SIMONETTA SANTAMARIA

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(Ipanema)
00giovedì 5 ottobre 2006 20:53
Non ha un blog, non ancora. Ma è una scrittrice da tenere d'occhio. Prima di tutto perché scrive noir, e questo è un genere che è di solito dominio dell'universo letterario maschile, e scrive un noir di valore. Secondo perché ha vinto nel 2005 il Premio Lovecraft e, diciamocelo, non è da tutti, con un racconto che vi consiglio di leggere sul suo sito, perché davvero mette i brividi, e il finale non è affatto scontato.
Terzo, perché tra tutte le altre cose è anche simpatica, gentile e non se la tira per niente. E anche questa è cosa buona. :D ;)

Scherzi a parte, vi segnalo con molto piacere il sito web (e questo sito parlerà per lei molto più di me) di Simonetta Santamaria

www.simonettasantamaria.net

[Modificato da (Ipanema) 05/10/2006 20.54]

cattleja
00venerdì 6 ottobre 2006 09:14
Bah!!!
se tutto quello che scrive somiglia al raccontino che si legge sul sito, mumble mumble!!!
infarcito di frasi fatte, esterofilo...la solita autrice che per scrivere noir ha bisogno di parlare inglese.
'nsomma!!!!!
(Ipanema)
00venerdì 6 ottobre 2006 11:08
Re:

Scritto da: cattleja 06/10/2006 9.14
Bah!!!
se tutto quello che scrive somiglia al raccontino che si legge sul sito, mumble mumble!!!
infarcito di frasi fatte, esterofilo...la solita autrice che per scrivere noir ha bisogno di parlare inglese.
'nsomma!!!!!



In effetti in questo raccontino i personaggi hanno nomi americani, ma che vuol dire? Calogero e Santuzza sarebbero andati bene uguale... vero, ma forse non avrebbero avuto lo stesso impatto (ci sono locali per massaggi così particolari in Italia? non lo so, non me ne intendo molto... :imb: )

E ti dirò, ultimamente mi sto rendendo conto che per certi racconti, i nomi italiani non rendono poi così tanto, e infatti, mi sto facendo un elenco di nomi "esotici" "esteri" per i prossimi racconti e/o romanzi. E sai come faccio? Uso i mittenti delle mail spammatrici che mi arrivano a quintalate al giorno... ci son certi nomi bellissimi!

Non sono poi più così tanto d'accordo sull'italianizzare sempre i propri scritti. Ognuno dovrebbe poter scrivere e prevedere le ambientazioni come gli pare. Pensa a me, che voglio scrivere "romance" (vedi? non c'è neppure il termine italiano per definire il genere... sentimentale? bleah!) e immaginati una grande storia d'amore, rocambolesca e intricatissima, con i personaggi che si chiamano Calogero e Santuzza... Giovanna e Marcello... pensa invece se si chiamassero Ada e Osmond, oppure Issa e Lambert... tutta un'altra cosa vero? ;)

Per quello che riguarda il raccontino, è carino, lo trovo ben scritto. Non ho trovato frasi fatte o altre incongruenze... Ma se vuoi vedere un po' più da vicino come scrive, puoi leggere quello che ha vinto due anni fa il Lovecraft, è tutto ambientato sul Vesuvio con intercalari napoletanissimi...

Ti assicuro che Simonetta scrive bene. :)
(Ipanema)
00venerdì 6 ottobre 2006 11:47

Un racconto a cui tengo molto. L'unico ambientato negli Stati Uniti, per due precisi motivi: primo, si parla di un'autostrada,

una lunga, infinita, malefica autostrada; in Italia non sarebbe stata credibile, qui l'unica cosa infinita che abbiamo sono i lavori sulla Salerno-Reggio Calabria. Secondo, io amo gli Stati Uniti. Ne sento sempre una latente nostalgia e ogni volta che ci torno ne annuso l'aria come un cane e penso che sì, se esiste una reincarnazione, allora io devo aver vissuto lì, ai tempi del Far West. Ve l'ho detto, ho sempre sognato di essere un cow-boy.




