ciumeo
00giovedì 2 ottobre 2008 17:31
Il romanzo del canadese Richler merita a mio parere la fama che si è conquistato, e le copie vendute qua in Italia.
In quasi 500 pagine, una carrellata impressionante di personaggi, intrecci e considerazioni raccontano la vita e le opere di Barney Panofsky, produttore televisivo di un certo successo, in forma di autobiografia. L'uomo, progressivamente minato dai guai della vecchiaia, ripercorre i suoi tre matrimoni tra memorie distorte, piccole e grandi contraddizioni, con uno sguardo sempre ironico, amaro, divertente.
L'unica pecca che posso ascrivere al romanzo, se di pecca si può davvero parlare, è un nodo "giallistico", introdotto sin dalle prime pagine e risolto nel finale: sarà il mio occhio particolarmente attento, ma alla spiegazione ero arrivato già a metà libro. Non trattandosi di un giallo, ovviamente la cosa non ha guastato la lettura, e non è certo da escludere che l'effetto fosse desiderato dall'autore. Se qualcuno di voi l'ha letto, non mi dispiacerebbe sentire le sue ipotesi in proposito.
Consigliato praticamente a chiunque.