Riflettendo "a tre metri sopra il cielo"

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esteriade
00venerdì 12 gennaio 2007 12:31
Non ho letto il romanzo di Moccia, ma lo leggerei (in versione tascabile). Leggendo quest'articolo ho provato a riflettere sull'"evento" Moccia, allargando il campo e evitando il consueto e mero discorso commerciale.
Un musical costa, un film costa, entrambi ben più di una produzione editoriale...
Se c'è chi è disposto a investire su questo romanzo, vuol dire che in quel romanzo c'è qualcosa che procura riscontro.
Seguendo le fila di una logica che mi debba portare oltre il "commerciale", finisco col pensare che Moccia ha azzeccato una cosa: ha comunicato. A un target ben preciso, molto probabilmente, quello dei giovanissimi, ma c'è riuscito.

L'arte è espressione. E su questo credo si possa essere tutti d'accordo. Ma non esiste arte, se non c'è comunicazione autore-fruitore.
Anche scrivere è una forma d'arte, anche se a volte non ci somiglia, ma questo dovrebbe essere. E scrivere è anche una delle forme di comunicazione più propriamente dette.

Mi riallaccio alle chiacchierate degli ultimi giorni, all'amore verso il proprio stile, ai comitati di lettura, e tutto quello che ne è seguito, ma non per fare polemica, solo perché secondo me c'è un nesso, tra il fenomeno Moccia e quello che ci siamo detti in altre pagine.
E non è un banale dire "non si scrive per sé stessi, ma per i lettori", mi verrebbe da chiedere "scrivere per i lettori perché? Per comunicargli cosa? (comunicare inteso come andata e ritorno). E una volta che ho individuato l'argomento su cui vorrei comunicare, che linguaggio e in che modo farlo?"


Da La repubblica on line.

Il popolare romanzo di Federico Moccia debutta a Milano a teatro il 19 aprile
Protagonisti Massimiliano Varrese, lanciato dalla fiction 'Grandi Domani', e Martina Ciabatti
I ragazzi degli anni '80 a tempo di rock
'Tre metri sopra il cielo' diventa musical
Il regista e coautore dei testi Mauro Simone: "Non vogliamo
copiare Broadway o il West End: sarà uno spettacolo italiano doc"

di ROSARIA AMATO


Massimiliano Varrese sarà Step nel musical tratto dal romanzo 'Tre metri sopra il cielo'
ROMA - Prima il film, tra poco il musical. "Tre metri sopra il cielo", il libro di Federico Moccia che ha incontrato un grande favore soprattutto tra i lettori più giovani, debutterà in versione musicale con i testi e la regia di Mauro Simone il 19 aprile al Teatro della Luna di Milano. I protagonisti sono Massimiliano Varrese, volto noto della televisione soprattutto come interprete della fiction Grandi Domani (ma anche interprete del film Fuoco su di me diretto da Lamberto Lambertini, accanto a Omar Sharif), e Martina Ciabatti, debuttante, scelta al termine di una selezione che ha coinvolto 700 ragazze in tutta Italia.

Il musical viene prodotto dalla società Palazzo Irreale, alla sua seconda produzione, dopo Toc Toc a Time for Musical, in tournée lo scorso anno, con protagonista Manuel Frattini. Alla stesura del testo ha collaborato lo stesso Moccia. Le musiche originali dello spettacolo sono state composte da Giovanni Maria Lori, una solida preparazione accademica che lo ha portato giovanissimo a vincere ben 14 concorsi pianistici, e Marcello De Toffoli, una carriera invece nella musica leggera a fianco di numerosi artisti, tra i quali Enrico Ruggeri, Ron e Alice.

Le coreografie sono di Anna Rita Larghi. Regista, compositori, coreografi e parte degli interpreti hanno una lunga esperienza nel campo dei musical. A cominciare da Simone, che ha debuttato nel cast di Grease con Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia nel 1999. E che per questo Tre metri sopra il cielo ha un obiettivo molto ambizioso: non più l'edizione italiana di un successo americano, ma un prodotto tutto italiano, dall'autore ai musicisti allo stile degli interpreti.

"Ho visto moltissimi spettacoli ai quali sicuramente mi sono ispirato, a cominciare da We Will Rock You dei Queen, ma la mia idea di fondo è quella di fare uno spettacolo italiano doc, originale - spiega Simone - Non sarà un vero e proprio musical, come quelli di Brodway o del West End, piuttosto uno spettacolo, qualcosa di più, un concerto rock con musiche e coreografie innovative, grazie anche agli autori, Giovanni Maria Lori che parte dal Conservatorio e ha anche un'esperienza decennale del musical, e Marcello De Toffoli che viene dall'ambiente discografico, era di professione arrangiatore rock".

In effetti la musica sarà rock, dance, ma anche italiana, spiega De Toffoli: "Dal momento che lo spettacolo è ambientato negli anni Ottanta, i riferimenti sono sicuramente i Queen, gli altri gruppi internazionali rock e la dance, ma di italiano ci sono le melodie composte da noi: il loro vestito ha la pretesa di essere internazionale, ma noi abbiamo un background fortemente italiano. Si tratta di melodie che richiedono un impegno vocale elevato, le estensioni che sono richieste sono di tutto rispetto. Tant'è vero che nella scelta degli interpreti ha influito moltissimo l'aspetto vocale".

Osservazione che potrebbe sorprendere chi conosce l'emergente Massimiliano Varrese solo come interprete di fiction di successo: "Il pubblico riscoprirà il talento di Massimiliano, che nasce come cantante e ballerino, le sue prime esperienze sono state in un gruppo musicale degli anni '90, una sorta di Take That all'italiana. E anche la protagonista femminile ha una voce bellissima, che ci ha colpito molto".

L'ambientazione negli anni Ottanta, ricorda Simone, è una scelta di fedeltà alla prima stesura del romanzo, quella del '92: "Abbiamo preferito la prima stesura per non deludere i tantissimi lettori di Tre metri sopra il cielo. E questa scelta naturalmente oltre che nelle musiche si ripercuoterà sui costumi e sugli ambienti: ritorneranno le spalline, il bolerino, l'ascot, i jeans stretti, le feste in casa che le ragazze organizzavano con il disc-jockey".

Interpreti, regista, coreografa e musicisti da martedì 9 si sono tutti trasferiti a Selvino (Bergamo) per una prima fase di 'workshop', che avrà la durata di tre settimane. Dopo, a Milano, avranno inizio le prove vere e proprie. Il 19 aprile il debutto e dopo, annuncia Simone, "dalla prossima stagione inizierà la tournée in tutta Italia".

