Notizia curiosa su Dante Alighieri

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esteriade
00giovedì 11 gennaio 2007 09:54
L'ho messo nella sezione di lettura, perché questa notizia mi ha fatto riflettere sul fatto che quando si legge un'opera capace di "segnare" non c'è verso ci se ne appropria, tanto da appropriarsi anche dell'"immagine" del suo autore.



Da Repubblica on line.

Lo studio di ingegneri e antropologi dell'università di Bologna
"I ritratti che conosciamo erano più psicologici che reali"
Più dolce, ecco il vero volto di Dante
Via il profilo spigoloso del Sommo Poeta
CINZIA DAL MASO


Il volto di Dante secondo la ricostruzione dell'università di Bologna
ROMA - Non era un bell'uomo. Questo è certo. Ma il suo volto non aveva i tratti spigolosi e l'espressione torva e accigliata dei ritratti a tutti noti. Insomma, Dante era meno brutto di quel che si crede. Almeno così appare nelle elaborazioni al computer dei tecnici del Laboratorio di realtà virtuale della II Facoltà di ingegneria dell'Università di Bologna, sede di Forlì. Hanno creato addirittura vari possibili aspetti del volto del poeta: più magro, normale, più grasso. Ma sempre e comunque senza il mento prominente che tutti disegnano. E col naso grande e storto, ma non proprio aquilino. Il classico "profilo dantesco" è sparito quasi del tutto.

"Abbiamo restituito a Dante la sua umanità", afferma Giorgio Gruppioni, antropologo dell'università di Bologna e anima del progetto di ricostruzione del vero volto di Dante. "E' tornato a essere uno di noi. I ritratti volevano far emergere lo spirito del poeta. Erano più psicologici che reali". A partire dalla descrizione del Boccaccio che fornì lo stereotipo per tutta l'iconografia successiva: "Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccoli, le mascelle grandi, e dal labbro di sotto era quel di sopra avanzato (...) e sempre nella faccia malinconico e pensoso". In seguito Raffaello, in Vaticano, renderà ancor più spigoloso il volto, e aggiungerà all'espressione l'oscurità e la drammaticità che conosciamo.

Il Dante vero, invece, comincia a emergere negli anni '20 con gli studi di Fabio Frassetto, antropologo dell'università di Bologna. In occasione del sesto centenario della morte del poeta, Frassetto ottiene il permesso di effettuare studi e rilievi sulle sue ossa, conservate a Ravenna dove morì. Non può però fare un calco del cranio, e lo ricostruisce sulla base delle misurazioni. Modella poi una mandibola capace di adattarsi al cranio (la vera è andata perduta). Già allora, sovrapponendo quel cranio a molti ritratti del poeta, Frassetto notava che non corrispondevano affatto. Tranne quello di scuola giottesca nel Bargello a Firenze, non a caso precedente il testo di Boccaccio. Frassetto ricostruisce anche il volto del poeta con l'aiuto di un artista, ma non è pienamente soddisfatto del risultato.

Gruppioni ha utilizzato il cranio ricostruito da Frassetto. Per la mandibola, invece, si è affidato agli ingegneri di Forlì che hanno fuso e manipolato virtualmente due mandibole reali in modo da ottenerne una nuova il più possibile armonica rispetto al cranio. La forbice di errore è ridotta ora al 5%. Poi gli ingegneri hanno realizzato un modello fisico del cranio completo di Dante. E Francesco Mallegni dell'università di Pisa, maestro di ricostruzione facciale e autore di ricostruzioni di volti celebri come Giotto o il conte Ugolino, ha utilizzato il modello per cimentarsi anche su Dante. E' nato così il nuovo volto, presentato a Ravenna a un recente convegno.

Ma il lavoro non è ancora terminato. Gli ingegneri acquisiscono in 3D la ricostruzione di Mallegni e ne elaborano a computer le possibili varianti che ora vediamo. Più reali del reale. Sempre che sia reale il cranio da cui si è partiti. Quando nel 1509 si aprì per la prima volta il sepolcro di Dante, le ossa erano sparite. Sono ricomparse solo nel 1865, durante lavori di restauro del sepolcro.
TorreNord
00giovedì 11 gennaio 2007 18:02
Ho visto l'immagine elaborata al computer e ammetto di preferire "questo" Dante Alighieri dai tratti malinconici e addolciti. Anche se ormai la famosa icona che gli era stata attribuita, è la prima cosa che mi viene in mente pensando a lui... Povero! [SM=g27821]
(Ipanema)
00giovedì 11 gennaio 2007 18:08
quando ho visto la realizzazione del volto di Dante, mi ha subito ricordato il vecchio caro maestro di terza elementare e bibliotecario della biblioteca comunale dei miei tempi... Ah... che nostalgia. Ma gli assomiglia da matti!!! [SM=g27828]
oroboros
00sabato 11 agosto 2007 08:08
La cosa che più disturberebbe un uomo di conoscenza come era Dante è che ci si chieda intorno alla sua storia personale, quando lui insegnava i Principi universali. Perché significa aver frainteso il suo insegnamento.
Oraca
00lunedì 10 settembre 2007 13:27
Sono daccordo con orobos! Che importanza può avere conoscere i tratti degli autori preferiti..? Ciò che regalano, la loro cultura vastissima, l'analisi di esperienze che probabilmente non faremo mai, mi sembra già di per sè sufficiente, anche perchè sono infiniti gli insegnamenti che si possono trarre anche da una singola frase del poeta. In quest'ottica conoscerne i tratti mi sembrerebbe un po' come giudicare un libro dalla copertina! Ho l'abitudine di non sfatare i miti. Mi rendono più accettabile il mondo.
Spero di aver reso chiaro il mio pensiero...
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