabolario ipanemense... [SM=g27828]

[Modificato da (Ipanema) 31/12/2006 0.42]

esteriade
00domenica 31 dicembre 2006 01:44
Daniele, se conoscessi uno scrittore (e qualcuno ho la fortuna di conoscerlo) gli chiederei per prima cosa perché che ha il tarlo della scrittura in testa sia così "riconoscibile", nella sua strana, a volte maledetta, tal altra benedetta, smania di essere così poco "pragmatico" nella vita...

A ognuno il suo tarlo, immagino sia questa l'unica risposta possibile...

A te lo stesso messaggio che ho lanciato a tutti, amici e passanti in vista della fine e inizio anno: un abbraccio e un sorriso!


p.s.: se hai avuto voglia di passare e ripassare da queste parti avrai avuto i tuoi motivi. Ciò mi fa contenta, qualunque essi siano...ti hanno portato qui, non altrove.
"Al mio paese" si chiama comunicazione... [SM=g27822]
xavordany
00martedì 2 gennaio 2007 10:44
CONFESSIONI PERICOLOSE...
L'avrete capito ormai... Sono uno che parla senza parafrasare (a meno che non sia io che lo voglia...), per cui non ho nessun problema a dirvi perchè sono passto e ripassato... [SM=g27811]

La prima volta, sono sincero, fui mosso da cuoriosità: per vedere quale altra cattiveria aveste scritto sul mio conto nel topic " acidoni " dopo il post " COERENZA ZERO - DIRITTO DI REPLICA " che pubblicai da me... Solo che trovai la strada sbarrata da un veto: per leggere bisogna, oltre ad essere iscritti (ed io già lo ero... Andate alla pag. del mio profilo ci sono le prove!), anche aver contribuito fisicamente al forum... Fu per quello che scrissi quel sarà (senza neache leggere quanto scritto dagli altri prima... Così solo per partecipare col fine " perverso " di scoprire, una volta avuta la chiave per entrare, se ci fosse stato qualche altro insulto oppure qulche voce a favore). E pochi giorni fa invece finii da voi perchè, causa mail che mi inviarono da freeforum, mi trovai ad aggiornare il profilo e già che c'ero mi venne la curiosità di vedere cosa avesse generato quel " sarà " lasciato! [SM=g27820]: ;O)

Fu duplice curiosità insomma!

Col senno di poi, viste le reazioni al " sarà ", mi sento di dire che in parte sul vostro conto mi sbagliavo... Soprattutto riguardo alla definizione che diedi in quel post (" combriccola ") giacchè una combriccola non siete (una combriccola è una cosa a sè, restia a far entrare al suo interno nuovi elementi e invece voi, con quell'apertura nei miei confronti sotto forma d'invito a comunicare... Beh combriccola proprio non lo siete!)

Non nascondo comunque che la prima volta che sono passato, letto quel topic famoso, alla combriccola solo ho pensato, ed a un'incoerenza palese che tuttavia ancora sottoscrivo in pieno. Spero di sbagliarmi anche lì... Perchè, riconsiderandolo, il vostro non è affatto un forum di gente cattiva... E nemmeno un forum inutile!

Perchè chi ama la letteratura e chi ama scrivere di essa è bello che si confronti con gli altri amanti! Attenzione ho scritto " confronti ", i confronti si fanno con idee che si contrappongano e non che si somiglino... Per cui anche voi... Dite più chiaro come la pensate senza idiosincrasie alcune! Soprattutto sulle valutazioni delle giurie... Lo promettete? [SM=g27832]

Non nascondo di tornare in futuro, purchè vi faccia piacere... Sennò lo rispetterò! Però non più in questo topic, non è una questione personale, non più almeno per me, e non voglio più sporcare con qualcosa di non attinente ad una discussione che... Sembra interessante!
A presto? [SM=g27833]

Sennò ditelo che vi dò il " buon ferragosto " eh... [SM=g27830] Daniele.
esteriade
00martedì 2 gennaio 2007 11:41
Re: CONFESSIONI PERICOLOSE
Per essere iscritti al FIAE non è sufficiente essere iscritti a ffz [SM=g27822]
per risultare tra gli utenti e avere accesso all'intero forum devi fare richiesta di iscrizione (segui le istruzioni riportate su in cima) e aspettare che sia accettata.