(12 gennaio 2007)
newat49
00venerdì 12 gennaio 2007 12:54
Non ho letto Moccia, ho molte altre cose da leggere prima di quello. Non per strafottenza o snobismo, ma per priorità e urgenza. Circa il comunicare. Credo sia una scelta. nessuno ci obbliga a scrivere (o fare quant'altro) per un pubblico. Si può scegliere di scrivere, dipingere, scolpire o fare cestini di vimini per se stessi, per soddisfare un proprio bisogno intimo d'espressione, senza dare nessuna importanza al possibile fuitore dello scritto o del cestino. E' una scelta. Fatta la scelta poi non ci può lamentare, però.
Se invece vogliamo farne un 'mestiere' occorre avere un pubblico, qualcuno che compri il cestino perchè lo ritiene bello e utile. Quindi bisogna pensare ai gusti dei compratori di cestini, all'uso che ne fanno e perchè dovrebbero scegliere proprio il nostro. Fatta questa analisi, uno può capire che non vuole fare quel tipo di cestini e continuare a fare quelli che ha sempre fatto. Se poi non li vende, però non si deve lamentare.
Oppure può decidere di fare esattamente quello che il mercato vuole, 'copiare' il modello delle grandi case, magari vendendolo a prezzo più basso o aggiungendo un paio di comodi manici. E' una scelta. Forse quella di Moccia. Non ne ho idea, non l'ho letto. E' quello che si dice un prodotto commerciale, ovvero fatto con l'intento 'principale' di essere comprato. Niente di male, se quello è l'intento.
C'è una terza possibilità. E' quella di innanzi tutto continuare a lavorare al meglio delle proprie possibilità, mai accontentarsi del cestino che si è capace di fare, così come talento naturale, ma cercare materiali nuovi, diverse tecniche per intrecciarlo, provare fogge e dimensioni diverse, analizzare la reazione dei compratori: perchè scelgono quello e non quell'altro. Se 8 persone su 10 scelgono un certo cestino, c'è una ragione che is riferisce a una qualità. allora si lavora su quella qualità, la si perfeziona con l'intenzione di vendere tanti bellissimi cestini di cui si è soddisfatti. E, col tempo che resta e grazie ai soldi guadagnati coi cestini venduti, ci si può divertire anche a fare centrini per la tavola, vassoi e persino giochi di paglia per bambini.
E' quello che si chiama un mestiere.
cattleja
00venerdì 12 gennaio 2007 13:08
Paragonerei il fenomeno Moccia al glorioso Love Story dei miei tempi. Soltanto che allora - inizio anni 70, è vero ero un po' troppo ragazzina, ho attraversato di striscio la generazione sessantottina, però mi ricordo che i giovani (più le ragazze, lo so) appartenevano a due grandi categorie, sinteticamente quelli che leggevano Love Story (e i fotoromanzi, o romanzi rosa magari) e quelli che leggevano Alice i giorni della droga (un po' come quindici anni dopo a contrapporsi c'erano per gli adolescenti di allora : il tempo delle mele e i ragazzi dello zoo di Berlino).
Il punto è che oggi la gioventù è indifferenziata.
Ammetto di conoscere poco, tranne che per qualche parente o figlio di amici, gli adolescenti di adesso, ma mi pare che il romanzo di Moccia si sia rivolto un po' a tutti i giovani, ma tutti tutti, ben sapendo che non c'è nessun fondamento politico, nessuna fede, nulla che sostenga un ideale comune a tutti i giovani.

Non so se ciò sia positivo o negativo. Proprio non lo so.
O forse c'è un altro libro-culto dei giovani alternativo a Moccia che mi sfugge.
Ditemelo voi se c'è. Forse non ne sono al corrente.
(Ipanema)
00venerdì 12 gennaio 2007 13:45
io lo "devo" leggere invece... per tante ragioni, la principale è che voglio capire come dialogano i ragazzini di oggi. Quali sono le differenze principali tra ieri e oggi.
So che è molto in voga tra i giovani e i giovanissimi. Io lo paragono un po' ai fenomeni "cult" delle varie epoche...

Ricordo che ai miei tempi andava molto in voga "Porci con le ali"... poi fu il tempo di "Volevo i pantaloni" e "Jack frusciante esce dal gruppo"...

cinematograficamente, un evento pari forse a "Il tempo delle mele" in versione più "sgamata"... [SM=g27828]
nutella bric
00venerdì 12 gennaio 2007 14:56
Io l'ho letto. Ho bevuto anche "Ho voglia di te".
Non è letteratura, però Moccia sa prenedere il cuore di una generazione. Che sia per bravura o per forza è tutto da verificare.

Intanto vi lascio la "recensione" che feci a suo tempo, e soprattutto la mia risposta a un quarantenne che aveva detto di volerlo leggere (tze! [SM=g27824] ).

Tre metri sopra il cielo

Sono più o meno a metà: ho l'edizione originale, quella con settanta pagine in più e i riferimenti fine anni ottanta - inizio novanta.
Sapete che vi dico? Mi piace TUTTO! Anche lo stile. Semplicemente perché penso che sia il SUO stile. Moccia non è un poeta, non è un filosofo, non è uno psicologo, non è uno scrittore, quindi non tenta di esserlo. AMEN E ALLELUJA!!! FACESSERO TUTTI COSI' I NON-SCRITTORI CHE PUBBLICANO QUALCOSA! Invece no: si lanciano in arrampicate filosofico-stilistico-introspettive e non si rendono nemmeno conto di precipitare in baratri psico-poetici (scrivo -oe-, ma voi pronunciate tranquillamente -a- che va bene!).
Moccia è "solo" uno che racconta una storia. Scrive di qualcosa che sa, che forse ha vissuto. Penso che l'abbia fatto bene: non sarà Letteratura, ma non lo disprezzerei per questo.
Voglio dire, andate mai a mangiarvi una pizza? Ci sputereste sopra, solo perché non è un piatto da nouvelle cuisine la cui ricetta verrà decantata dai più grandi chef e abbinata ad un vino robusto, con un vago sentore di brocca di garofano, uovo sodo e sella di cavallo sudata?
Credo che questo libro vada gustato così: come ci si mangerebbe una pizza con coca cola. Soddisfa, riempie e non impedisce ai palati fini di gustarsi domani una bella badilata di paté (d'olive, vi prego, non "de fois-gras" che quelle povere oche non meritano di essere torturate, piccoline, sono tanto simpatiche ...)
Mi piace questo Moccia che non tenta di chiamare "Pesce veloce del Baltico in crema di mais", una semplice Polenta e baccalà! Me gusta!
Sarà perché durante gli anni in cui è ambientato il romanzo, io avevo l'età di Babi, ascoltavo la musica su cassette come Babi, facevo il liceo come Babi, non avevo la Vespa come Babi perché mio papà non me lo comprava manco se piangevo in greco... e per una che ha fatto lo scientifico era un po' ostico e anche agnostico (soprattutto agnostico) piangere in greco. Facevo gli schemini delle interrogazioni come Babi, suggerivo alla mia migliore amica come Babi, mi innamoravo degli Step come Babi ma li trattavo (inizialmente) a pesci in faccia come Babi. Me gusta!
Sarà perché leggendolo mi sono accorta che, a parte gli schemini per le interrogazioni, non è cambiato nulla, sono ancora molto Babi (scrivo -i, ma voi pronunciate tranquillamente -bea che va bene!), ma ME GUSTA!

