Alcuni libri che ho letto recentemente

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Writer54
00sabato 20 settembre 2008 17:45
Recensioni tratte dalle mia libreria su Anobii.

www.anobii.com/falco58/books

Le città invisibili di Italo Calvino

Le città e la memoria, le città e il desiderio, le città e i segni, le città e gli occhi, le città e i morti, le città e il nome, le città sottili, nascoste, continue... cinquantacinque gemme sfaccettate da una scrittura aerea e metafisica. Città come palcoscenici della nostra ricerca interiore, sospese sul vuoto, come Ottavia, o sotterranee, fino a non distinguere più le consuetudini dei vivi da quelle dei morti, il disegno urbanistico e quello del cosmo.
Riflesse come in uno specchio che duplica le immagini a perdita d'occhio o racchiuse come un pugno all'interno di altre estensioni, di altri insiemi di costruzioni, di spazio, di tempo. Un libro meraviglioso, fondato su repentini rovesciamenti che lasciano stupefatto chi legge.

L' impero del sole di James G. Ballard

"Le guerre vennero presto a Shangai, succedendosi l'un l'altra al modo delle maree che rimontavano rapide lo Yang-tze e restituivano alla sfarzosa città tutte le bare affidate all'acqua dai moli funerari del Bund cinese".
Questo libro di Ballard si distingue dalla restante produzione dell'autore: la catastrofe descritta non appartiene più all' "inner space", lo spazio interno che provoca regressioni nei protagonisti in sintonia con le distruzioni esterne, ma alla biografia dell'autore, ritrovatosi in un campo di concentramento giapponese a 11 anni, in seguito all'attacco di Pearl Harbour e della conseguente occupazione giapponese di Shangai.
La guerra è vista con gli occhi di un bambino impegnato in una durissima battaglia per la sopravvivenza: è una realtà atroce zeppa di cadaveri divorati dalle mosche, di trasferimenti a bordo di camion che caracollano per settimane intorno alla città di Shangai col loro carico di prigionieri sfiniti e incontinenti, di persone divorate dalla malaria e dal beri-beri; ma non perde le sua caratteristiche di grande, drammatico gioco agli occhi del protagonista.
Gli attacchi aerei, i piloti kamikaze, persino il fascino che esercitano gli aguzzini giapponesi, moderna "sindrome di Stoccolma", vengono vissuti da Jim come una specie di grandiosa coreografia che alimenta le sue fantasie adolescenti.
L' "impero del sole" è la testimonianza di una discesa all'inferno che culmina con il bagliore dell'esplosione atomica su Nagasaki:"un lampo di luce illuminò tutto lo stadio, un lampo accecante sopra le tribune dell'angolo sudoccidentale del campo di calcio", una discesa agli inferi in cui tuttavia il protagonista non perde il proprio carico di umanità e di speranze, nell'attesa di ritornare nella "città terribile", la città dove lo Yang-tze restituisce le bare affidate alla propria corrente.

Norwegian wood di Haruki Murakami

Norwegian Wood è un libro magnifico. Sembra che l'autore intinga la sua penna in una miscela di sostanze leggere, aeree e musicali. Mi venivano in mente, leggendo, quegli spazi aperti e curati definiti con qualche approssimazione "giardini zen". Eppure la vicenda narrata non è leggera, la rievocazione del periodo dell'università a Tokio nel biennio 68-70 non è di maniera o superficiale e l'autore non indietreggia neanche davanti a manifestazioni estreme come il suicidio giovanile o ai disturbi psicotici. Ma l'universo giovanile è narrato con maestria e la narrazione è vivida, si srotola come un tappeto morbido e vegetale, i protagonisti sono "veri" e chi legge segue le loro vicende con partecipazione ed empatia. Magnifico il ritratto delle due ragazze (Midori e Naoko), come anche quello del protagonista maschile, un antieroe dotato di una sua etica e di una sua visione del mondo.
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