LULU - UN LIBRO PER TUTTI

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(Ipanema)
00martedì 3 ottobre 2006 18:51
Lulu, c'è un libro per tutti
con la filosofia open source
Il sito stampa solo gli esemplari che vengono venduti

di RICCARDO BAGNATO


Bob Young
SE NOVE libri su dieci vengono rifiutati dagli editori, non è necessariamente perché sono scritti male, ma più semplicemente perché non hanno mercato. Ne è convinto Bob Young, co-fondatore della Red Hat, la più famosa società open source al mondo, in visita in Italia per lanciare la sua ultima creatura: Lulu.com. Nato quattro anni fa, il sito è sbarcato in Italia questa settimana, e promette di dare la possibilità a chiunque di pubblicare, promuovere e vendere le proprie fotografie, cd musicali, cortometraggi, opuscoli, saggi, o raccolte di poesia.

Basta registrarsi, seguire le istruzioni, definire titolo, edizione, formato, autore, copertina e prezzo, caricare il testo, e il gioco è fatto. Si può decidere di venderlo facendone scaricare una copia in pdf, oppure metterlo in vendita solo in formato stampa, cd, o dvd.
In questo caso, ricevuto l'ordine, Lulu. com si preoccuperà di farlo stampare in Spagna o in Inghilterra e di recapitarlo al cliente. Si chiama print-on-demand, ovvero stampa-su-richiesta. Lulu.com stampa solo gli esemplari che vengono venduti. C'è un prezzo fisso per i costi di produzione che varia dai 5 ai 10 euro e una commissione pari al 20% sui diritti d'autore. Al centro della politica di Lulu.com c'è chi scrive l'opera. L'autore decide il prezzo aumentando o diminuendo i diritti, ma non deve più fare i conti con l'editore, solo con il mercato e i quindi i lettori.

Ma è davvero tutto così semplice? Chi garantisce sulla qualità dei libri? E come mai Lulu si presenta in Italia solo quattro anni dopo la propria nascita? Per trovare le risposte a queste ed altre domande abbiamo incontrato Bob Young a Milano. Sorridente, cappello rosso in testa, ma questa volta da baseball, il mago dell'open source parla di Adam Smith e Karl Marx come se parlasse del risultato di una partita di baseball al bar, della sua esperienza come Ceo della Red Hat e del perché ha abbandonato una delle più promettenti software house al mondo per dedicarsi completamente a Lulu.

"E' vero", ci dice Young, "siamo nati quattro anni fa, ma non potevano sbarcare in Europa senza prima mettere a punto tutti i servizi minimi per offrire un buon servizio. Le tipografie, il calcolo dell'iva, sono tutti passaggi necessari perché la semplicità di cui parliamo sia effettiva".

"D'altra parte siamo convinti che in Europa il successo di Lulu sarà ancora maggiore rispetto agli Stati Uniti. Basti guardare al successo del cellulare nel vostro continente". Cioè? "Ma sì. Per avere un telefono fisso i tempi e i costi di canone erano troppo alti rispetto ai benefici. Prima che negli Stati Uniti, dove le reti telefoniche erano meno costose e più efficienti, qui in Europa, il cellulare è apparso come una soluzione a molti disservizi e ritardi. Se una persona deve aspettare 20 o 30 giorni per ottenere un telefono fisso, tanto vale comprarsi il cellulare che, oltre alla comodità di averlo sempre con sé, può essere acquistato immediatamente. Così è Lulu. Per pubblicare un libro passano anni, e spesso non è nemmeno sufficiente. Noi offriamo a tutti la possibilità di farlo subito e di poter mantenere il totale controllo sui propri diritti d'autore, offrendo parallelamente un mercato molto più ampio rispetto a quello che possono offrire gli editori tradizionali".

Avete concorrenti? O pensate già a qualche partnership con siti come Amazon o editori tradizionali? "Di concorrenti ce ne sono, ma nella maggior parte dei casi offrono un servizio simile, ma a pagamento, mentre Lulu è completamente gratis. Per quanto riguarda gli editori o Amazon, il loro modello è opposto al nostro, più che cercare le loro partnership ci aspettiamo che prima o poi loro chiedano una partnership a noi, o semplicemente inizino a usare la nostra piattaforma per pubblicare e vendere online".

Lulu potrebbe essere particolarmente interessante per le Università, avete qualche rapporto con loro? "Sì, anche se a dire il vero le Università sono ambienti tradizionalmente conservatori e non concepiscono ancora i benefici di un sistema editoriale come Lulu. D'altra parte se le Università non lo capiscono, lo hanno compreso perfettamente gli studenti universitari, che pubblicano i propri saggi o le proprie ricerche".

Lulu è il fornitore di libri print-on-demand con la maggiore crescita al mondo, circa 55.000 titoli disponibili e oltre 1.500 nuovi titoli presentati ogni settimana. Come è possibile garantire una qualità dei contenuti con una crescita tale e nessun filtro?
"Vede, un editore tradizionale è contento se riesce ad avere 10 best-seller all'anno. Noi invece puntiamo a dare la possibilità a tutti di pubblicare. I guadagni saranno inferiori singolarmente, ma significativi sui grandi numeri. La qualità infine è un concetto che lasciamo giudicare al mercato, ai lettori. Noi non siamo editori, offriamo un servizio in cui abbiamo rimesso al centro l'autore, così come mi ha insegnato il mondo open source da cui provengo, se l'autore guadagna, noi guadagnamo".

(3 ottobre 2006
esteriade
00martedì 3 ottobre 2006 19:04
Cioè questi signori mettono sullo stesso piano un libro e un cellulare????????

Bah...staremo a vedere. Una casa editrice on-demand già attiva in Italia è la Lochness libri

Sono perplessa :o
Mahari
00domenica 18 marzo 2007 16:15
quella che segnali ESter, non è molto esplicita


Modificato da Mahari 18/03/2007 16.15
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