Hasta la vista

PS: trentenni, se lo leggete NON prendete assolutamente la versione riveduta e corretta!!! Prendete quella che parla di Patsy Kensit, in cui si indossano le All Star, si imbrattano di scritte gli Invicta: se ad ogni marca vi scappera un sigh, scoprirete con gioia di essere ancora un po' Bab-qualcosa anche voi. Bella sensazione. FIDATEVI!!!)


Capo, la versione purista è ONLY per i miei coetanei! Se la vuole leggere uno nato prima del '74 o dopo il '76, deve prima superare un test psicoattitudinale, altrimenti CICCIA!

Allora

1) I tuoi gruppi preferiti quando facevi le superiori erano:
a) I Duran Duran + gli Spandau Ballet + gli A-ha
b) I Duran minga + gli Spaccau Ballet + gli HA-HA-HA!!!
c) Prima Cristina d'Avena e gli amici di Fivelandia due, poi Samanta fox e le sue poppe, poi l'orchestra sinfonica della RAI a Fantastico nove quando inquadravano le chiappe delle ballerine

2) Quindici anni fa i tuoi capelli erano
a) lunghi e boccolosi come quelli di Joey Tempest e Jon Bon Jovi
b) lunghi e boccolosi come piacevano alla mamma
c) lunghi, boccolosi, biondi tinti e pieni di gel (la lacca no perché faceva venire gli attacchi d'asma a quella di disegno)

3) La tua compagna di banco aveva una cotta per
a) Casiraghi della Juve, Giannini della Roma, Berti dell'Inter, Maldini del Milan
b) uno paninaro della terza B
c) te

4) Vi siete lasciati. La radio (o la TV) stava suonando:
a) Vivere senza te di Vasco Rossi
b) Niente perché dopo un'ora che l'ho comperata si è arrabbiata e non mi ha parlato più (la radio, dico, non mi ha parlato più... lei non mi ha parlato MAI)
c) Non lo so, ne mollavo una al giorno, mica posso ricordarmi a memoria tutte le superclassifiche dal 1981 al 1993! Diciamo che si sentiva ululare: sono il telegattoneeee MIAAAAAAAAAOOOOOOOOOOOO

5) Leggevi l'ora su
a) uno Scuba Swatch
b) un Cuba Watch
c) non la leggevo: iniziavo i compiti quando finiva "Non è la rai"

6) Quando festeggiavi i tuoi compleanni al liceo eri:
a) In un fast food: mi regalavano il diario della Best Company con la copertina in stoffa
b) Al paradiso del cornetto: mi regalavano un cuore di panna (sciolto)
c) Quali compleanni? Quelli dai 13 ai 17, quelli dai 17 ai 22, quelli dai 22 ai 34...?


Se hai risposto in maggioranza A, sei un vero teen-ager anni ottanta-novanta! Come scrivono sui muri riferendosi all'Onnipotente: TU C'ERI! Non importa se eri un po' troppo teen o un po' troppo poco quanto a età: il tuo cuore e il tuo cervello erano lì, tre metri sopra il cielo. Buona lettura!

Se hai risposto in maggioranza B, sei un vero sfigato anni ottanta-novanta! Ti rifilavano cassette taroccate dei Milli Bacilli e magliette della El carro che tu indossavi orgoglioso mentre i tuoi compagni di classe ridevano sotto i baffi (sì, insomma, quei tre peli sbilenchi). Siccome ti hanno già fatto abbastanza del male da piccolo, non me la sento di privarti anche di questa utilissima lettura. Quindi dammi pure trenta euro che ti passo la mia copia di Te meti sopra il celo. Buona lettura!

Se hai risposto in maggioranza C, sei Pierantozzo Lagutti!!! Il figo della quinta C! Quello che ha iniziato il liceo quando io ero all'asilo e si è diplomato insieme a me! Quello che ha messo un bigliettino molto romantico nella tasca del mio giubbotto credendo fosse il giubbotto della Piera! (A proposito, la Piera si era trasferita al Parini già da un anno, cretino!). Quello che telefonava con il cellulare appoggiandosi alla cabina telefonica.
Ti darei volentieri l'autorizzazione a leggere il libro, ma non mi risulta che tu sappia nemmeno compitare. Però se sei ancora figo come allora, il mio numero di telefono e trequattrosette seiunoseiduseisemprepiùsiemo!




esteriade
00venerdì 12 gennaio 2007 15:07
Nutty sei un meraviglioso fenomeno [SM=g27828] [SM=g27828]



cattleja
00venerdì 12 gennaio 2007 15:11
Allora vedi che tu, come me, ne fai una questione generazionale?
Non è bello perchè a qualunque epoca si rivolga qualcuno lo ascolta, ma perchè fa scattare un ricordo legato a delle mode, dei gusti ecc. Love Story chi se lo ricorda più, scusa, se non perchè legato a delle cose che ti sono accadute in quel periodo?
Il giovane Holden lo continuano a leggere i giovani d'oggi.
Battisti piace anche ai ragazzi di ora. Nino Ferrer l'hai mai sentito nominare? era un cantante di quel periodo. e Antoine?

Per questo diffido dei furbetti che, in qualunque campo artistico, hanno successo perchè si agganciano a una moda o a un modo di pensare.
(Ipanema)
00venerdì 12 gennaio 2007 15:33
TEST ANNI '80 DI IPANEMA (che è nata nel 1960!)
[SM=g27828] Allora


1) I tuoi gruppi preferiti quando facevi le superiori erano:
a) I Duran Duran + gli Spandau Ballet + gli A-ha
b) I Duran minga + gli Spaccau Ballet + gli HA-HA-HA!!!
c) Prima Cristina d'Avena e gli amici di Fivelandia due, poi Samanta fox e le sue poppe, poi l'orchestra sinfonica della RAI a Fantastico nove quando inquadravano le chiappe delle ballerine



Non facevo le superiori, ma sì, A su tutti i fronti!!!


2) Quindici anni fa i tuoi capelli erano
a) lunghi e boccolosi come quelli di Joey Tempest e Jon Bon Jovi
b) lunghi e boccolosi come piacevano alla mamma
c) lunghi, boccolosi, biondi tinti e pieni di gel (la lacca no perché faceva venire gli attacchi d'asma a quella di disegno)



A!!!Lunghi e boccolosi proprio come Joy Tempest (che piaceva a mia sorella, e mi ha costretto ad andare anche al concerto al Palazzo - a Bologna il Palasport di Piazza Azzarita si chiama solo "Palazzo" - e definitivamente come Jon Bon Jovi, che io semplicemente adoravo!


