"Il Confine" di Fabio Musati

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TorreNord
00mercoledì 16 aprile 2008 14:07
Premetto che ho inziato a leggere questo libro subito dopo "Ti trovo un po' pallida" di Fruttero e Lucentini che mi è piaciuto molto. Una ghost story con finale a sorpresa sapientamente costruito eppure... basta leggere il primo racconto de "Il confine" per rendersi conto che è possibile rappresentare in modo assolutamente nuovo e originale "storie di fantasmi". Sto parlando di "Un'ora sola ti vorrei" che è uno dei racconti meglio riusciti secondo me. Inizio frenetico, quasi spasmodico, poi frenate controllate con introduzione di elementi nostalgici e sentimentali, poi di nuovo accelerazioni e ancora piccoli breack che spaziano oltre "il confine", appunto. Bellissimo e da leggere tutto d'un fiato.

*** *** ***

Il secondo racconto "Adesso è la mia casa" oltre ad avere un valore umano e sociale, ci regala ampi scorci di città lontane dal sapore esotico attraverso i ricordi del protagonista che ci racconta la sua storia. Un musulmano vestito da cristiano, come si definisce e il suo rapporto privilegiato con una donna che aveva imparato a camminare tra le stelle.

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Il terzo racconto, "La lettrice", è un giallo che ha come protagonisti una casa editrice e il solito esordiente. Ma Fabio ha il pregio di intrecciare suspence e quotidianità in una ricetta unica e gustosa. Da seguire fino alla fine con il fiato sospeso.

*** ***

(Gli altri commenti nei prossimi giorni) [SM=g7413]
TorreNord
00giovedì 17 aprile 2008 09:16
Letti altre tre racconti.

VIA DA LI'.
La prima pagina di questo racconto è talmente ben scritta da sembrava una scena cinematografica perfettamente rappresentata fotogramma per fotogramma. Ho persino immaginato l'attore nei panni del barbone che si lava ai bagni pubblici: un Dustin Hoffman per esempio o un Tom Hanks.
Quanta gente è "sparita". Sparita dalla società cosiddetta "civile" solo perchè conforme alle regole e alle consuetudini. Sparita dai soliti noiosi, impossibili, ingiusti, crudeli luoghi. Sparita come inghiottita dalle metropoli. Fabio ha il pregio di aver raccolto la testimonianza di uno di loro. Il suo personale viaggio nell'inferno.

IL PRINCIPE.
Questo è il racconto che mi è piaciuto meno. Troppe rievocazioni. Naturalmente ben scritto, come tutti gli altri, ma manca di quel non so ché necessario per agganciare il lettore.

PERIFERIE NUMERICHE.
Chi ha visto "A beautiful mind" con Russell Crowe? Film magistrale che racconta la vita di John Nash famoso scienziato matematico schizofrenico. Questo racconto narra le vicende di un professore che a un certo punto comincia ad uscire fuori dagli schemi. Fuori dai binari. Inseguendo i numeri come se fossero dotati di intelletto o di coscienza. O di una propria volontà. Molto interessanti le spiegazioni "tecniche", le rappresentazioni fantastiche di numeri che non ne vogliono sapere di stare in riga. Racconto di pura evasione. Bello.

TorreNord
00venerdì 18 aprile 2008 15:11
LA SCELTA

Questo è uno dei racconti che preferisco. Uno di quelli che ti colpisce e ti segue per un po' anche dopo aver finito la lettura e riposto il libro nello scaffale. E' una storia dolorosa che parla di fratture, di scelte invalidanti. Ma soprattutto parla d'amore. Un amore estremo che non ha confini. E che appunto va oltre il confine.

NATURA MORTA

Giallo e arte si sa, sono una ricetta irresistibile. Sulla scia di Dan Brown ci prova anche Fabio confezionando una storia con quadri e delitti sullo sfondo. Un mosaico da decifrare pagina dopo pagina fino alla soluzione del caso.

