Il Colombo divergente si Carlo Menzinger

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Writer54
00mercoledì 22 ottobre 2008 00:19
"Il Colombo divergente" di Carlo Menzinger (Liberidiscrivere Editore) nasce da un'idea originale e stimolante: cosa sarebbe successo se Cristoforo Colombo avesse incontrato nel suo viaggio verso le "Indie" la costa del Messico e gli Aztechi, invece che le popolazioni caraibiche, come è realmente accaduto?
Sulla base di questa domanda, tipica di un romanzo ucronico, Menzinger sviluppa il suo romanzo, fino a rovesciare il corso della storia e i rapporti tra America India e Europa. Vi sono precedenti illustri in questo genere letterario.
Basti pensare a "La svastica sul sole" di Dick che rovescia l'esito della seconda guerra mondiale e colloca la sua narrazione in un paese (gli Stati Uniti) spartiti tra il controllo nazista e quello giapponese.
Menzinger sviluppa la sua narrazione in modo molto preciso e documentato, seguendo il corso "reale" degli eventi fino all'arrivo di Colombo sulle coste di San Salvador. Poi, il gesto di un cacique locale, che indica verso nordovest, introduce la divergenza, l'orizzonte temporale alternativo. Colombo approderà nel regno dei Totonachi (i quali, nella "nostra" realtà storica accolsero Cortès, il conquistatore del Messico) e arriverà alla corte di Ahuízotl, tlatoani (re) degli Aztechi, nonché eccellente condottiero militare. Da quel momento, il corso della vicenda prende una piega inaspettata, con gli Aztechi che trattengono Colombo e i suoi ufficiali come prigionieri nel palazzo, costruiscono una flotta di caravelle utilizzando come modello quelle del navigatore genovese e si fanno guidare da loro verso l'Europa...non voglio svelare lo scioglimento del romanzo (che comunque avrà conseguenze apocalittiche sulla civiltà occidentale), ma piuttosto soffermarmi su alcuni elementi narrativi che mi sembrano degni di menzione.
Colombo è descritto come una persona posseduta dal suo progetto, a cui dedica impegno totale per più di vent'anni e una dedizione assoluta. E' colto nel momento della nascita, dell'infanzia, dell'adolescenza già come un navigatore in potenza, è un ragazzo affascinato dalle mappe che vuole diventare un cartografo. Concepisce i rapporti umani e affettivi come tappe nel suo percorso verso le Indie, il suo amore reale è rivolto al mare Oceano, avverte una sintonia forte e quasi alchemica con il mare, come se fossero entrambi composti da una materia affine.
Una voce narrante misteriosa si rivolge a Colombo in seconda persona, gli dà del tu, ne conosce gli aneliti più intimi. Nel corso della narrazione, si comprende che questa voce narrante è la personificazione della Vita e della Morte.
Il progetto di Colombo è destinato al fallimento, ma non per le manovre di palazzo successive al suo ritorno e alla designazione di nuovi ammiragli e governatori, come è successo storicamente, fallisce perché nel corso del suo accidentato rientro in Europa cambiano le sue priorità, dalla scoperta delle Indie occidentali al contenimento dell'Anticristo, della marea montante del popolo mexica che minaccia di sommergere l'intero Nord Africa e l'intera cristianità.
Non entro nel merito della verosimiglianza della ricostruzione ucronica (anche se gli sviluppi immaginati appaiono forzati, considerando le forze militari in gioco), vorrei però far rilevare come l'autore, nella sua ucronia, abbia a volte rovesciato specularmente la storia, immaginando che la disunione, i tradimenti, i passaggi di campo che hanno condotto gli Aztechi alla disfatta, fosse appannaggio delle potenze occidentali e dei regni Arabi, troppo interessati a combattersi tra di loro e inconsapevoli della minaccia Mexica.

Il registro narrativo del romanzo è insieme denso e lirico. Denso perché sembra che l'autore abbia voluto concentrare in una pagina, in un paragrafo una quantità di significati che avrebbero richiesto un intero capitolo. Lirico perché la narrazione è intervallata da poesie e filastrocche, giocate su assonanze, che rendono il testo sincopato e musicale.

Personalmente (ma qui si entra nell’ambito delle preferenze soggettive) avrei preferito una narrazione più asciutta e scarna, con minori interventi da parte della voce narrante che prefigura eventi, interloquisce retoricamente col protagonista e guida la narrazione. Avrei anche limitato il ricorso agli intermezzi poetici, all'inizio felici e ritmici e, in seguito, un po' ridondanti e distraenti l'attenzione del lettore.
L'impressione è che l'autore abbia scritto il testo con un forte coinvolgimento, ma si sia fatto un po' trascinare dalla sua stessa intensità, creando un registro "alto" che si propone come una metanarrazione che diminuisce la fluidità della vicenda raccontata e, contemporaneamente, abbia voluto condensare un gran numero di accadimenti, di suggestioni, di riferimenti, di circostanze in uno spazio troppo esiguo per contenerli tutti e abbia dovuto comprimerli in una scrittura, a tratti, troppo sovrabbondante.

In ogni caso, si tratta di romanzo innovatore e, a tratti appassionante, frutto di un grande lavoro di documentazione e di ricerca delle fonti, che è stato modificato e perfezionato dall’autore nella sua seconda versione, e che contiene squarci di scrittura vibrante come una freccia che fende l’aria e raggiunge il proprio bersaglio.

Menzinger
00venerdì 24 ottobre 2008 11:18
Grazie
Grazie per la lettura attenta e per il commento approfondito e dettaglaito.
Sì, hai ragione il limite (e, forse, nel contempo, la forza) di questo romanzo credo sia nella sua densità.
Ogni pagina nasconde interpretazioni, riferimenti, alusioni. Ho però cercato di lasciare la possibilità di un piano di lettura più "leggero", per chi non avesse voglia di approfondire.

Mi piacerebbe il parere di qualcun altro qui di FIAE.
CIao
Carlo

[SM=g7493]
tuttiscrittori
00sabato 25 ottobre 2008 19:13
[SM=g20542] 
chiedo scusa a te e a tutti gli altri amici del FIAE, ma è un momento no... non riesco a leggere molto. qua, tra laboratorio di scrittura, concorso, vetrine del sito, recensioni e problemi personali ...è un delirio. riesco a leggere solo cose brevi, brevissime (è una citazione al moretti che sta diventando padre nel film aprile)

che ti posso dire?
ti auguro ogni bene e mi fido del parere di writer... pardòn, volevo dire Claudio Martini

complimenti, a presto

gianfranco

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Menzinger
00lunedì 10 novembre 2008 22:23
Non c'è problema
Vedo solo ora questo post di Tuttiscrittori: grazie comunque.
Magari più in là, potresti leggerlo.

Approfitto per segnalare alcuni commenti recenti di lettori menzinger.splinder.com/post/18946883/Grazie+ai+lettori+del+...

Continuo a ricevere commenti positivi ma mi piacerebbe davvero che qualcun altro di FIAE leggesse questo mio romanzo o un altro da me scritto.

[SM=g20541]
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