3) La tua compagna di banco aveva una cotta per
a) Casiraghi della Juve, Giannini della Roma, Berti dell'Inter, Maldini del Milan
b) uno paninaro della terza B
c) te



acc... la mia compagna di banco era stracotta di John Fulz, quando ancora la Virtus pallacanestro si chiamava Synudine... [SM=g27829]


4) Vi siete lasciati. La radio (o la TV) stava suonando:
a) Vivere senza te di Vasco Rossi
b) Niente perché dopo un'ora che l'ho comperata si è arrabbiata e non mi ha parlato più (la radio, dico, non mi ha parlato più... lei non mi ha parlato MAI)
c) Non lo so, ne mollavo una al giorno, mica posso ricordarmi a memoria tutte le superclassifiche dal 1981 al 1993! Diciamo che si sentiva ululare: sono il telegattoneeee MIAAAAAAAAAOOOOOOOOOOOO



Definivamente C!


5) Leggevi l'ora su
a) uno Scuba Swatch
b) un Cuba Watch
c) non la leggevo: iniziavo i compiti quando finiva "Non è la rai"



A, quello con i pesciolini, per la precisione!!!!


6) Quando festeggiavi i tuoi compleanni al liceo eri:
a) In un fast food: mi regalavano il diario della Best Company con la copertina in stoffa
b) Al paradiso del cornetto: mi regalavano un cuore di panna (sciolto)
c) Quali compleanni? Quelli dai 13 ai 17, quelli dai 17 ai 22, quelli dai 22 ai 34...?




niet... compleanni con festicciola in casa, panini e pizzette, coca cola e salatini e ellepì de "L'ultima neve di primavera" che ormai scricchiolava, tanto era stato usato... ma era perfetto per i lenti!!! E i baci languidi dati di nascosto!!!


Se hai risposto in maggioranza A, sei un vero teen-ager anni ottanta-novanta! Come scrivono sui muri riferendosi all'Onnipotente: TU C'ERI! Non importa se eri un po' troppo teen o un po' troppo poco quanto a età: il tuo cuore e il tuo cervello erano lì, tre metri sopra il cielo. Buona lettura!

Se hai risposto in maggioranza B, sei un vero sfigato anni ottanta-novanta! Ti rifilavano cassette taroccate dei Milli Bacilli e magliette della El carro che tu indossavi orgoglioso mentre i tuoi compagni di classe ridevano sotto i baffi (sì, insomma, quei tre peli sbilenchi). Siccome ti hanno già fatto abbastanza del male da piccolo, non me la sento di privarti anche di questa utilissima lettura. Quindi dammi pure trenta euro che ti passo la mia copia di Te meti sopra il celo. Buona lettura!

Se hai risposto in maggioranza C, sei Pierantozzo Lagutti!!! Il figo della quinta C! Quello che ha iniziato il liceo quando io ero all'asilo e si è diplomato insieme a me! Quello che ha messo un bigliettino molto romantico nella tasca del mio giubbotto credendo fosse il giubbotto della Piera! (A proposito, la Piera si era trasferita al Parini già da un anno, cretino!). Quello che telefonava con il cellulare appoggiandosi alla cabina telefonica.
Ti darei volentieri l'autorizzazione a leggere il libro, ma non mi risulta che tu sappia nemmeno compitare. Però se sei ancora figo come allora, il mio numero di telefono e trequattrosette seiunoseiduseisemprepiùsiemo!





Risultato: 3 A, due C e un non classificato...

Io c'ero? [SM=g27828]

p.s.: ti segnalo un sito che purtroppo ormai è chiuso:
ualbois.splinder.com/

leggete il suo archivio... ogni post è una caramella...
altrimenti c'è sempre il vecchio labranca.co.uk

[SM=g27828]

[Modificato da (Ipanema) 12/01/2007 15.36]

esteriade
00venerdì 12 gennaio 2007 15:33
Re:

Scritto da: cattleja 12/01/2007 15.11

Per questo diffido dei furbetti che, in qualunque campo artistico, hanno successo perchè si agganciano a una moda o a un modo di pensare.



ma perché sarebbero dei "furbetti"?
Non può essere che siano più semplicemente autori che hanno voglia di comunicare con certo spicchio di mondo e che per farlo usa il linguaggio e i riferimenti più immediati?

Come dire che Gaber o Paolo Conte siano "furbetti" perché hanno fatto/fanno opere più dirette a un certo tipo di pubblico.
Un teenager del 2000 non potrebbe mai cogliere certe sfumature delle realtà raccontate da Gaber perché non le ha vissute direttamente. Potrà farlo un domani, quando avrà un'esperienza di vita più ampia.

Sto leggendo ai miei figli "Le avventure di Calimero": un volume che era mio quando io ero bambina. A loro il personaggio piace, ma per permettergli di capire alcuni rimandi, mi tocca, a premessa, raccontare loro di alcune cose dell'"epoca".
Non ricordo di chi siano le avventure di Calimero (che non è certo Letteratura) ma era un "furbetto" anche lui?

L'ho già fatto una volta l'invito, e lo rifaccio: leggete di Caliceti Fonderia Italghisa. Non è un furbetto Caliceti, è bravo.
Certo dai suoi romanzi non hanno tirato fuori un film e un musical e il suo libro è anche diventato introvabile perché non ristampato. Anche lui si rivolge, apparentemente almeno, a un target definito da mode e modi di pensare, e lo fa in maniera geniale. Ma immagino che se quel libro lo leggessero mia madre o mio padre non lo apprezzerebbero quanto me.

Ve lo immaginate se un giorno Moccia finisse sulle antologie scolastiche come esempio di letteratura giovanile del XXI secolo? [SM=g27828]
Chi può dirlo?

Anche Love Story o Il tempo delle mele hanno fatto una certa storia, no?

(Ipanema)
00venerdì 12 gennaio 2007 15:44
Credo che Moccia ci sia già, come Ian Mc Ewan, Chatwin e altri... ho visto con sorpresa l'antologia di letteratura di mio figlio in prima media l'anno passato e quella di quest'anno. C'è letteratura a tutto tondo: thriller, fantasy, addrittura noir e splatter. Non studiano più la letteratura soltanto classica. La stanno imparando dividendola per generi. E c'è l'"estremo contemporaneo" che prevede anche libri come Moccia e altri... adesso che torna da scuola gliela chiedo e vi dico cosa c'è dentro per la seconda di quest'anno...

Ma abbiamo studiato grammatica sui testi del Barone Rampante di Calvino... e quando io portai Calvino all'esame di maturità come monografia personale, mi guardarono malissimo, perché quello non era uno scrittore, bensì uno scribacchino! Mi dissero proprio così... e ho preso un voto basso. Oggi, Calvino è osannato come uno dei grandi della letteratura contemporanea.


