IL CACCIATORE DI AQUILONI, di Hosseini Khaled

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egaliga
00mercoledì 27 dicembre 2006 01:19
Ho letto

IL CACCIATORE DI AQUILONI,

di Hosseini Khaled. L'ho preso così, per riempire il tempo di un viaggio e l'ho trovato estremamente coinvolgente. Scritto con una semplicità invidiabile (volutamente poco ricercato nel linguaggio) sembra una fiaba nello stile del racconto, mentre invece affronta fatti crudi. Una volta superata la puzza sotto il naso (all'incirca dopo le prime due pagine) data dal fatto che è ambientato in Afghanistan e scritto da un afghano (e quindi lo sentivo molto "sulla notizia") me lo sono divorato. Mi sbilancio ma ve lo consiglio.
(Ipanema)
00mercoledì 27 dicembre 2006 10:27
L'ho letteralmente divorato quest'estate, in un periodo che io dedico alla lettura sfrenata e che invece mi ha visto insoddisfatta, avevo letto tre libri uno più brutto dell'altro (contemporanei) e mi ero scoraggiata...
Poi una mia amica mi ha dato questo, dicendomi che leggendolo mi sarei ritemprata. E' stato proprio così. Ho letto da qualche parte, che si tratta di un libro "ruffiano", scritto in maniera da smuovere la lacrimuccia facile, con finale a sorpresa scritto a dovere, proprio per stupire e smuovere il lettore, senza un grande spessore letterario. Io, lettore sempre più esigente l'ho trovato sublime nella sua semplicità stilistica. Mi ha lasciato dentro qualcosa, un'emozione che non se ne va più via. E questo è per me, il più bel regalo che possa farti un libro. In barba agli esperti e ai critici letterari. [SM=g27827]:


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nutella bric
00venerdì 4 gennaio 2008 16:40
Mille splendidi soli Khaled Hosseini


Il secondo libro di Hosseini è dedicato (anche) a tutte le donne dell'Afghanistan.
Secondo me è migliore di Il cacciatore di aquiloni, vuoi per la maggior maturità dell'autore, vuoi perché dopo il grande successo della sua prima opera gli hanno affiancato un team di editor & C. di serie A, chissà. Fatto sta che la struttura è più complessa e affascinante.
Si parte con la sfortunatissima storia di Mariam che da subito viene bollata come harami, bastarda, dalla sua stessa madre. A pagina 112 la storia di Mariam si interrompe con la scena in cui l'uomo che è stata costretta a sposare, la costringe a masticare una manciata di sassi rompendole due molari; la terribile colpa della ragazza è non cucinare il riso in modo consono all'umore del marito e non essere riuscita a portare a termine nessuna delle tante gravidanze.
Inizia la storia di Laila, bambina amatissima dal padre e poco considerata dalla madre. Laila perderà tutti i suoi affetti a causa della guerra e la sua storia si incrocerà con quella di Mariam quando dovrà sposarne il violento marito, Rashid. Le due donne, dopo l'iniziale ostilità, condivideranno i soprusi di Rashid e del regime dei Talebani, ma anche il profondo amore materno per i figli di Laila e tentativi di riscatto estremamente pericolosi, con le relative conseguenze.

Il punto forte di questo libro è l'intreccio di forza, gelosia, disperazione, rassegnazione, amore, delusione, istinto, coraggio, onore, bisogno d'affetto, solidarietà … e tutto ciò che emerge dalla tragedia vissuta dalle due protagoniste.
Un romanzo da leggere, nonostante il finale, in cui si insinua il dubbio che le bombe americane su Kabul siano state meno peggio dei razzi sovietici o afgani (mon dieu!), o che per lo meno abbiano avuto il "merito" di riportare la serenità e la speranza in un territorio martoriato da ogni tipo di violenza e sopruso. Peccato che la cronaca ci dica ogni giorno che l'attuale normalità in Afghanistan non è esattamente composta da donne felici e soddisfatte che mentre ricostruiscono un orfanotrofio si accarezzano il ventre tondo, raggianti per la nuova gravidanza.
(Ipanema)
00martedì 8 gennaio 2008 08:58
Mille splendidi soli
Non credo riuscirei a leggere una storia così, in questo momento. Ho bisogno di letture coinvolgenti ma anche lievi, perché ho fatto indigestione di lettura ultimamente. Eppure deve esser stato un gran bel libro, questo, perché la storia è avvincente, al leggerne la trama...

nutella bric
00martedì 8 gennaio 2008 10:13
Ipa
non fartelo scappare, è meglio del primo.

Se vuoi ricaricarti con qualcosa di leggero ti consiglio i tre libri di Federica Bosco (ne parlerò appeno ho un secondo): sono letture "da ombrellone", gradevoli. Interessante vedere l'evoluzione... del lavoro di editing: nel primo libro vedi gli strafalcioni fatti passare a una sconosciuta esordiente. Poi la ragazza riesce a vendere i diritti per farne un film, e il secondo libro è già più curato. Il terzo è un ulteriore stadio di evoluzione, ma io mi sono chiesta se fosse sua o di chi l'ha affiancata.
Comunque sono carini, se vuoi dai un'occhiata anche al suo blog (non mi ricordo l'indirizzo ma basta approfittare di google)
veronica.79
00sabato 16 febbraio 2008 15:00
A me è piaciuto molto Il cacciatore di aquiloni, meno Mille splendidi soli.
In entrambi però quello che mi ha colpito è, come ha giustamente osservato Ipanema, la semplicità stilistica che, però, è capace ugualmente di trasmettere forti emozioni.
Secondo me è un libro da consumare velocemente, ma che vale la pena leggere proprio per le emozioni che suscita.
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