LA RIVINCITA DELLO SCRITTORE SULL'EDITORE (era ora!)

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(Ipanema)
00martedì 4 aprile 2006 09:34
Il concorso istituito a Londra da un miliardario incorona
una ex segretaria con una maratona culinaria in Rete
Dal blog al libro, è l'ora del blook
un premio per i testi nati nel web
dal nostro inviato STEFANIA DI LELLIS


LONDRA - E' la rivincita dello scrittore sull'editore, il trionfo del manoscritto che conquista il pubblico senza passare per il setaccio degli esperti di mercato, la salvezza dalle tenebre dell'anonimato per schiere di esordienti. E' il "blook" (un po' book, un po' blog), un ibrido che traghetta nel firmamento nobile dei libri i diari on line. Ora un concorso, il "Blooker Prize" (che strizza l'occhio a uno dei più famosi premi letterari del Commonwealth, il "Booker Prize") sancisce l'affermazione di questo nuovo genere: in gara i testi nati negli spazi del web come appunti, confessioni, resoconti delle attività e dei pensieri più diversi, ma con in comune la capacità di parlare ai lettori, tanto da risvegliare l'interesse delle case editrici tradizionali e trasformarsi in successi anche sugli scaffali delle librerie.

Ad aggiudicarsi il primo posto è stata Julie Powell, una ex segretaria di New York che ha deciso di realizzare in diretta sul web le 524 complicate ricette di un famoso manuale, "Mastering the art of French Cooking" di Julia Child, la bibbia dei fornelli con cui nel 1961 la cucina francese sbarcò in America.

"Julie&Julia. 365 giorni, 524 ricette, una piccola cucina", una maratona culinaria intrecciata con la vita quotidiana di una giovane donna e di suo marito e soprattutto con i consigli e il sostegno prestato da un popolo sempre più vasto di lettori internet. Stampato dalla Penguin, il libro ha già venduto 100 mila copie.

Con le sue pentole la Powell ha battuto le acrobazie sessuali di "Belle de Jour", la sedicente call girl inglese salita alle ribalta delle cronache di mezzo mondo un paio d'anni fa raccontando i dettagli del suo lavoro in un weblog visitato regolarmente da 15 mila persone al giorno. Ma ha anche stracciato un altro concorrente a sfondo "gastronomico", Russel Davies con il suo viaggio nei caffè londinesi "Eggs, Bacon, Chips and Beans". Nelle altre categorie (fiction e comics) si sono affermati un "romanzo gotico", "Four and Twenty Blackbirds" di Cherie Priest e "Totally Boned: a Joe and Monkey Collection", un fumetto ideato da un 24 enne, Zach Miller.

Il "Blooker Prize" è la creatura di un miliardario americano, Bob Young. Dopo aver accumulato una fortuna con un'azienda di software, ha inventato "Lulu.com". Il sito offre a chiunque la possibilità di mettere on line le proprie creazioni letterarie e non. La società poi le stampa solo su richiesta degli utenti. Messo su nel 2002, l'indirizzo ha già 20 mila titoli disponibili. Poche copie stampate per ognuno, ma complessivamente "Lulu.com" rimane con i conti in attivo e vende circa 50 mila volumi al mese. "I blooks sono i nuovi books, i nuovi libri - ha dichiarato entusiasticamente al Guardian Young subito dopo l'assegnazione dei riconoscimenti - Sono un ibrido, all'avanguardia sia della letteratura che della tecnologia".

Alla gara hanno partecipato 89 autori di decine di paesi. E il genere sta suscitando interesse ovunque. La blogosfera insomma è diventato terreno di caccia appetibile per gli editori che possono cercarvi nuovi talenti letterari, con il vantaggio di trovarli già testati dalla prova del contatto con il pubblico. Il problema è che ormai districarsi tra i tanti che si confessano via internet appare sempre più complicato: sono almeno 60 milioni i blog in funzione e il loro numero cresce al ritmo di 75 mila al giorno, con un arco di interessi - annota l'Independent - "dalla cipolla alla fisica quantistica".

Così presto per farsi notare i giovani autori non potranno far altro che tornare al classico calvario di inviare i manoscritti alle case editrici. E sperare in una e-mail di risposta.

(4 aprile 2006)
www.repubblica.it/2006/04/sezioni/spettacoli_e_cultura/blooker-prize/blooker-prize/blooker-pr...
(Ipanema)
00martedì 4 aprile 2006 09:37
è un'attività che mi sarebbe proprio piaciuta intraprendere: la "blogger scout"... perché sulla Rete di scrittori bravissimi e anonimi ce ne sono, e tanti! Alcuni davvero illuminati. Bisognerebbe scoprirli ma ancora, almeno qui in Italia, nessuno si dà pena di farlo...
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