A me piace chi scrive contemporaneo. E non lo considero furbetto se si "attacca alle mode" del momento. E' una forma di archivio storico di usi e costumi che altrimenti andrebbero perduti. Bene, vado ad "accattarmi" Tre metri sopra il cielo...

Nutty, cos'è quella versione di trenta pagine in più e Patsy Kensit??? C'è anche l'episodio della spallina caduta e del seno mostrato che fece scalpore all'Altro Sanremo??? [SM=g27828]
nutella bric
00venerdì 12 gennaio 2007 16:22
Re:

Scritto da: cattleja 12/01/2007 15.11
Allora vedi che tu, come me, ne fai una questione generazionale?
Non è bello perchè a qualunque epoca si rivolga qualcuno lo ascolta, ma perchè fa scattare un ricordo legato a delle mode, dei gusti ecc. Love Story chi se lo ricorda più, scusa, se non perchè legato a delle cose che ti sono accadute in quel periodo?
Il giovane Holden lo continuano a leggere i giovani d'oggi.
Battisti piace anche ai ragazzi di ora. Nino Ferrer l'hai mai sentito nominare? era un cantante di quel periodo. e Antoine?

Per questo diffido dei furbetti che, in qualunque campo artistico, hanno successo perchè si agganciano a una moda o a un modo di pensare.




Sì e no.
Il test era ovviamente uno scherzo.
Secondo me Moccia sa parlare ai romantici marci come me, indipendentemente dal fatto che siano nati nel 1950, nel 1980 o nel 2006; non mi sbilancio oltre, non me la sento, però toccare i cuori attraverso i decenni, se non attraverso i secoli, è un gran risultato ( non artistico, ma comunque un risultato). Per esempio, è impossibile restare indifferenti di fronte alle pazzie che Step fa per conquistare le sue donne, è impossibile non sospirare di fronte a un uomo che ama in modo così sincero, passionale e totale, almeno per me.
Che poi certi elementi amplifichino l'emozione di una certa generazione (la mia) è un dato di fatto, ma lo ritengo più che altro un caso: Moccia ha scritto il libro 15-20 anni fa: non potendo prevedere che avrebbe avuto enorme successo con un decennio e mezzo di ritardo, non poteva nemmeno immaginare l'effetto amarcord che scatena nei miei coetanei. Tanto più che i soliti editori lungimiranti gliel'hanno fatto riscrivere in occasione dell'uscita del film, togliendo tutti i riferimenti agli anni ottanta e spostando avanti nel tempo la storia. Risultato: una bolgia di incongruenze ridicole. Per fortuna (e per leggi di marketing) adesso il libro si trova anche nella versione originale.
Le mie riserve sono altre: Moccia ha costruito l'uomo che quasi ogni donna sogna. Bello, tormentato e impossibile, Step è un farabutto che per amore di lei-e-solo-lei diventa romantico, buono, tenero all'inverosimile...
Insomma ha preso le "nostre" manie di grandezza, la sindrome dell' Io-ti-cambierò e le ha dato addominali scolpiti, ciuffo ribelle, due belle chiappe, sodi bicipiti e soprattutto un cuore palpitante e fedele. E fantasia, e dedizione...
E noi (va be', io e quelle come me) ci sognamo sopra. Magari ci rendiamo anche conto che la letteratura è un'altra cosa, però... io intanto il secondo libro l'ho comprato. (E letto con gustosissimi sospiri).
Insomma Moccia è furbo (più che furbetto), perchè non si è attaccato a una moda ma a un desiderio diffuso. Molto più forte, universale e duraturo di una moda.
E l'ha saputo "realizzare" molto bene, almeno sulla carta.
nutella bric
00venerdì 12 gennaio 2007 16:25
Re: TEST ANNI '80 DI IPANEMA (che è nata nel 1960!)

Scritto da: (Ipanema) 12/01/2007 15.33

Risultato: 3 A, due C e un non classificato...

Io c'ero? [SM=g27828]

[Modificato da (Ipanema) 12/01/2007 15.36]




c'eri c'eri e con tutti gli onori (certo però che quella C è preoccupante! Se dimostri altre tendenze pierantozziane io ti tolgo il saluto! [SM=g27820]: )
[SM=g27824]

I siti: SLURP, non vedo l'ora di farci un giro!!! [SM=g27836]
nutella bric
00venerdì 12 gennaio 2007 16:30
Re:

Scritto da: esteriade 12/01/2007 15.07
Nutty sei un meraviglioso fenomeno [SM=g27828] [SM=g27828]






Grassie [SM=g27822] [SM=g27817] [SM=g27828] [SM=g27838]

Sai che Caliceti avevo provato a leggerlo ma non sono riuscita a reggere? Tra le bestemmie e la divisione del mondo in vagine e suini, è riuscito a scatenare la santa Maria Goretti che è nascosta in me (molto molto in fondo, ma c'è [SM=g27819] ) e ho mollato il libro al secondo capitolo prima di sparire in una zaffata sulfurea, o in una valle di lacrime.
E' stata una specie di sconfitta per me, o almeno la sento così. Forse.

Strano che salti fuori qui: la mia cotta per Moccia unita al mio rifiuto per Caliceti mi fanno capire molte cose di me stessa.
Tutta fa [SM=g27817] .


[Modificato da nutella bric 12/01/2007 16.33]

nutella bric
00venerdì 12 gennaio 2007 16:36
Re:

Scritto da: (Ipanema) 12/01/2007 15.44
Nutty, cos'è quella versione di trenta pagine in più e Patsy Kensit??? C'è anche l'episodio della spallina caduta e del seno mostrato che fece scalpore all'Altro Sanremo??? [SM=g27828]



Ottanta pagine in più.
Però non c'è nemmeno scritto del microfono volato via dall'asta di Simon Le Bon mentre lui cantava tutto agitato in play back a Sanremo. Un'immagine che mi rimarrà scolpita dentro e che mi ha fatto crepare dalle risate come poche altre!!!
esteriade
00venerdì 12 gennaio 2007 19:08
Re: Re:

Scritto da: nutella bric 12/01/2007 16.30
Sai che Caliceti avevo provato a leggerlo ma non sono riuscita a reggere? Tra le bestemmie e la divisione del mondo in vagine e suini, è riuscito a scatenare la santa Maria Goretti che è nascosta in me (molto molto in fondo, ma c'è [SM=g27819] ) e ho mollato il libro al secondo capitolo prima di sparire in una zaffata sulfurea, o in una valle di lacrime.
E' stata una specie di sconfitta per me, o almeno la sento così. Forse.

Strano che salti fuori qui: la mia cotta per Moccia unita al mio rifiuto per Caliceti mi fanno capire molte cose di me stessa.
Tutta fa [SM=g27817] .

