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arricia

Ultimo Aggiornamento: 14/04/2011 21:56
14/04/2011 21:56
zelaph111
[Non Registrato]
ecco qui la seconda parte del prologo
nel blog trovere gia pubblicato l'intero prologo e parte del primo capitolo

http://mysciencefictionbook.wordpress.com/2011/03/




PROLOGO (2/7)




Fu allora che l’ing. Vigna si rivolse al prof. Rovetta, esperto in nanotecnologie, ed insieme elaborarono un apparato meccanico che permettesse di sfruttare come memoria, oltre all’hard disk, anche tutte le altre componenti che costituiscono il computer. Ogni singolo elemento del super computer così sviluppato poteva essere utilizzato come memoria di dati, a patto che tali componenti fossero costruiti di policarbonato fotonico.
In linea di principio, sfruttando tale accortezza, era possibile utilizzare come memoria fisica qualunque oggetto costituito da policarbonato fotonico. Da queste ricerche sono nate le attuali innovazioni tecnologiche che hanno portato, ad esempio, alla creazione degli syborg-occhiali, che permettono di fare tutte quelle operazioni un tempo realizzabili solo con i vecchi pc. Anche la carta di credito è costituita da policarbonato fotonico, permettendoci di essere aggiornarci sul lavoro, sulle notizie, sui trasferimenti bancari e sulla salute.
Fu a causa di queste scoperte che qualche anno dopo l’Agenzia per la Sanità Pubblica (ASP) creò una equipe, costituita dal prof. Rovetta, dall’ing. Vigna, dal dott. Silvestri e dall’ing. Caputo, un giovane ingegnere bio-chimico che lavorava nel campo dell’intelligenza artificiale, per iniziare degli studi in campo medico.
Il gruppo riuscì a creare un organismo sintetico che autonomamente individuava e distruggeva infezioni di tipo batterico e virale. Il grande sforzo di trovare un anticorpo per tutte le malattie allora conosciute era stato finalmente compiuto. La nanotecnologia unita a programmi di evoluzione genetica aveva portato alla nascita del Teraform, un organismo sintetico delle dimensioni di un batterio, autonosufficente ed auto replicante, dotato di intelligenza artificiale e capace di imparare dall’interazione con l’ambiente in cui era inserito.
Il gruppo guidato da Rovetta cominciò i primi esperimenti su cavie animali ottenendo buoni risultati. Ci si accorse però che il Teraform, dopo aver debellato l’infezione, continuava a replicarsi fino all’esaurimento degli elementi presenti nell’organismo ospite, portandolo alla morte. Era necessario trovare una soluzione a questo inconveniente che minacciava il buon esito della ricerca.
Si decise così di sfruttare le particolarità fisiche del policarbonato fotonico.
L’idea fu quella di impedire al Teraform, durante l’autoreplicazione, di trasferire le informazioni dall’individuo padre a quello figlio. La memoria centrale doveva essere localizzata in una singola unità di Teraform, mentre le altre unità prodotte durante l’attacco all’infezione, dovevano essere configurabili ad eseguire esclusivamente il programma di distruzione delle cellule infette e dei batteri ed infine auto-distruggersi. Una volta eliminata l’infezione il Teraform memoria, acquisiti i dati dell’organismo sanato, abbandonava l’organismo ospite per collegarsi e trasferire i dati nel computer centrale del laboratorio e successivamente auto-distruggersi. Giovanni ed Andrea dopo mesi di estenuante lavoro riuscirono ad effettuare queste modifiche e ricominciarono la sperimentazione.

“Giovanni, porta Billy5 nella camera iperbarica per l’iniezione del Teraform” disse Andrea, mentre si apprestava ad indossare la tuta anticontaminazione.
Giovanni preso il topo dalla gabbia lo sterilizzò dalle contaminazioni esterne, procedimento necessario per mantenere alto il livello di purezza dell’aria nella camera iperbarica, lo pose nel tubo che lo fece cadere in una piccola scatola di vetro posizionata al centro del tavolo.
Andrea si sedette davanti alla console di controllo dei bracci meccanici che cominciarono a ruotare intorno al topo, bloccandolo per la testa, ed iniettando con una siringa il siero contenente una soluzione di Teraform e sonnifero.
“Ecco fatto, ora non ci resta che aspettare venti minuti e potremo leggere i dati sul monitor” disse con aria soddisfatta Andrea.
“Dobbiamo riuscire a terminare queste prove entro oggi se vogliamo essere pronti ad esporre i risultati al convegno di lunedì prossimo. Sergio non crede che riusciremo a terminare in tempo. Ho dato un’occhiata alla relazione che ha preparato e non ho visto nulla che faccia riferimento agli esperimenti condotti nell’ultimo mese. Sarà per lui una grossa sorpresa se gli presenteremo una relazione completa di queste prove, che dimostrano l’esattezza della sua ipotesi.”
“Certamente – rispose Giovanni, annuendo con la testa – In questi ultimi tempi non riesce nemmeno a dormire e lo trovo spesso scontroso, nonostante il suo carattere calmo e pacato. Il vigilante mi ha riferito che la notte resta in laboratorio fino alle quattro del mattino e poi ritorna alle otto. Con tutti i problemi che ha a casa non so come stia riuscendo a non impazzire. L’ho sempre ammirato per questo fin dalla prima volta che mi contattò per invitarmi a far parte di questo gruppo.

Continua.....
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