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Autore

IN PRIMA PERSONA SINGOLARE

Ultimo Aggiornamento: 27/04/2009 16:36
08/11/2008 11:17
Post: 196
Registrato il: 23/09/2008
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Una recensione del mio primo libro da "www.ladigetto.it"
Il libro della settimana – Di Guido de Mozzi

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Autrice: Cristiana Pivari
Titolo: In prima persona singolare

Editore: Il Filo Srl 2007
Pagine 82




IL CONTENUTO
Proviamo mai a metterci nei panni degli altri, “in prima persona singolare”? A dire “io” e a pensare e agire come un altro penserebbe e agirebbe? Cristiana Pivari lo ha fatto e dal suo esperimento è nata questa coinvolgente raccolta di racconti. Vicende straordinarie nella loro quotidianità, uomini e donne alle prese con situazioni diverse, cariche di significato e di spunti per riflettere. Il sogno di avere a disposizione un’ingente somma di denaro. Il passato che, di continuo, interferisce con il presente, o le azioni altrui che, inevitabilmente, si riflettono e modificano le proprie certezze. La decisione di dire, almeno una volta, ciò che si pensa veramente. I personaggi che popolano il mondo di In prima persona singolare, con armonia e semplicità parlano di sé, si rivelano, testimoni di una società troppo spesso superficiale.

IL COMMENTO
Cristiana Pivari è nata a Trento il 1° giugno 1956, quindi è una nostra illustre concittadina. Ha vinto numerosi premi letterari, tra i quali vale la pena ricordare che nel 2006 ha avuto una menzione al premio «Il camaleonte – Città di Chieri» con il racconto «Una storia non triste». E non sono tristi neanche i 10 racconti che ha raccolto in questa pubblicazione, neppure quelli che ne avrebbero tutti i presupposti, e questo va a tutto rispetto della nostra autrice.
Devo dire che anche a me piace scrivere in prima persona singolare, ma proprio per questo so che una delle cose più difficili per uno scrittore è quello di entrare nei panni di personaggi diversi da quello che si è, ed è quasi impossibile fingere di essere di sesso diverso dal proprio senza tradire il proprio genere. Lei ci è riuscita e questo va a tutto suo onore. Ma è riuscita ad interpretare in prima persona ruoli con età e caratteristiche peculiari completamente diverse l’una dall’altra, e anche qui è stata bravissima.
Di ognuno di questi racconti bisognerebbe scrivere una recensione a sé, ma sono così brevi che non si può farlo senza in qualche modo raccontare anche la storia stessa e, ovviamente, togliendo la mano felice dell’autrice e quindi lo stesso interesse letterario offerto dalla lettura.

Non si dovrebbe farlo tra colleghi, ma voglio lo stesso provare ad esprimere cinque considerazioni sull'amica Cristiana. Forse mi perdonerà, forse no. Ad ogni modo eccone una in premessa, una sul suo modo di esprimersi, poi sulla raccolta nel suo insieme, qualcosa sui singoli racconti e infine una in conclusione.

Anzitutto, così brevi, i racconti di Cristiana Pivari racchiudono il loro significato a volte in una sola battuta, talvolta in un finale a sorpresa, talora in una sottile logica svolta sul filo dell’intera trama. In effetti, dopo aver letto uno o due dei suoi racconti, il lettore si aspetta sempre la sorpresa finale, una logica portante e il significato che ha spinto la nostra Cristiana a prendere il computer e gettare la sua storia. Questa è forse la cosa più interessante, perché anche nei romanzi a lunga gittata l’interesse viene spesso nutrito dal termine di un capitolo, scritto in modo da invitare il lettore a incominciare subito quello successivo.

Il volumetto nel suo insieme è piacevole da leggere, è scorrevole e pieno di sottili espressioni letterarie che ne fanno una vera e propria piccola delizia. Degli esempi con, tra parentesi, il mio occhiello.
- Pagina 17: (Passa parola) «E' un classico. Le voci corrono e quando arrivano sono completamente distorte, in questo caso esagerate. »
- Pagina 31: (L'istruzione) «C'è stato un tempo in cui mi preoccupavo di instillare in piccole menti grandi valori, conditi con regole grammaticali per poterli esporre correttamente, con nozioni si storia e geografia per poterli collocare nel tempo e nello spazio.»
- Pagina 36: (Provocazione) «E se decidessi di nascere omosessuale?»
- Pag. 53: (Malattia professionale) «... così come li definiva mia suocera, che a furia di "Selezione del Reader Digest" aveva subito anche la selezione naturale dei neuroni».
- Pag. 59: (Una botta e via) «Non dico che soffrisse di eiaculazione precoce, ma di smania di andarsene in fretta, un po' sì.»
- Pag. 69: (Dire sempre quel che si pensa) «E' pazza.» Penso. «Forse hai ragione.» Dico.