[Modificato da nutella bric 12/01/2007 16.33]




A me di Caliceti ha catturato subito il ritmo. Quando l'ho preso in mano non avevo intenzione di leggerlo tutto e subito. Ma mi è stato impossibile lasciarlo. Il turpiloquio gratuito a me non piace, ma lì è assolutamente funzionale, e lo è talmente che alla fine non erano più parolacce, ma termini di un sistema linguistico (quasi) a sé stante.
Come scrissi a suo tempo sul mio commento postato in Emozionalia, ho trovato in realtà un gran romanticismo in quel libro. E credo anche che se a leggerlo fosse un discotecomane emiliano doc, non lo apprezzerebbe, perché si sentirebbe denudato, smascherato completamente.

E pensa tu che Caliceti è un maestro elementare, e leggendo qualcosina sul blog di EmilaNet sul quale scrive sembra anche che sia un maestro per vera passione.

(Ipanema)
00venerdì 12 gennaio 2007 19:37
Re: Re:

Scritto da: nutella bric 12/01/2007 16.36


Ottanta pagine in più.
Però non c'è nemmeno scritto del microfono volato via dall'asta di Simon Le Bon mentre lui cantava tutto agitato in play back a Sanremo. Un'immagine che mi rimarrà scolpita dentro e che mi ha fatto crepare dalle risate come poche altre!!!



vero!!!
be', mi stai facendo tornare in mente cose degli anni '80 che mi sembravano dimenticate...
e la cosa buffa è che la mia adolescenza l'ho vissuta negli anni '70, di cui mi ricordo pochissimo (Sandokan, Kabir Bedi... il rapimento Moro, le brigate rosse, i picchetti davanti al Galvani... i carrarmati a Piazza Maggiore... 'nzomma tutte ste' cosette carine qua...) e anche degli anni '90 mi ricordo poco o niente... chissà come mai? Troppo impegnata a fare la mamma e fare figli? [SM=g27828]
cattleja
00lunedì 15 gennaio 2007 10:30
Re: Re:

Scritto da: esteriade 12/01/2007 15.33


ma perché sarebbero dei "furbetti"?
Non può essere che siano più semplicemente autori che hanno voglia di comunicare con certo spicchio di mondo e che per farlo usa il linguaggio e i riferimenti più immediati?

Come dire che Gaber o Paolo Conte siano "furbetti" perché hanno fatto/fanno opere più dirette a un certo tipo di pubblico.
Un teenager del 2000 non potrebbe mai cogliere certe sfumature delle realtà raccontate da Gaber perché non le ha vissute direttamente. Potrà farlo un domani, quando avrà un'esperienza di vita più ampia.


Gaber o Conte?
Intanto hai scelto gente che non scrive semplici canzoni, ma poesie e quindi il loro comporre è più letteratura che musica.
La "furberia" di certi cascami artistici è quella di essere convinti di parlare alla gioventù attualmente in carica usando un loro pseudo linguaggio.
Può darsi che Moccia fra trent'anni sarà ancora vivo. Ma per ora non si può dire...chi si ricorda più dell'autrice di "volevo i pantaloni" di cui mi sfugge il nome? Perchè di lei non ci si ricorda più e invece di Boris Vian - quello della schiuma dei giorni - sì? Chi stabilisce che lui produce vera letteratura e quell'altra solo fumetti?



Sto leggendo ai miei figli "Le avventure di Calimero": un volume che era mio quando io ero bambina. A loro il personaggio piace, ma per permettergli di capire alcuni rimandi, mi tocca, a premessa, raccontare loro di alcune cose dell'"epoca".
Non ricordo di chi siano le avventure di Calimero (che non è certo Letteratura) ma era un "furbetto" anche lui?


Scusa, ma io sono più vecchia di te e mi ricordo la pubblicità di Calimero e non mi risulta che ne fossero state tratte delle storie, mi sa tanto che quelle che tu stai leggendo ai tuoi figli siano storielle ricostruite dalla pubblicità di allora, sarebbe un po' come inserire il parlato nei film muti degli anni 20

L'ho già fatto una volta l'invito, e lo rifaccio: leggete di Caliceti Fonderia Italghisa. Non è un furbetto Caliceti, è bravo.
Certo dai suoi romanzi non hanno tirato fuori un film e un musical e il suo libro è anche diventato introvabile perché non ristampato. Anche lui si rivolge, apparentemente almeno, a un target definito da mode e modi di pensare, e lo fa in maniera geniale. Ma immagino che se quel libro lo leggessero mia madre o mio padre non lo apprezzerebbero quanto me.

Ve lo immaginate se un giorno Moccia finisse sulle antologie scolastiche come esempio di letteratura giovanile del XXI secolo? [SM=g27828]
Chi può dirlo?

Anche Love Story o Il tempo delle mele hanno fatto una certa storia, no?





Se è per questo sono state rivalutate anche Liala o Delly. Anche loro hanno prodotto un certo tipo di letteratura.
E' chiaro che tutti gli scritti che recano una traccia dei tempi da cui provengono hanno un valore.
(Ipanema)
00mercoledì 21 marzo 2007 12:31
Allora, ho finito stamattina di leggere Tre metri sopra il cielo. Che dire? Mi è piaciuto. Piacciucchiato, via. Siamo onesti. E non è per una questione generazionale. Però procediamo con ordine.

Ho comprato, almeno così diceva la fascetta, la versione con le 100 pagine in più. Non ho trovato purtroppo nessuna delle citaizoni che dice Nutty, sugli zainetti Invicta o sulle Lelly Kelly.

Non ho capito tra le altre cose in che epoca si svolgano i fatti: anni '80 o anni '90? Perché mi son venuti su un sacco di dubbi. Uno su tutti sugli Avirex. Gli Avirex hanno iniziato a tamburellare come un tormentone di fighetteria alla moda nei primi anni '90. Negli anni '80 eri uno sfigato se non avevi le Timberland ai piedi, o se proprio proprio volevi fare lo snob, dovevi avere le Clarks o le Allen Edmonds, che costavano un botto ma che erano proprio Super. O le Tods, che vennero fuori proprio in quegli anni. E ahimè, io conosco il problema perché dall'84 al 92 ho lavorato per la società distributrice che rifiutò sdegnata la proposta di quelle strane scarpe con i pallini sotto la suola e dietro il calcagno, da un certo Della Valle che poi invece fece un boom pazzesco...

Poi c'erano le Vuitton. Non ho letto neppure un accenno. Eppure ogni signora "bene" di quegli anni avrebbe ucciso per aver almeno il "budellino" portasigarette originale e non taroccato.

Poi tutto quel Battisti... se eravamo negli anni '80, concordo, ma negli anni '90... mah! Ho un po' di dubbi.

E le giacchine "avvitate" con balzina frou frou dietro? Le minigonne a tubino e i fuseaux? Babi va all'incontro con step in saloppette? come una fricchettona universitaria? uhm...

