Intensità della vita e scrittura

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
cattleja
00martedì 3 ottobre 2006 12:39
Premetto che ognuno ha la sua vita interiore che non si può quantificare, e allora come avrebbero fatto quegli autori immobilizzati su una sedia o in un letto, ma secondo voi una vita spericolata e movimentata può giovare davvero e arricchire l'esperienza, oppure priva la persona di riferimenti e crea l'effetto contrario?
TorreNord
00martedì 3 ottobre 2006 13:52
Ci sono persone che hanno viaggiato tanto ma non hanno visto niente. Sembra un controsenso, ma per vedere davvero le cose, dobbiamo soffermarci. E questo non tutti lo fanno. Dunque è probabile che una persona immobilizzata abbia sviluppato questa capacità e sia capace di viaggiare molto più di chiunque altro pur restando ferma.
oroboros
00sabato 11 agosto 2007 16:32
La vita interiore non è la carta carbone di quella esteriore. La seconda può anche esserle attaccata giusto per un capello. Si può essere intelligenti senza mai essere usciti di casa e, naturalmente, vale anche il contrario: stupidi e grandi viaggiatori. Ve lo dice uno che ha passato metà della sua esistenza in giro per il pianeta. C'è chi, pur parlando dieci lingue, non è in grado di esprimere un solo valore, e chi è capace di denudare la realtà in uno scalcinato e rozzo dialetto. Si sarà capito che parlo un dialetto... oltre a svariate lingue... [SM=g27828]
annarita77
00giovedì 22 novembre 2007 22:37
Dipende da che si intende per vita intensa. Cos'è che la rende intensa? la spericolatezza o viverla minuto per minuto assaporando davvero la vita? Il che non significa godersela il più possibile ma darle il suo reale significato di esistenza e dunque di parte del tessuto dell'eternità.

Dunque quando la persona ha nel cuore questa consapevolezza vive la vita fino in fondo e fino all'ultima sua goccia di intensità. Se poi questa persona è uno scrittore... allora la sua scrittura non può che essere collegata a quello che lo rende vero: la sua anima.

La vita interiore diventa allora la parte più importante e quella esteriore non diventa altro che un riflesso di quello che ciascuno porta nel cuore. La scrittura? Diviene un flusso di coscienza che parte dall'anima invece che dal cervello...
herman melville
00martedì 11 dicembre 2007 21:33
Re:
[QUOTE]Premetto che ognuno ha la sua vita interiore che non si può quantificare, e allora come avrebbero fatto quegli autori immobilizzati su una sedia o in un letto, ma secondo voi una vita spericolata e movimentata può giovare davvero e arricchire l'esperienza, oppure priva la persona di riferimenti e crea l'effetto contrario?[/QUOTE]

Secondo me non esiste una regola: leggendo una biografia della vita di Hemingway pare che non ci sia stato un posto che non abbia visitato, un pesce che non abbia pescato o un animale a cui non abbia sparato; della vita di Proust si ricorda giusto la sua stanza che aveva fatto foderare di sughero per barricarcisi dentro. Ognuno matura il suo stile di vita così come matura il suo stile di scrittura. Il rapporto tra universo interiore e mondo esteriore è un'alchimia dagli esiti troppo imprevedibili. Ma più che l'intensità della vita alla fine ci interessa l'intensità della scrittura.
RaffaeleAbbate
00giovedì 17 gennaio 2008 17:58
Vita intensa e scrittura intensa?
Può essere?
Ma non sempre è così.
Quello che conta è la fantasia non disgiunta dalla tecnica.
Credo che vada sfatato il mito dello scrittore che sotto dettatura della Musa scrive di getto la sua opera.

Anche l'episodio più banale della vita può fornire ispirazione
Renata M
00mercoledì 30 gennaio 2008 09:07
Pensa a Salgari, se può valere qualcosa. Oppure al fatto che A. Christie non era un'assassina. Per contro cito Chatwin, uno dei viaggiatori per eccellenza.
Io credo che scrivere sia intensità di per se, sia qualcosa che batte dentro, indipendentemente dalla vita che si conduce.
C'è chi vede il mondo e le anime che lo agitano anche dal fondo di un buco, c'è chi non lo vede nemmeno a cavalcioni della Statua della Libertà o avendo fatto parecchie esperienze "mondane" (in senso largo, ovviamente).
Swati83
00domenica 16 marzo 2008 17:22
sfogo e tecnica
La vita - e nello specifico - la mia vita è sicuramente la fonte delle mie aspirazioni letterarie o poetiche.
La mia vita allo specchio:
la scruto, la osservo, la scompongo, la deterioro e la ricostruisco.

E' per questo che non esiste solo lo sfogo, come hanno ricordato alcuni di voi.
La scrittura fatta di sola ispirazione o osservazione, non è mai abbastanza.

Ma come la vita allo specchio, anche una storia va scrutata, osservata, scomposta, deteriorata e ricostruita.
E l'arte, con il suo agglomerato di istinto, passione, sogno, deve necessariamente essere incorniciata da una tecnica e un sapere perfetti, nella consapevolezza non solo dei propri limiti, ma soprattutto di quelli della scrittura.


Shechan
00venerdì 25 aprile 2008 15:48
Mi viene in mente una bellissima canzone di George Harrison a questo proposito, "The inner light". Io mi trovo d'accordo con le sue parole

Without going out of my door
I can know all things of earth
With out looking out of my window
I could know the ways of heaven

The farther one travels
The less one knows
The less one really knows

Without going out of your door
You can know all things of earth
With out looking out of your window
You could know the ways of heaven

The farther one travels
The less one knows
The less one really knows

Arrive without travelling
See all without looking
Do all without doing
signorMessico
00mercoledì 26 maggio 2010 08:47
Da grande fan dei romanzi "on the road" credo che alla base della scrittura ci sia il concetto di "viaggio". Sia esso di natura spirituale o materiale è essenziale per lo scrittore.
Cosa avrebbe da raccontare una persona che non si sia mai chiesta:Da dove vengo? Dove sto andando?

wessico.blogspot.com/
LVB
00domenica 14 novembre 2010 04:08
se scrive una come me (la nullafacenza è davvero troppa...notare l'orarioXD), può scrivere anche un criceto [SM=g7299] non c'entra nulla il fatto di avere una vita attiva, anzi, forse è vero il contrario: dal punto di vista pratico, chi non ha le giornate piene (sia di cose da fare che di emozioni) ha più tempo a disposizione da dedicare alla scrittura. molti scrittori/disegnatori/ecc che conosco - dilettanti come me,si intende:P - sono persone molto sedentarie...
cattleja
00martedì 16 novembre 2010 22:24
e comunque non dimentichiamo che la scrittura ha avuto un grande incremento negli ultimi anni per la facilità del mezzo informatico. Una cosa che prima non esisteva, vuoi mettere, dover riscrivere tutto daccapo per un errorino? Oggi scrivono davvero in molti, anche gente che una volta non l'avrebbe mai fatto.
E il vero problema è che in tutto ciò non sono aumentati proporzionalmente i lettori...
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:05.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com