DADDY

Ecco uno dei racconti che ho amato di più. Un uomo da un passaggio a una sconosciuta, una ragazzina. Una dark lady. Presente e passato viaggiano in parallelo. Ma l'epilogo è la parte più struggente del racconto. Verrebbe voglia di entrarci dentro e di fermare la scena con lei che va via. Portandosi appresso molto di più che la sua solitudine.
TorreNord
00venerdì 18 aprile 2008 15:32
RECENSIONE "IL CONFINE" DI FABIO MUSATI

Raccolta di racconti che guarda lontano. Oltre. Oltre l'umana comprensione, oltre le convenzioni, le certezze, le misure. Leggere questo libro è come gettare un sasso in uno stagno immaginario e poi restare a guardare i cerchi che si allargano e non si fermano. Alcuni racconti sono struggenti e malinconici, altri duri e spietati, altri ancora avvolti dal mistero, indecifrabili. Ma tutti hanno una comune matrice: i personaggi hanno attraversato il confine e non sono più gli stessi. C'è una porta tra il nostro mondo e quello "degli altri": cosa succede se qualcuno decide di aprirla? Quale mondo abiterà? Quale parte di sé stesso prevarrà? Immaginate di trovarvi davanti a quella porta. Voi cosa fareste?

Angela Catalini
(Commento inserito su IBS).
newat49
00venerdì 18 aprile 2008 15:35
Grazie per i positivi commenti. Noto che hai saltato un racconto: La variante di valico. Non ti è piaciuto proprio o è solo una svista.
Grazie ancora, Fabio-
newat49
00venerdì 18 aprile 2008 15:37
Re:
TorreNord, 18/04/2008 15.32:

RECENSIONE "IL CONFINE" DI FABIO MUSATI

Raccolta di racconti che guarda lontano. Oltre. Oltre l'umana comprensione, oltre le convenzioni, le certezze, le misure. Leggere questo libro è come gettare un sasso in uno stagno immaginario e poi restare a guardare i cerchi che si allargano e non si fermano. Alcuni racconti sono struggenti e malinconici, altri duri e spietati, altri ancora avvolti dal mistero, indecifrabili. Ma tutti hanno una comune matrice: i personaggi hanno attraversato il confine e non sono più gli stessi. C'è una porta tra il nostro mondo e quello "degli altri": cosa succede se qualcuno decide di aprirla? Quale mondo abiterà? Quale parte di sé stesso prevarrà? Immaginate di trovarvi davanti a quella porta. Voi cosa fareste?

Angela Catalini
(Commento inserito su IBS).



WOW!
la prossima volta so a chi chiedere la quarta di copertina!


newat49
00venerdì 18 aprile 2008 15:46
Però il commento su IBS non lo trovo...
TorreNord
00venerdì 18 aprile 2008 15:52
IBS in genere modera i commenti e quindi ci vorrà qualche giorno :-)

TorreNord
00lunedì 21 aprile 2008 12:20
cattleja
00lunedì 21 aprile 2008 13:04
l'HO ORDINATO!
Dovrebbe arrivarmi in 2 settimane
newat49
00lunedì 21 aprile 2008 13:24
Grazie dell'aiuto. Isa, appena esce il tuo lo ordino, fammi sapere.
TorreNord
00lunedì 21 aprile 2008 13:32
Isa, facci sapere appena esce il tuo libro che ne prendo una copia volentieri!
Hai ordinato il libro di Fabio? Buonissima lettura allora [SM=g7348]
cattleja
00lunedì 21 aprile 2008 14:15
Re:
TorreNord, 21/04/2008 13.32:

Isa, facci sapere appena esce il tuo libro che ne prendo una copia volentieri!
Hai ordinato il libro di Fabio? Buonissima lettura allora [SM=g7348]




Eh!!
Mi stanno facendo allungare il collo - da un giorno all'altro, da un giorno all'altro, ti faremo sapere...- e stiamo ancora qui. Beato chi c'ha un occhio!!!
cattleja
00martedì 13 maggio 2008 09:33
Fabio, mi è appena arrivato il tuo libro e ho già letto due racconti stamattina in metro!
Questo per rendere l'idea di come vanno giù bene.
Ho letto un'ora sola ti vorrei e, come dice Angela, è vero che ricorda un po' il racconto di Lucentini, in quell'ironia sottocutanea tipica di Fabio. Diciamo che a metà racconto avevo capito che c'era qualcosa (e da quando è uscito The Others e quasi tutti l'hanno visto, è diventato difficilissimo parlare di fantasmi senza farsene accorgere). La novità assoluta è questa confusione tra le due vite, quella del trapassato e quella dell'architetto, come se la vita e la morte fossero due dimensione che ogni tanto si intersecano.
L'altro racconto, La lettrice, mi è piaciuto molto come suspense iniziale e come preparazione. Diciamo che l'ho trovato meno originale del primo, forse l'idea dell'autore che si fa aiutare dal personaggio a trovare un'uscita non è nuovissima, però è scritto comunque molto bene e si fa leggere.
Presto ti dirò anche degli altri
cattleja
00mercoledì 21 maggio 2008 10:38
Ecco Fabio, un commento sui primi 5 racconti,
nei proissimi giorni commenterò anche gli altri:




