Re:
77Niko77, 12/05/2011 11.14:
Non ho ancora avuto l'occasione di vedere il film, ma cercherò di farlo presto, soprattutto perché mi incuriosisce il fatto che tu dica sia meglio del libro.
L'unica cosa che potrebbe deluderti è il finale, cambiato per ragioni cinematografiche. Ma in effetti, quella sensazione di non finito, o di attenzione atipica che riscontro nel libro, nel film, per ragioni di sceneggiatura non c'è...
E' vero che spesso McEwan distribuisce l'attenzione ai particolari in maniera atipica, tralasciando eventi fondamentali per la storia... anche io ho trovato strana questa scelta, ma ho pensato che potesse essere una sorta di tattica per stimolare la fantasia del lettore, per lasciarlo con la sete di sapere cosa sia successo in quella parte che l'autore ha evitato di descrivere.
Sicuramente è una chiave di lettura giustissima questa tua. In realtà Ian Mc Ewan è uno di quegli scrittori che hanno tutto per appassionarti e farti innamorare della propria scrittura: uno stile di scrittura il suo impareggiabile. Lo paragono a Stephen King perché trovo la sua capacità di descrivere, di ubriacare di parole, alla stessa stregua del "Re" dell'horror, che amo a prescindere dal genere che invece non mi appassiona per nulla.
Ma anche in altri suoi libri, che ho comprato ma che ho fatto fatica a leggere per intero, questa capacità di soffermarsi su momenti particolari - che inizialmente credi siano importanti all'economia della trama e che in seguito ti rendi conto che non lo sono affatto, e che sono solo fini a se stanti - e tralasciare momenti di assoluta tensione psicologica, mi turba e mi stanca.
Però ribadisco lo ritengo un Grande.
E' un po' la stessa cosa per Alessandro Baricco: adoro la sua scrittura, la capacità di rovesciare sulla carta immagini, sensazioni, situazioni ed emozioni, ma solo in pochissimi suoi libri sono riuscita a trovare un'armonia che coniugasse questa capacità fondamentale in uno scrittore di genio e la trama dei suoi romanzi...