L'ULTIMO CAVALIERE (1° libro della Saga della Torre Nera) - STEPHEN KING

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(Ipanema)
00martedì 27 marzo 2007 11:14
Alla fine di questo libro c'è una post-fazione dell'autore, scritta presumibilmente dodici o più anni dopo aver scritto il primo capitolo di questa saga che ha appassionato e appassiona milioni di lettori e fan di Stephen King. Inizio dalla fine perché ha avuto - come in tante cose scritte da King sulla scrittura e la stesura dei suoi romanzi - un effetto benefico e chiarificatore circa tanti dubbi che nutro sulla stesura di un romanzo.

King ammette di aver scritto questo libro in mezzo alla pianificazione, stesura e scrittura di altri suoi romanzi e che tutta la saga (sono otto libri) della Torre Nera è stata scritta in vent'anni, più o meno. E la cosa sorprendente è che di questo L'ultimo cavaliere, dichiara con sincerità disarmante di non aver avuto idea di come la storia sarebbe proseguita, e che ruolo avrebbero avuto i personaggi di spicco della storia nei successivi libri.

Di questa assenza di pianificazione, il libro è quasi impregnato. Difficile la comprensione, la successione degli eventi, i flash back inseriti nel ritmo narrativo incalzante, le mezze affermazioni, gli accenni dati per scontato e poi successivamente ma con molta circospezione spiegati o enunciati. Un libro strano, scritto magistralmente da una delle più belle penne degli ultimi anni, ma di difficile lettura. Eppure nonostante tutto, avvincente e intrigante. Pur trovando strano, al limite dell'incongruenza l'esistenza di un pistolero in un deserto che dalla descrizione pare il far west di Sergio Leone, che è alla ricerca di un cavaliere nero e di una torre sospesa in un mondo parallelo, non riesci a staccare e abbandonare la lettura. La mancanza di particolari che possano dare al lettore una visione completa e logica delle sequenze narrative, anziché stancarlo lo spingono a proseguire poiché forse, più avanti l'autore spiegherà tutto, svelerà tutto quanto non s'è capito o non è stato detto, e quest'attesa andrà avanti e avanti, e anche alla fine, si saprà che avanti bisognerà andare perché quasi nulla è stato spiegato, molto poco raccontato, ma nei prossimi libri, forse...

Io credo mi fermerò a questo primo libro, in ogni caso. Non certo perché la saga non sia avvincente o mal scritta o pesante o altro. Semplicemente perché lo sforzo per aggrapparmi agli indizi che immagino King continuerà a seminare sapientemente nei restanti sette libri sarebbe immane e non me la sento di affrontare insieme al pistolero Roland quel viaggio alla ricerca dell'uomo in nero e della Torre. Preferisco scegliermi un altro libro, sempre di King, ma più lineare, per quanto lineari possano essere i libri di King.

Però una lettura bella e interessante, in ogni caso, nonostante tutto. Consigliabile a chi desidera leggere qualcosa scritto, pensato e realizzato interamente fuori da tutti gli schemi del fantasy e dell'horror "classici".

Ma ha avuto un effetto benefico, dicevo in apertura, sui miei dubbi circa la pianificazione e la stesura di un romanzo fantasy (anche se questa saga non è propriamente fantasy o per lo meno non del tutto). Si può scrivere un romanzo fantasy, d'avventura o horror anche senza pianificare, partendo senza sapere dove andare, e soprattutto lasciandosi condurre a volte anche in maniera schizofrenica dai personaggi o dalla fantasia un po' folle che alberga sempre nella mente di un autore. Riannodare i fili sciolti, alla fine poi può risultare facile o addirittura inutile. Basterà lasciarli svolazzare liberi e anarchici. Ci penserà il lettore, eventualmente a congiungerli o a proseguire in svariate direzioni.

[Modificato da (Ipanema) 27/03/2007 11.20]

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