Se poi vogliamo dare un «corpo» alla raccolta, direi che potrebbe essere collocata in una sorta di «ciclo dei vincenti», perché ogni storia alla fine non lascia l’amaro in bocca al lettore (neanche quando finisce tragicamente). Una portante di riscatti, di riprese, di rinunce, di rilanci in avanti, di «pari e patta», che offre e trasmette sempre una vera forma di ottimismo.

Per quanto riguarda i singoli racconti (provo parlarne senza riportare il contenuto), parlerò di alcuni, senza per questo sminuire quelli che non cito.
Nel primo, intitolato «Dacci oggi il nostro pane quotidiano», l’autrice parla in prima persona da maschietto e merita leggerlo per verificare quello che ho detto all’inizio. Ma è anche il primo della serie ed è la chiave di lettura dell’intera partita.
Il terzo, intitolato «Povera donna» è molto triste, ma è narrato in modo così positivo da rendere accettabile anche la situazione di estremo disagio che vi si trova.
Anche «Figlio di puttana», il sesto della serie, ha un finale a sorpresa. Anche se alla fine della lettura si scopre che «non poteva finire che così», in effetti lo si ammette solo all’ultima riga.
Il penultimo, «Oggi è un bel giorno per morire», offre invece una soluzione inaspettata, tale da rimettere in riga anche i pensieri più neri.
Dulcis in fundo «Nata oggi», ultimo della serie, che rappresenta un po’ l’anima dell’autrice, perché ripropone l’evoluzione naturale della Donna. Niente femminismo, sia ben chiaro, solamente presa di coscienza culturale.

A parte la brevità del volumetto (82 pagine, tutto compreso), concluderei dicendo che se questa è stata una prova generale di Cristiana Pivari prima di scrivere un romanzo intero, maturo e complesso, direi che c’è riuscita benissimo e che il risultato è più che incoraggiante. Ci auguriamo quindi di vederla presto sugli scaffali tra i best seller.




14/10/2007





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17/02/2009 10:41
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In prima persona singolare - mie impressioni
Cristiava Pivari è un’autrice trasformista, possiede una rara capacità mimetica e con questi dieci raccontini è riuscita a dimostrarcelo. In prima persona singolare è una raccolta, sembrerebbe, scritta appositamente per calarsi nelle esistenze più disparate, sempre mantenendo una spietata autocritica, un occhio vigile a cogliere gli aspetti salienti di ogni situazione.
Una composita galleria di personaggi, tutti visti da dentro, a volte parlandosi addosso, altre volte con un linguaggio più stupito, quasi attonito, nelle pieghe più riposte dei loro destini, talvolta al limite del comico, altre volte drammatici, sempre mantenendo la padronanza di sé, una quieta coscienza consapevole e lucida, perfino nelle tragiche scelte finali. Uomini e donne, senza distinzione, sono tutti mossi da un’urgenza a definirsi, con una potenza descrittiva che li fa quasi uscire dalla pagina.
C’è la coppia destinata ad incontrarsi, un ragazzo arabo un po’ emarginato e una giovane disabile, e il loro vissuto individuale che precede l’incontro in forma di diario, qui la narrazione è intessuta in modo tale, che l’epilogo del loro incontro sembra la cosa più naturale del mondo, c’è la povera barbona che vive rari sprazzi di lucidità e ricorda a fatica la vita passata e il suo dramma rimosso, c’è il ragazzo naif, una specie di Forrest Gump, vissuto in una realtà ovattata e falsa, che, scoprendo la reale occupazione di sua madre prenderà una tragica decisione. C’è l’eterna ragazza che ripercorre la sua vita passata fino a decidere di morire, ma sbaglia dose di sonnifero. C’è la trentaseienne vittima dei giudizi materni per colpa dei quali non ha mai acquisito sicurezza in se stessa. C’è persino un’anima disincarnata proveniente dal dramma dell’olocausto, la quale, sospesa in una dimensione celeste, sta meditando sulla scelta di un nuovo corpo in cui reincarnarsi.
Una serie di siparietti, di figure ben delineate, nelle quali, in qualche vivida descrizione, a tratti si intravede l’autrice, un po’ come nei vecchi film di Hichckok ogni tanto il regista faceva un'apparizione, come a dire: io creo, invento, faccio apparire dal nulla, ma intanto sono qua, burattinaio immancabile e onnisciente.