E questi sono i dubbi dell'ambientazione. Però, diciamo che possono essere angolazioni differenti di ambienti e città e si sa, in Italia cambia tutto di prospettiva dopo 40 km... perciò.

Step è ben caratterizzato, Pollo e Pallina sono il massimo. Devo ammettere che li ho amati subito, fin dal loro primo incontro, e mi è scesa la lacrimuccia quanto Pallina alla fine porta il suo regalo di Natale a Step e lo abbraccia teneramente.

Babi mi è risultata antipatica fin dall'inizio, non so perché. Snob e incoerente, come del resto vien descritta.

E poi ci sono i genitori di Babi. Assolutamente - secondo me - improbabili. NOn ci ho creduto neppure un istante che un padre di quegli anni, per quanto c***** potesse essere, non sentisse i discorsi delle figlie dietro in macchina, non si accorgesse e non si insospettisse nel vedere un bullo affiancarsi e parlare con la figlia e si limitasse a dire "chi è quello Babi?"

E quando la situazione si fa pesante, addirittura andare a giocare a biliardo e ubriacarsi con Step. Mi spiace, ma pur con un genitore superficiale o poco coinvolto, una sfuriata o una minaccia "sta' lontano da mia figlia" ce l'avrei vista benissimo.

E le mamme di quegli anni, andava di moda che fossero "amiche" delle figlie, che si interessassero di cosa si mettevano addosso, come e con chi uscissero. Babi entra e esce di casa come se fosse tutto normale, e la madre si limita a darle uno schiaffo ogni volta che rientra all'alba? Naaaa...

Per il resto, la storia è simpatica. Ben scritta e con molte azioni, particolari, descrizioni che però non sono pesanti.

Adesso capisco perché - come mi ha detto ieri sera mio figlio quando ha visto che stavo leggendolo - tutte le "femmine" in classe da lui (2° media) stanno leggendolo e sono tutte innamorate di Step!

[SM=g27828]
(Ipanema)
00giovedì 22 marzo 2007 12:15
Uhm... continuo a riflettere a tre metri sopra il cielo.

Cita "Through the barricades" la canzone che fa da sottofondo alla prima volta di Babi con Step, è degli Spandau Ballet ed é del 1986. Dunque siamo nella metà degli anni '80.

Possibile che su Radio Stereo diano solo Battisti per di più degli anni '70 e mai Vasco Rossi, Enrico Ruggeri, BAGLIONI, che non ne potevo più io di sentire cantare le lagne di Baglioni in quegli anni? E neppure un accenno a Kiss mi Licia e altre "hit" di Cristina d'Avena (se c'è l'accenno alle Lelly Kelly... che poi in quegli anni mia sorella rompeva alla grande con gli zainetti e le scarpe da scarabocchiare della Best Company!)

E Il Clarinetto di Renzo Arbore che vince Sanremo, dove lo vogliamo mettere?

Uhm... non so. Interessante ma secondo me abbastanza impreciso.

Altra considerazione: la Vespa di Babi che fine fa? Ce la fa vedere ogni minuto all'inizio, la Vespa la prendo, no non la prendo, la Vespa rubata, la Vespa di Pallina. Poi d'un botto, la Vespa sparisce. Dimenticata. A Babi regalano una Y10 e finisce tutto lì. Possibile che Pallina non l'abbia rivoluta indietro?

Tutto il finale, dopo la prima volta di Babi e Step, è una frettolosa cronaca di eventi che si contrappone alla estenuante se non addirittura a volte pesante prolissità e dovizia di particolari nei gesti e nelle situazioni dell'inizio. Tre quarti del libro è scritto per arrivare a quel punto. Poi da lì in poi è tutto un correre per finire il libro in venti pagine. Babi prende 60/60 alla maturità dopo quello che è successo e ha fatto alla prof. di Latino? Ma nemmeno nei sogni più ottimisti!

Mah... sì, diciamo che è un libro che attecchisce in un contesto particolare e che ha (avuto) le potenzialità cinematografiche che poi abbiamo visto. Ma sinceramente è un bel libro molto lontano dall'essere un capolavoro.

IMHO obviously...
cattleja
00giovedì 22 marzo 2007 14:05
belle riflessioni, Ipa.
circa Battisti però, ti posso assicurare che anche gli adolescenti di adesso lo seguono e conoscono tutte le sue canzoni. Credo sia l'unico cantante ad avere un pubblico sempre giovane.
Mi viene in mente un libro letto a circa 13 anni, passatomi da mia madre, che l'aveva letto a sua volta, Signorinette, scritto da una certa Wanda Bontà che parlava di un gruppo di adolescenti del periodo fascista. Bè, ti giuro che, essendosi intersecato con l'età dello sviluppo lo consideravo una specie di vademecum, un prontuario dei sentimenti, delle prime timide esperienze sessuali - per quel poco che si poteva durante il fascismo - letto ora fa ridere, ovviamente: ingenuo, piagnucoloso, stucchevole. Eppure generazioni di ragazzine l'hanno considerato un mito. Ne fu persino tratto un film, del tipo telefoni bianchi. Ne deduco quindi che bastano alcuni furbi accorgimenti (e tutto sta nello scoprire quali) e uno scrittore, anche mediocre, si conquista il pubblico dei pischelli...
(Ipanema)
00giovedì 22 marzo 2007 15:06
Re:

Scritto da: cattleja 22/03/2007 14.05
belle riflessioni, Ipa.
circa Battisti però, ti posso assicurare che anche gli adolescenti di adesso lo seguono e conoscono tutte le sue canzoni. Credo sia l'unico cantante ad avere un pubblico sempre giovane.
Mi viene in mente un libro letto a circa 13 anni, passatomi da mia madre, che l'aveva letto a sua volta, Signorinette, scritto da una certa Wanda Bontà che parlava di un gruppo di adolescenti del periodo fascista. Bè, ti giuro che, essendosi intersecato con l'età dello sviluppo lo consideravo una specie di vademecum, un prontuario dei sentimenti, delle prime timide esperienze sessuali - per quel poco che si poteva durante il fascismo - letto ora fa ridere, ovviamente: ingenuo, piagnucoloso, stucchevole. Eppure generazioni di ragazzine l'hanno considerato un mito. Ne fu persino tratto un film, del tipo telefoni bianchi. Ne deduco quindi che bastano alcuni furbi accorgimenti (e tutto sta nello scoprire quali) e uno scrittore, anche mediocre, si conquista il pubblico dei pischelli...



sì, d'accordo. Battisti è Battisti e non si può sostituire. Però nell'86 ti assicuro che alla radio davano tutt'altro che "Sì viaggiare"! [SM=g27828]
Guida
00giovedì 22 marzo 2007 23:39
Re:

Scritto da: (Ipanema) 22/03/2007 12.15
Uhm... non so. Interessante ma secondo me abbastanza impreciso.

.



