Ritornando a 2001
"1. 2001 Odissea nello Spazio di S. Kubrick
Film inclassificabile. E' un film folle, intollerabile, senza capo né coda. Con ogni probabilità si tratta del tentativo più ambizioso mai realizzato di far recitare le scimmie meglio degli esseri umani"
Caro Raffaele,
mi intrometto in questa discussione in quanto "parte lesa", nel senso che, provando per Kubrick un senso di profonda e sincera ammirazione, ho vissuto le tue parole come una coltellata molto violenta all'altezza dello stomaco. Da appassionata di cinema - tanto appassionata da essere una laureanda in materia con tesi proprio su Kubrick - devo non solo dissentire, ma provare a spiegare perchè la tua opinione - seppur rispettabile - non può davvero essere accettata. Almeno non da me.
Io sono assolutamente convinta che l'arte (nel senso più generale del termine) abbia un suo lato soggettivo. Pertanto considero "normali" frasi come "Picasso non mi piace", "Philip Roth non è nelle mie corde", e nello specifico del tuo intervento "2001 è intollerabile". Ma - e sono fermamente convinta di questo - l'arte in tutte le sue forme, abbia anche la sua oggettiva parte, quella parte che, nonostante i gusti personali, non può essere messa in discussione.
Ed è da questo punto di partenza che voglio iniziare il mio intervento:
concordo con te quando usi la parola "folle". Anzi, io aggiungerei anche "esagerato": perchè 2001 è un film esagerato e folle nell'intreccio, negli allestimenti, nel suo perfezionismo tecnico e anche nel budget.
Ma è e resta un opus magnum ineguagliato, oltre ad essere epitome di tutto il pensiero figurativo di Kubrick.
Forse ciò che può turbare il seppur attento spettatore filmico è che in 2001 Kubrick abbandona la fama di regista "razionalissimo" e si butta a capofitto in un progetto che risulta essere assente sotto molti punti di vista. Anche perchè Kubrick è il padre della metafora, il più acuto sostenitore della provocazione narrativa e la grandezza di questo film sta proprio nell'aver "apparentemente" messo da parte sia il concetto e il senso di metafora, sia la provocazione narrativa. Anche perchè siamo abituati a vedere questo regista in sostrati narrativi come la satira (il dottor stranamore), la fiaba (il bacio dell'assassino), il mito (Lolita), l'apologo (Arancia meccanica) la cronaca storica (Barry Lyndon o Spartacus). Invece in 2001, Kubrick raffredda l'idea-narrazione per compiere una vera e propria operazione chirurgica che lo porterà ad un un'idea logico-scientifica.
Capisco che chi non è amante del genere possa considerarlo "pesante" o "senza capo nè coda", ma cosa vuoldire senza capo nè coda? Senza una storia reale?
Ma in questo film è proprio la storia che visi racconta il vero "eroe". 2001 è l'esempio più razionale ed estremo del rapporto perfetto, simbiotico tra Kubrick e la narrazione, la storia. Scimmie. Poi personaggi esclusivamente funzionali - sempre alla protagonista storia - che sarebbe troppo facile definire "inesistenti" solo perchè sono inespressivi e con volti comuni e freddi. Ed è proprio questa freddezza, questa tendenza all'assenza di emozioni negli pseudo-protagonisti che rende questo film un design piece per eccellenza. Gli oggetti, le emozioni, le pulsioni, la natura, la scienza, i personaggi tutti in funzione della storia e tutti oggtto di studio per un regista che non desidera solo osservare, ma brama all'idea di descrivere e soprattutto di immaginare.
caro Raffaele,
non so quanto tu possa amare il cinema, o quanto la tua vita sia impregnata del suo profumo.
Io lo sento dentro: un film non è solo quello che vedo (lungo, corto, noioso, lento); ma è soprattutto ciò che non posso vedere ad occhio nudo e che traspare man mano che gli entro dentro. lentamente. Con addosso la voglia di carpirne segreti, sotterfugi, vizi...
Ammetto che la prima volta che ho visto 2001 mi sono addormentata dopo mezz'ora. Avevo 8 anni. L'ho rivisto a 22, quando ho preparato il primo dei tre esami che ho dato su Kubrick e, credimi, è stata una goduria che non posso descrivere con le parole. Pur non essendo il mio genere (preferisco di gran lunga Shining o Barry Lyndon) mi ha tramortito il modo in cui questo fascinoso e attraente regista sia riuscito a legare in maniera così efficare la potenza d'azione della ragione strumentale alla sua vera, sottile, impercettibile fragilità.
Scusatemi se mi sono dilungata o se vi ho annoiato..
"ma lo dovevo al mio compare amico Stanley"
Un abbraccio a tutti,
Swati
P.S: ti prego, Raffaele, non me ne volere...
Swati