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21/04/2009 15:52
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Re: In prima persona singolare - mie impressioni
Cat, scusa, ma lo leggo oggi per la prima volta. È bellissimo, hai centrato in pieno l'essenza del mio scrivere con quell'onniscenza da burattinaia. Sei semplicemente fantastica, grazie.







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21/04/2009 16:56
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Cistiana, vado a ordinare il tuo libro e ti prego di fare lo stesso col mio Angelo nero, poi ci recensiamo a vicenda.
Senza vergogna, bisogna darsi una mano, sempre nel rispetto del lettore e nell'onestà reciproca.
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Re:
newat49, 21/04/2009 16.56:

Cistiana, vado a ordinare il tuo libro e ti prego di fare lo stesso col mio Angelo nero, poi ci recensiamo a vicenda.
Senza vergogna, bisogna darsi una mano, sempre nel rispetto del lettore e nell'onestà reciproca.


ok capo






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Mi piaci quando ubbidisci.
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Re:
newat49, 21/04/2009 19.34:

Mi piaci quando ubbidisci.


al punto che l'ho già ordinato [SM=g7340]







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idem
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Re: Re: In prima persona singolare - mie impressioni
crisaliderosa, 21/04/2009 15.52:

Cat, scusa, ma lo leggo oggi per la prima volta. È bellissimo, hai centrato in pieno l'essenza del mio scrivere con quell'onniscenza da burattinaia. Sei semplicemente fantastica, grazie.






Alla buonora, Cris!
e comunque niente di che, e dovrei pure completare il commento
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22/04/2009 11:58
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Il commento ora lo trovi anche sul mio blog qua sotto
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22/04/2009 17:49
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Re:
cattleja, 22/04/2009 11.58:

Il commento ora lo trovi anche sul mio blog qua sotto



Visto, grazie ecosì ora ho un altro posticino dove ficcare il naso. Tu hai la stoffa della critica letteraria, sai cogliere anche quello che l'autore stesso non coglie. La storia della burattinaia continua a farmi riflettere e ho deciso di farla sparire per un po'. Mamma mia quante cose imparo da 'sto forum... [SM=g20541]







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22/04/2009 18:39
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Che emozione! I miei primi diritti d'autore arrivati freschi freschi. Ben 140 euro lordi!





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23/04/2009 09:16
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Re:
crisaliderosa, 22/04/2009 18.39:

Che emozione! I miei primi diritti d'autore arrivati freschi freschi. Ben 140 euro lordi!




Vedi che soddisfazione!
Il mio editore col cavolo che mi fa vedere il becco di un quattrino...
ma il romanzo è appena uscito e già i diritti d'autore? è una cosa seria allora...
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23/04/2009 13:51
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Re: Re:
cattleja, 23/04/2009 9.16:




Vedi che soddisfazione!
Il mio editore col cavolo che mi fa vedere il becco di un quattrino...
ma il romanzo è appena uscito e già i diritti d'autore? è una cosa seria allora...


Cat, il mio libercolo risale al luglio 2007 e non a caso in certi punti lo trovo così ingenuo da farmi tenerezza [SM=g7375]






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27/04/2009 14:30
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Ricevuto oggi, lo leggo in aereo domani.
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27/04/2009 15:43
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Re:
newat49, 27/04/2009 14.30:

Ricevuto oggi, lo leggo in aereo domani.


del tuo non c'è traccia, ne' un qualcosa di conferma, che faccio? l'ho ordinato dall'editore. È normale?






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27/04/2009 15:58
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Tranquilla, non l'ho ricevuto ancora nemmeno io...
Registrano le prenotazioni, poi quando hanno il libro dalla tipografia (a giorni... ma è a giorni da un paio di settimane...) provvedono con le spedizioni.
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27/04/2009 16:36
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Re:
newat49, 27/04/2009 15.58:

Tranquilla, non l'ho ricevuto ancora nemmeno io...
Registrano le prenotazioni, poi quando hanno il libro dalla tipografia (a giorni... ma è a giorni da un paio di settimane...) provvedono con le spedizioni.


ah ok, allora attendo







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