Qui di idee contrapposte ce ne sono parecchie, Daniele. Siamo in pochi, ma ti assicuro che ognuno di noi ha un approccio alla scrittura e non solo, totalmente autonomo.
Il nostro piccolo forum è nato proprio per il confronto, sui nostri elaborati innanzitutto.
Quanto alle giurie e ai concorsi, ognuno la pensa come ritiene più opportuno, e lì c'è poco da confrontarsi.
Come pure resta poco utile confrontarsi sui gusti personali.
Confrontarsi poi sui caratteri, sugli atteggiamenti personali...beh, siamo un gruppo di adulti, ognuno di noi assume la propria responsabilità circa quel che scrive sulle nostre pagine. Non abbiamo mai usato la censura, e immagino e spero che mai la useremo.
Ipanema è l'amministratrice ufficiale del nostro spazio, ma di fatto ognuno è invitato ad amministrare sé stesso.

Confrontarsi è dialogo, comunicazione, scambio. Ci piacciono i confronti, un po' meno, forse, le "lapidazioni", ma come a tutti.

Nota molto personale: se togliessi le idiosincrasie, di me resterebbe davvero ben poco. Senza contraddizioni non c'è dinamismo, e stare ferma non mi si addice [SM=g27823]

Se hai voglia di unirti a noi, segui la procedura e fai richiesta di iscrizione...la nostra severissima e integerrima commissione di valutazione deciderà la tua sorte [SM=g27828]
(chi arrischia confessioni pericolose ama il rischio, no? [SM=g27822] )



newat49
00martedì 2 gennaio 2007 13:23
Se conoscessi uno scrittore gli direi di scrivere quello di cui ha urgenza e di non perdere tempo in chiacchiere, pettegolezzi e polemiche. Questo vale per tutti, Fiae e non Fiae, promesse e non promesse.
egaliga
00martedì 2 gennaio 2007 14:57

Se conoscessi uno scrittore gli direi di scrivere quello di cui ha urgenza e di non perdere tempo in chiacchiere,



sottoscrivo. [SM=g27817]
(Ipanema)
00martedì 2 gennaio 2007 23:18
Io proporrei di azzerare il counter e di ricominciare a... scrivere.

Daniele, se ti interessa, se veramente gli scopi di questo spazio ti appartengono (scrivere e mettere in gioco i propri testi, leggere e criticare in modo costruttivo i testi altrui) allora puoi passare tranquillamente in area Benvenuti, fare la tua presentazione indicando le motivazioni che ti inducono a richiedere l'iscrizione, richiedere l'iscrizione a questo spazio e attendere la nostra risposta (che come indicato in Home Page, potrà essere accettata o meno, a insindacabile decisione da parte del forum tutto)

Questo non è una lobby letteraria, non è un club ma un gruppo di lavoro e un laboratorio autogestito sulla scrittura e sulla lettura.

Decidi e facci sapere.

ciao! [SM=g27823]
oroboros
00mercoledì 15 agosto 2007 09:37
Si continua a scambiare il fine con il mezzo. Il "mentale" è il dominio della mente, la quale è solo un mezzo che usiamo per esprimere la consapevolezza che non è prodotta dalla mente, ma le passa solo attraverso, per entrare nel mondo che ci ospita. E' il Centro nel quale siamo (dalla Sua visuale) e che è in noi tutti (dalla nostra visuale), che utilizza la mente. Ovviamente il suo grado e le sue sfumature di espressione e creatività sono correlate alle nostre intenzioni. Le sole, completamente sotto la nostra responsabilità. Essere scrittori non significa quasi mai conoscere. Purtroppo o per giustizia... [SM=g27828]
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