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Vita da Libri!
L’Italia è il Paese con il più alto numero di editori d’Europa e quello che ha raggiunto la cifra formidabile di circa duemila premi letterari (escludendo quelli presenti in Internet). C’è, però, una base di lettori esigua, non strutturata come quella francese o inglese: dai dati elaborati dall’Editrice Bibliografica sappiamo che il 20 per cento sostiene l’80 per cento del mercato.
Sul nostro mercato sono in commercio circa 600 mila titoli e ne vengono prodotti – novità e ristampe – più di 62 mila all’anno, vale dire più di 7 libri ogni ora, senza contare quelli che sfuggono ai controlli statistici o ai depositi di legge. Ma la tiratura media dei singoli titoli – confermano le ultime statistiche della Bibliografica – continua a scendere. Le medie reggono soltanto grazie ai grandi numeri di quei libri che diventano un “caso”. Qualcuno ha anche notato un “calo di livello”. «L' Italia è un Paese da piangere, per fortuna i libri di certi personaggi televisivi fanno ridere», dice Livio Garzanti, editore e scrittore. «Se vendono qualche copia in più, aiutano le librerie.
La vita media di un libro che non sia di successo è di 40-60 giorni. I titoli dei grandi editori durano di più anche per l’effetto dei passaggi di collana, senza contare i fattori legati a una distribuzione più forte. Si tratta di un’offerta enorme a fronte di un mercato che pare sempre più disorientato. Il lettore ha davanti agli occhi un’infinità di proposte: i libri escono continuamente, ma ha sempre meno tempo per osservarli e analizzarne il contenuto. Inoltre la libreria è diventata il territorio del successo immediato e perdono spazio gli strumenti di riflessione e riferimento. Alcune collane di saggistica universitaria e culturale sono sparite, sia perché le diverse riforme degli studi hanno cambiato piani e moduli, sia perché non coprono le spese: alcuni titoli ormai vendono poche centinaia di copie e quelli che appaiono fanno parte di quell’editoria sovvenzionata che caratterizza fondazioni, istituti universitari, enti e anche municipalità, province, regioni eccetera.
Chi pubblica e si affida esclusivamente al canale dei negozi ha sempre maggiori difficoltà, giacché un numero costantemente in ascesa di lettori (l’anno scorso ha sfiorato il 30 per cento di aumento) utilizza Internet per gli acquisti.
I negozi tradizionali stanno scomparendo sostituiti dalle catene librarie, dove l’acquisto è soprattutto self-service. È la Rete lo strumento che consente di conoscere meglio di ogni altro, e in tempo reale, le novità che escono ogni giorno. Per esempio, dei libri in commercio in Italia, una buona metà (oltre 300 mila) si trova sul sito Ibs.it. Inoltre, nelle librerie virtuali i titoli che non si trovano e che devono essere accantonati momentaneamente dai librai per far posto alle continue uscite, non scompaiono. E quelli esauriti, quelli offerti a prezzi di remainders e tutto quanto proviene dal mondo dell’usato si ritrovano a loro volta in siti appositi o dove sono uniti a titoli in commercio. Degli esempi: libreriachiari.it e nidabalibri.com due riferimenti per i fuori catalogo. Il più grande per ora è maremagnum.com, con 627 librai di tutti paesi d’Europa e offre 5 milioni e mezzo di titoli in una decina di lingue.
Tratto da “Meno librerie, più vendite”
di Armando Torno