Una serie di racconti in bilico tra una realtà oggettiva e un’altra parallela, inseriti entro un “confine” più o meno virtuale, con un sottofondo musicale ideale che chi legge è padrone di seguire o meno.

UN’ORA SOLA TI VORREI

Un uomo parcheggia la sua auto e torna appena in tempo per fermarla. Forse qualcuno gliela sta rubando. Ma l’uomo alla guida è uno strano tipo che abita in una villetta sul mare con la moglie e il figlio. Dal bollo auto, stranamente scaduto da cinque anni, l’uomo scopre che non si tratta della sua auto. Un intreccio di esistenze, uno scambio di vite e di prospettive con colpo di scena finale, opportunamente preparato. Finora è il racconto che mi ha maggiormente coinvolto. Una leggera eco alla Buzzati.

LA LETTRICE

Una ricostruzione fantasiosa del retroscena editoriale,vista dall’esordiente: al posto di un nutrito panorama di lettori immaginati dall’autore, ci sono in realtà due ragazze disoccupate che a tempo perso leggono l’intera mole di manoscritti che arrivano in redazione. Ma un Mister X sembra seguire le mosse di una delle due lettrici, conosce tutte le sue abitudini, come avrà fatto a introdursi passo passo nella sua vita? Il finale è ingegnoso.

IL PRINCIPE

Questo personaggio mi ricorda molto il Demian dell’omonimo romanzo di Hesse: è una presenza costante nella vita del protagonista, di un trasformismo proteiforme, saggio e al tempo stesso autodistruttivo. L’ho trovato un tantino cervellotico e un po’ faticoso da seguire, ma ha degli ottimi passaggi descrittivi e forse, questo personaggio, nella sua complessità, patisce la sorte della brevità della storia. Forse una maggiore estensione del racconto lo avrebbe reso meglio.

PERIFERIE NUMERICHE

Una visione ingegnosa della matematica. L’autore dimostra in questo modo di possedere una certa dimestichezza con i numeri e con la loro individualità. Una prospettiva numerica quasi autistica. Il protagonista, insegnante di matematica, ha sfumature pirandelliane quando viene preso per pazzo perché trova in ogni numero una vita propria, come se i numeri “cercassero da soli di ricombinarsi per ritrovare una soluzione”. Vertiginoso.

LA VARIANTE DI VALICO

Ambientazione a metà tra il casereccio e il metafisico, una fuga tra i bar di provincia di un paesino situato sull’appennino tosco-emiliano, sullo sfondo la parlata toscana schietta e un po’ becera, tra i cantieri dell’ANAS, inseriti in un paesaggio che ricorda a tratti certi film di Antonioni. Belli i passaggi tra le descrizioni dei funghi sott’olio, il calendario della Marini (le buone cose di pessimo gusto), un flipper che sballotta simbolicamente uno spaesato automobilista disperso in una terra di confine.
Writer54
00martedì 7 ottobre 2008 17:20
Ho iniziato (con colpevole ritardo) a leggere il "Confine". Il primo racconto mi ha ricordato, come approccio e come sviluppo, un racconto di Cortazar (credo fosse nel libro di racconti "Bestiario",) di cui non ricordo il titolo, in cui si registrava un'inversione di prospettiva rispetto all'assunto iniziale. Mi riprometto in questi giorni di proseguire nella lettura e di darvi le mie impressioni. Credo che il riferimento allo scrittore argentino (un gigante della narrativa) non sia casuale, ma mi riprometto di tornare sul tema a lettura inoltrata.
newat49
00giovedì 9 ottobre 2008 17:33
Grazie dell'accostamento a uno dei maestri assoluti della letteratura fantastica.
Attendo con interesse il tuo commento alla fine della lettura.
Writer54
00mercoledì 22 ottobre 2008 01:19
Re:
newat49, 09/10/2008 17.33:

Grazie dell'accostamento a uno dei maestri assoluti della letteratura fantastica.
Attendo con interesse il tuo commento alla fine della lettura.




