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Un'intervista per questo sabato, una nuova autrice.
Amneris Di Cesare ha tanto da raccontare fra le pagine del suo romanzo, Nient'altro che amare, che si sta rivelando già un piccolo successo editoriale.
Amneris Di Cesare, i tuoi numeri!
I miei numeri preferiti sono il 7 e il 9. Ma amo molto anche l'8. E tutti i loro multipli, ovviamente. Per la serie: non ho un vero e proprio numero fortunato.
Adesso presentiamoci!
Sono di Bologna, italiana ma nata in Brasile. Mamma a tempo pieno e collaboratrice free-lance per riviste femminili. Ho iniziato a interessarmi alla scrittura attraverso le web communities di MSN e successivamente frequentando forum di scrittura creativa e tenendo un suo blog personale Scarabocchi, (http://aquanive.wordpress.com/) dove pubblicavo i miei primi racconti. Ho partecipato a svariati concorsi letterari ottenendo discreti piazzamenti. Ho pubblicato il saggio "Mamma non mamma: la sfida di essere madri nel mondo di Harry Potter" sulla saga di Harry Potter nell’antologia benefica Potterologia: dieci as-saggi dell’universo di J.K. Rowling edito da CameloZampa Editore uscito il 3 ottobre 2011; un mio racconto, invece, intitolato "Zanna" è presente nell’antologia di racconti animalisti "Code di Stampa" edito da La Gru Edizioni, uscito il 15 novembre 2011; in Giugno 2012 infine è uscito il mio romanzo d’esordio, Nient'altro che amare, per i tipi della CentoAutori Edizioni.
Amneris Di Cesare, autrice di Nient'altro che amare, uscito per EdizioniCentoAutori. Parliamo del romanzo, della sua genesi.
Il romanzo Nient'altro che amare è nato tre anni fa, e da un racconto che non mi riusciva di scrivere bene, come volevo io. Dovevo scrivere un racconto di 20.000 battute per una rivista periodica femminile e subito, lasciandomi trasportare dalla scrittura mi è uscito un racconto di 60.000 battute. A quel punto dovevo scegliere: ridurlo, tagliarlo o ampliarlo. Farne qualcosa di diverso. Ovviamente ho scelto la seconda opzione e per la rivista ho scritto un altro racconto.
La protagonista è Maria, da tutti in paese chiamata "a' zannuta" perché ha i denti davanti prominenti che le conferiscono l'aria un po' assonnata e pacifica di una coniglia. E le somiglianze con questo animale non si fermano a questo. Maria è una donna emarginata dalla sua stessa gente ma che sarà umiliata, maltrattata, violentata ma anche molto amata. Avrà infatti molti figli da tanti uomini, tutti diversi.
Il tuo rapporto con la scrittura e i tuoi personaggi.
Scrivere - insieme al leggere, perché non riesco a prescindere dalle due cose - è la mia ossessione. Il mio vizio. Il mio piccolo spazio privato e intimo che mi sono riservata nella vita. La famiglia mi assorbe, mi risucchia quasi completamente. Quel "quasi" sta appunto per "scrittura".
Con i miei personaggi ho un rapporto molto vivo e viscerale: io li vedo, li sento, anzi a volte con me sono proprio prepotenti. Non mi permettono di cambiare la loro storia. Vogliono che io la racconti esattamente come loro mi dicono di raccontarla. E quando hanno finito di raccontare, non c'è verso di cavar fuori da loro qualcosa in più...
C'è un personaggio o una situazione nel tuo romanzo cui sei particolarmente affezionata?
Nel mio romanzo Nient'altro che amare mi sono letteralmente "innamorata" di Hans, il marinaio che arriva al paese di Maria a' Zannuta e che ha una storia (e un figlio) con lei. Ancora adesso trovo che sia un personaggio bellissimo e misterioso. Mi piacerebbe sapere di più su di lui, ma la Zannuta non mi sa dire nient'altro che quello che mi ha detto... Forse farò delle ricerche sulle navi mercantili delle lontane Americhe, chissà che non sappia qualcos'altro su di lui...
Sentiamo spesso dire che in Italia si legge poco, ma che di contro si scriva tanto. Tu cosa ne pensi? Luogo comune o paradossale realtà?
Purtroppo è vero. Non ci credevo, ma ho scoperto che è così. Qualche tempo fa, un amico di mio figlio mi disse che "da grande avrebbe fatto lo scrittore". Perché mi piace molto scrivere e inventare storie, soprattutto fantasy, mi disse. Oh, bene, risposi io, allora hai letto...? Alla sua risposta negativa, proposi un'altra gamma di titoli - basilari per chi ama il genere, da Tolkien a C.S. Lewis, Ursula K. Leguin per passare dall'italianissima e grandissima Silvana De Mari - e alla mia meraviglia nel vedere che non ne aveva non solo letti nessuno, ma neppure sentito parlare si giustificò, stringendosi nelle spalle "Sì, a me piace molto scrivere, ma proprio quello che non mi piace fare è leggere!". Ecco qua, ho pensato. Tutto vero.
Libro cartaceo e libro digitale. Guerra all'ultimo sangue, o fiera alleanza?
Amo moltissimo il libro cartaceo, soprattutto perché io leggo sempre con una matitina che fa da segnalibro (conservo quelle consumate da troppo uso del temperamatite dei miei figli a scuola) per sottolineare i passaggi più belli o scrivere le mie considerazioni o i miei dubbi. Sul libro digitale questo non si può fare. Ma i libri pesano molto, sono ingombranti e soprattutto... costano molto, ultimamente. E il libro digitale, soprattutto con il Kindle, risolve questi ultimi problemi. Io mi auguro in una fiera alleanza tra le due cose: un libro molto bello, che vale la pena rileggere e sottolineare si può prima leggere in digitale ed eventualmente poi comprare in cartaceo per conservarlo in entrambi i formati. Mentre un libro mediocre o proprio brutto, si può cancellare senza aver fatto soffrire un albero per niente...
Progetti in campo?
Ho due romanzi nel cassetto che sto proponendo a editori. Spero in una risposta positiva per almeno uno dei due. E... forse uno spin-off della "Zannuta", ma stavolta ambientato in Brasile. Ma... non ditelo in giro, perché è un segreto!
Marco Mazzanti
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Ginger Rogers eseguiva tutti i passi di Fred Astaire, ma all'indietro e sui tacchi a spillo.
Remember, Ginger Rogers did everything Fred Astaire did, but she did it backwards and on high heels
(Faith Whittlesey)