Pensiero sulla scrittura

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comemusica
00venerdì 23 aprile 2010 10:47
Quando penso d'avere il desiderio di esprimere attraverso la scrittura il mio pensiero e le mie idee per condividerle insieme con il mondo intero,e a come ho reso pubblico il mio sentimento quando è giunto il bisogno, quando c'è stata necessità, quando ho avuto l'idea. E quando penso che tutto questo per me è un fatto puramente spontaneo, frutto del momento, un momento che non può ripetersi con scadenza fissa, che non riuscirei a costruire a tavolino, e per il quale non potrei progettare una professione. Per me scrivere è un fatto spontaneo, che non può considerarsi lavoro, che vive lontano da ogni convenzione, da ogni regola commerciale, eppure ho scoperto che è anche questo.
La scrittura è sentire e il sentire è spontaneo, non conosce regole, né tempi, né ore. Possiede soltanto le ali e con esse vola libera nell'etere. La scrittura non ha legami, li crea.


cattleja
00venerdì 23 aprile 2010 10:51
Detta così, sembrerebbe una scrittura guidata dalla sola ispirazione, ma credimi , non è solo questo, molto spesso la scrittura è un'attività fine a se stessa, che si nutre di se stessa, un po' come l'appetito che viene mangiando. Se voli sulle onde dell'ispirazione, quando il mare è piatto, l'ispirazione manca. Invece, certe volte, il mare bisogna agitarlo noi stessi.
comemusica
00venerdì 23 aprile 2010 11:39
pensiero sulla scrittura
Condivido il tuo pensiero, ma non è stato e non è facile per me smuovere le acque senza essere ispirata.Mi sento forzata e non riesco a produrre niente.
cattleja
00venerdì 23 aprile 2010 12:32
A furia di scrivere,ti viene di farlo anche quando non vorresti.
A me è accaduto, in parallelo, lo stesso quando non bevevo mai acqua. Ho iniziato a bere almeno due litri al giorno e adesso quando ne bevo di meno mi viene sete.
nutella bric
00lunedì 26 aprile 2010 08:52
Io invece ho notato che quando scrivo sotto ispirazione raramente sono soddisfatta di quello che ho "prodotto"; va sempre a finire che mi lascio prendere la mano dal lato più ingenuo, impulsivo, sdolcinato del mio carattere. Mi rileggo e mi trovo banale, o mielosa, o esagerata, prolissa, sentimentale. O criptica, come se sapendo bene dove volevo andare a parare avessi saltato a piè pari tanti passaggi rendendo la vita impossibile a un eventuale lettore.
Preferisco la scrittura su commissione, la vedo più come una sfida: mi costringe a imparare cose che non so e allo stesso tempo mi permette di essere più creativa. Sembra un paradosso, ma essendo io una bastian contrari, quando mi mettono delle briglie o dei limiti l'esigenza di uscirne in qualche modo è fortissima. Allora sì che mi si scatena la fantasia.
comemusica
00lunedì 26 aprile 2010 15:04
pensiero sulla scrittura
Credo, a questo punto, che occorre fare un distinguo. Se parliamo di "scritture su commissione" allora anch'io seguo una linea guida, la mia creatività, sfidando e sfidandomi. La produzione diventa copiosa, interessante e stimolante. Ma altro è la "scrittura privata" ed è a questa a cui faccio riferimento quando affermo che non segue regole, né tempi, né orari. Ed è questa la "mia scrittura" quella che, come una catarsi, mi riporta alla vita quando ho bisogno di esprimere il mio stato d'animo. Quella che segue il mio pensiero, la mia crescita, gli stadi della vita.
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