Io non l'ho letto, nè ho l'intenzione di farlo, ad ogni modo corre voce che gliel'abbiano riscritto mezzo, rispetto alla versione originale pubblicata a pagamento. Puo' darsi che il taglia e cuci abbia lasciato buchi e incongruenze, date anche dal fatto che da ambientazione anni 80 han tentato di svecchiarlo aggiungendo roba dei 90.
ciumeo
00venerdì 23 marzo 2007 15:48
Non mi vergogno di ammettere che, intasato dai pregiudizi e amareggiato dalla sempre più rapida rincorsa al revival di due giorni fa, dalla vacuità delle operazioni commerciali e dalla loro precisa pianificazione, dai contenuti delle prime dieci pagine sfogliate in un supermercato, intristito dalle cronache modaiole trasferite su pagine fatte di nostalgia di dieci minuti fa, scettico sul valore intrinseco di certa letteratura, ebbene potrei cotinuare ma ci siamo capiti, non mi vergogno di ammettere che piuttosto che comprare un libro del genere o magari "Il Codice dei miei Coglioni" o "Al di fuori di un evidente operazione commerciale" preferisco investire il mio tempo e i miei soldi in droga, alcol, Delitto e castigo, bistecche, pizza, Il maestro e Margherita, birre, elemosine, i Malaussene, qualunque cosa.
Sarà snob, sarà quel che vi pare ma questo genere di editoria secondo me uccide la creatività, dove non si può spacciare un format consolidato (avete citato vari romanzi del genere) rivestito dei nuovi marchi di ieri per un'opera creativa. Cosa resterà di Moccia tra dieci anni? Nulla, mi auguro. Dunque non è un capolavoro ma nemmeno un buon libro: magari un buon prodotto, perché vende e piace, ma nulla di più.
nutella bric
00venerdì 23 marzo 2007 17:13
Re:

Scritto da: ciumeo 23/03/2007 15.48
Non mi vergogno di ammettere che, intasato dai pregiudizi e amareggiato dalla sempre più rapida rincorsa al revival di due giorni fa, dalla vacuità delle operazioni commerciali e dalla loro precisa pianificazione, dai contenuti delle prime dieci pagine sfogliate in un supermercato, intristito dalle cronache modaiole trasferite su pagine fatte di nostalgia di dieci minuti fa, scettico sul valore intrinseco di certa letteratura, ebbene potrei cotinuare ma ci siamo capiti, non mi vergogno di ammettere che piuttosto che comprare un libro del genere o magari "Il Codice dei miei Coglioni" o "Al di fuori di un evidente operazione commerciale" preferisco investire il mio tempo e i miei soldi in droga, alcol, Delitto e castigo, bistecche, pizza, Il maestro e Margherita, birre, elemosine, i Malaussene, qualunque cosa.




E prenderlo a scrocco in biblioteca?
[SM=g27822]

Mocciaaaaa, lo so che ci sei, lo so che mi stai guardando

[Modificato da nutella bric 23/03/2007 17.17]

ciumeo
00venerdì 23 marzo 2007 17:17
Perché se trovo una biblioteca che tiene Moccia e magari toglie Tolstoj per fargli posto la brucio insieme a quel che contiene.

Proseguendo: della serie mi sono fatto da solo e non ho agganci:

Federico Moccia (Roma - 1963), è autore di romanzi di successo di stampo giovanilistico.

Ha frequentato a Roma il 'Liceo Classico Villa Flaminia'.

Figlio d'arte, suo padre Giuseppe Moccia -meglio conosciuto come Pipolo-, è stato primo sceneggiatore cinematografico, assieme a Castellano, di vari pellicole di Totò, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia ed altri comici nostrani, e poi regista di alcuni tra i maggiori successi commerciali della commedia all'italiana a cavallo tra gli anni '70 e '80, come 'Il bisbetico domato', 'Attila flagello di Dio', 'Il ragazzo di campagna' o 'Scuola di ladri'.

Proprio 'Attila flagello di Dio' segna anche l'esordio nel mondo del cinema di Federico, che vi partecipa, appena diciannovenne, come aiuto regista. Nel 1987 ci prova quindi da solo, ma 'Palla al centro' passa completamente inosservato, costringendolo a passare alla tv: nel 1989 partecipa così sia come regista che come sceneggiatore al progetto di 'College', telefilm giovanile e giovanilista con Federica Moro. In tv rimane a lungo anche in qualità di autore, scrivendo i testi di molte trasmissioni di successo nel campo dell'intrattenimento come, recentemente, 'Domenica In'.

[Modificato da ciumeo 23/03/2007 17.22]

nutella bric
00venerdì 23 marzo 2007 17:21
E se la biblioteca li tiene entrambi?
nutty troppo Perry Mason
prima o ti incastrerò!
(la senti la musichetta di mezzogiorno di fuoco?
ANTONELLAAAA TOGLI LE ZAMPE DALL'ANATRA AL MANGO IN SALSA DI MANDORLA PASSA SU LETTO DI CHAMPIGNO' ARTIFICIALIIIIIII [SM=g27826] )

[Modificato da nutella bric 23/03/2007 17.22]

ciumeo
00venerdì 23 marzo 2007 17:25
Non credo riuscirai mai a incastrare qualcuno che basa i suoi ragionamenti (almeno nel caso specifico) su un pregiudizio di base. Comunque se la biblioteca li tiene entrambi li affitto tutti e due, Lev lo leggo e Moccia non lo restituisco, lo brucio a parte in stile censura medievale, magari sotto casa dopo un bel rito tipo baccanale, col vino le vergini e tutto il corredo.

[Modificato da ciumeo 23/03/2007 17.26]

nutella bric
00venerdì 23 marzo 2007 17:26
Re:

Scritto da: ciumeo 23/03/2007 17.17


nel 1989 partecipa così sia come regista che come sceneggiatore al progetto di 'College', telefilm giovanile e giovanilista con Federica Moro.



Occhio che verrà sotto casa tua a gridare
"Ma che t'ho fatto Ciumy?
Perchè ce l'hai con me?"

(porta pazienza, tra mezzora stacco e non rompo più [SM=g27823] )
nutella bric
00venerdì 23 marzo 2007 17:31
Re:

Scritto da: ciumeo 23/03/2007 17.25
Non credo riuscirai mai a incastrare qualcuno che basa i suoi ragionamenti (almeno nel caso specifico) su un pregiudizio di base. Comunque se la biblioteca li tiene entrambi li affitto tutti e due, Lev lo leggo e Moccia non lo restituisco, lo brucio a parte in stile censura medievale, magari sotto casa dopo un bel rito tipo baccanale, col vino le vergini e tutto il corredo.



Non ammetto che si devastino le foreste sprecando in questo modo un libro!
Almeno cucinaci sopra una bella grigliatina.
Di verdure, mi raccomando

[Modificato da nutella bric 23/03/2007 17.31]

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