Sono andato un po' avanti con la lettura.
Queste le mie impressioni su altri 5 racconti.

"Adesso è la mia casa" La storia è bella, l'immigrato egiziano che si ritrova a fare da sagrestano in una chiesa cattolica senza rinunciare alla sua fede è un personaggio che stimola l'empatia di chi legge. La parte più intensa, a mio giudizio, è quella fuori Milano, la "città dei morti" e le stelle di Marsa- Alam. Un testo ben scritto e più lineare del precedente.

La lettrice: è un gioco, un divertissement in cui proponi due piani di lettura che alla fine si fondono. Molto divertenti e un po' amare le considerazioni della lettrice sulle pretese e le manie degli autori esordienti. Più che Chandler, il racconto mi ha ricordato le atmosfere brillanti di certi racconti di Amis.

Via da lì: Struttura a incastro, sia per la concatenazione asimmetrica dei tempi, sia per il modulo narrativo prescelto (il presente drammatico del protagonista, e due flash back in momenti diversi che, verso la fine, si saldano alla condizione iniziale). Uno dei racconti migliori, duro e senza speranza. Forse un po' di maniera la descrizione della prostituta senegalese.

Periferie numeriche: mio padre lo apprezzerebbe moltissimo. Lui è convinto che i numeri abbiano una loro intenzionalità, una loro dinamica che travalica il campo della matematica. Il racconto è piuttosto allucinato. La realtà surreale del Pericentro, il premio "periferie letterarie" descritto con sarcasmo graffiante, la piattezza della moglie - banale anche nel sua relazione con il responsabile delle comunicazioni- fa da contrappunto alla visione allucinata del protagonista che vuol far volare i numeri ed è prigioniero del suo universo autistico-matematico. Se volessi accostare questo testo a una musica, il riferimento migliore è "la musica per aeroporti" di Brian Eno, musica che non ho mai ascoltato con attenzione (è musica ambientale)ma che mi appare perfetta nel descrivere il senso di spersonalizzazione che questo testo mi ha lasciato.

La variante di valico: Mmm, è il racconto che mi è piaciuto di meno. Contiene momenti godibili (il rasta di pian del Voglio giocodipendente; i tifosi dell'Acquasparta) ma non mi ha lasciato granché.

L'impressione è che i tuoi testi raccontino situazioni-limite (di confine, appunto) più per il modo in cui sono narrati che per l'oggetto prescelto. Le strutture lineari sono sostituite da struttura elicoidali, scansioni temporali anomale, inversioni realtà- sogno, incubi che si trasformano in risvegli, allucinazioni urbane descritte con uno stile che oscilla tra surreale e iperrealismo (l'ipercosa).
Il senso di vuoto e mancanza di significati che caratterizza la situazione attuale è ben resa mediante atmosfere stralunate che, anche quando virano nel fantastico, mantengono un solido aggancio con l'insensatezza quotidiana.
Non sempre questi testi (ma è una valutazione soggettiva) mi hanno veicolato un forte piacere di lettura, come se i testi fossero a volte contaminati dal contesto dentro il quale sono collocati, quell'agglomerato di spazi amorfi, ambizioni meschine, piccole relazioni e consuetudini insensate che affliggono la modernità attuale e la nostra esistenza quotidiana.
newat49
00venerdì 24 ottobre 2008 13:31
Claudio, direi che hai centrato in pieno il libro. Non saprei descriverlo e descrivermi meglio. Accetto il commento su quanto il mio stile diventi faticoso e non sempre piacevole per il lettore. Ci rifletto, ma ammetto di non cercare di appagare il lettore, quanto più di stordirlo, forse per farlo entrare in sintonia col mio stato di stordimento perenne...
Grazie, Claudio.
newat49
00venerdì 24 ottobre 2008 13:35
Dimenticavo: Claudio (e gli altri che l'hanno letto), mi farebbe piacere vedere una sintesi del tuo commento (così, con i chiari scuri) su IBS. Grazie
Writer54
00domenica 26 ottobre 2008 16:49
Ho mandato una minirecensione su Ibs. A giorni dovrebbe apparire.

Ciao.

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