ecco, poi vedi, lo scrive direttamente anche l'autrice: l'unico ambientato negli Stati Uniti, per i motivi che cita... infatti mi sembrava strano, ho letto alcuni suoi racconti, sono italianissimi, anzi con accenti ed espressioni popolari... no, Catt, non è proprio quel genere di scrittore/ice che scimmiotta gli americani... ;)
cattleja
00venerdì 6 ottobre 2006 12:14
Io non ce l'ho con gli esterofili, sia ben chiaro.
Se uno scrive un racconto ambientato in Lapponia o in Grecia sono contentissima di leggerlo.
Il problema è che tutti gli esterofili scelgono l'America perchè è facile. Se si dovessero prima documentare sulle usanze della Grecia moderna o della Lapponia gliene passerebbe la voglia.
Un po' come i musicisti degli anni 70: suonavano tutti la chitarra, pochissimi il clarinetto o il corno inglese.
Allora, guarda, preferisco una storia ben ambientata in un paesucolo italiano.
Comunque è vero che un raccontino di poche righe è poco per giudicare un autore.
TorreNord
00venerdì 6 ottobre 2006 12:33
Ho dato un'occhiata al racconto con cui ha vinto il lovecraft e sinceramente non mi ha preso molto. Ho trovato nelle prime righe un'incongruenza: prima afferma che il custode non avrebbe potuto non notare la donna, poi dice che era una come tutte le altre che transitavano là.
Se è una come tante, perché avrebbe dovuto notarla? Quando trovo qualcosa che non mi convince fin dall'inizio, lascio stare. L'insegnante della scuola Omero ci diceva che lo scrittore si gioca tutto nelle prime righe: o aggancia il lettore o lo perde. I lettori sono esigenti.
Ma questo non è un giudizio su Simonetta, solo su uno dei suoi racconti. :-)
(Ipanema)
00lunedì 9 ottobre 2006 07:41
Vi informo che ho abilitato alla scrittura di tutti i lettori quest'area. In fondo si parla e si dibatte su opere e/o spazi web di altri, che nel caso arrivino in questo spazio attraverso il link di riferimento, devono avere la possibilità di commentare o controbattere.

Ciò darà più spazio al contraddittorio e allo scambio di idee (sempre però nel lecito esprimersi correttamente) con altri all'infuori di noi.

Simonoir
00lunedì 9 ottobre 2006 09:38
Re:

Scritto da: TorreNord 06/10/2006 12.33
Ho dato un'occhiata al racconto con cui ha vinto il lovecraft e sinceramente non mi ha preso molto. Ho trovato nelle prime righe un'incongruenza: prima afferma che il custode non avrebbe potuto non notare la donna, poi dice che era una come tutte le altre che transitavano là.
Se è una come tante, perché avrebbe dovuto notarla?


Ciao, sono Simonetta. Vorrei ringraziare i partecipanti al forum e vorrei spiegare. Non c'è incongruenza in due affermazioni simili, mi pare. Dico che il costode non avrebbe potuto notarla perchè era una donna come tutte le altre; non c'è un perché in tutto questo, ci sono due affermazioni.
Riciao!
cattleja
00lunedì 9 ottobre 2006 10:31
Oops!!!
mega-grezza, ti ho appena fatto a fettine, Simonetta!
Ma tra autori funziona così, un cappottino ogni tanto, non prendiamocela perchè sennò facciamo la figura dei pivelli.
(l'anno scorso mi è capitata la stessa cosa e so cosa si prova e vedersi distruggere uno scritto, con la differenza che io sono una pessima incassatrice!!)
simonoir
00lunedì 9 ottobre 2006 18:12
Re:

Scritto da: cattleja 09/10/2006 10.31
Oops!!!
mega-grezza, ti ho appena fatto a fettine, Simonetta!
Ma tra autori funziona così, un cappottino ogni tanto, non prendiamocela perchè sennò facciamo la figura dei pivelli.
(l'anno scorso mi è capitata la stessa cosa e so cosa si prova e vedersi distruggere uno scritto, con la differenza che io sono una pessima incassatrice!!)



Ma figurati, nessun problema. Chiarita poi la questione dell'"esterofilia"? Ti assicuro che i miei racconti sono tutti rigorosamente italiani proprio perché l'horror non dev'essere più considerato né dominio maschile né straniero. Se vuoi, sul sito c'è il promo chiarificatore del libro.
Piacere di averti conosciuta :D
Simo
cattleja
00martedì 10 ottobre 2006 09:32
Appena posso conto di andarci.
Il piacere è tutto mio!
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