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Autore

Riflettendo...

Ultimo Aggiornamento: 03/03/2007 10:37
02/03/2007 12:08
Post: 1.677
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sulla questione editor sì o no e su una serie di altre cose più o meno correlate, m'è venuto in mente questo: che si vuole da un libro?
Cosa si va a cercare in una lettura?

Accantonando per un attimo le aspirazioni scrittoriali e tutto ciò che ci gira intorno, e limitandoci ai panni di lettore: quando abbiamo per le mani un libro cosa ci aspettiamo ci dia?

o ancora più genericamente: perché leggere?

Che alla fine stiamo qui a interrogarci sul come deve essere la scrittura per essere "pubblicabile" e quindi portata alla lettura dei lettori, ma forse, partire dal punto di vista del lettore potrebbe essere utile. In fondo è' l'altra faccia della medaglia, l'ambito interlocutore dell'attività di scrittura, no?
02/03/2007 12:10
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interessante, ci rifletto ben benino su, poi ti dico. Tu intanto dimmi cosa vuoi tu, da un libro. Cosa ti fa dire: "cazzo che bello... perché è finito?"
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Ginger Rogers eseguiva tutti i passi di Fred Astaire, ma all'indietro e sui tacchi a spillo.
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(Faith Whittlesey)
02/03/2007 12:12
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Un libro mi deve comunicare emozioni. Amo molti gli scrittori inglesi dell'800 e temo di non riuscire a rendere la mia scrittura attuale, proprio a causa di questa tendenza.
02/03/2007 12:28
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Re:

Scritto da: (Ipanema) 02/03/2007 12.10
interessante, ci rifletto ben benino su, poi ti dico. Tu intanto dimmi cosa vuoi tu, da un libro. Cosa ti fa dire: "cazzo che bello... perché è finito?"


Cosa voglio da un libro e cosa mi faccia dire "cazzo che bello..." e poi ancora "perché è finito?" non sempre convergono. (colpa della mia schizofrenia, forse)

Ti butto una risposta che forse non è completa, ma che è sicuramente vera: da un libro voglio che mi consenta un'ottica che altrimenti rischierei di non conoscere. E fondamentalmente comunque, che mi faccia conoscere o riconoscere cose.
"Cazzo che bello" lo penso davvero molto raramente, non perché sia di gusti difficili, ma perché scindo la bellezza (della storia o della scrittura) dal mio scopo di lettura.
"Perché è finito"? me lo chiedo ogni volta che un libro riesce a portarmi in un altrove nel quale mi ritrovo. (un po' come quando si fa una bella vacanza)
02/03/2007 12:49
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Evadere, pensare, imparare. Non necessariamnete devono essere presenti tutti contemporaneamente, ma direi che almeno 2 su 3 per me devono essere presenti.
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02/03/2007 14:26
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Re:

Scritto da: Guida 02/03/2007 12.49
Evadere, pensare, imparare. Non necessariamnete devono essere presenti tutti contemporaneamente, ma direi che almeno 2 su 3 per me devono essere presenti.



Su, su Guida...dì anche come (cosa in un libro può dare quello che cerchi?), senno' qui tocca fare l'interrogatorio [SM=g27828]
02/03/2007 14:48
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Oh, e per fortuna che questo è un forum di scrittori! di bulimici della scrittura... [SM=g27828]

tutti commentini-ini-ini... solo così poco si chiede a un libro?

Mah...

Un libro per me prima di tutto deve acchiapparmi. (So già cosa pensate, sulla mia fissa per gli incipit e quant'altro, ma non è solo questo, che intendo quando intendo "acchiapparmi"...)

Acchiapparmi significa che già dal titolo, dalla quarta di copertina, mi deve catturare. Cioé, lo scrittore, l'editor o l'editore o il correttore di bozze, deve aver scritto un bel riassunto accattivante circa il tema che il libro andrà a raccontare poi.

Poi ci deve essere un bel primo capitolo. Se il primo capitolo non mi acchiappa, nisba! Vado avanti, ma farò una grande fatica a finire il libro. E io i libri li finisco quasi tutti.

Poi mi deve coinvolgere. Devo essere letteralmente risucchiata nella storia. Devo essere lì, a fianco al personaggio, a fare quello che fa lui, sentire quello che sente lui. Se sono in un fantasy, devo vedere i maghi, i draghi, o le creature fantastiche che vivono in quel mondo. Se sono in una storia d'amore, devo sentire la poesia, i campanelli che suonano ad ogni bacio e via discorrendo.

Poi mi deve emozionare. Sì, a me commuovermi mi "diverte". Mi fa star bene, mi fa sentire piena, viva. E l'emozione che ti dà un libro, cavoli! Se fossi più audace, direi cose non opportune... [SM=g27822]

Poi mi ci devo riconoscere. Devo trovare tutto quello che leggo credibile. Non ci deve essere l'autore dentro le storie. Non lo devo vedere. Se lo intravedo (a meno che non sia esplicitamente evidente che l'autore è anche l'io narrante) mi arrabbio.

Poi deve avere stile. Uno stile particolare. Aulico, Alto, oppure Scarno, Secco, duro, pindarico, frenetico. Quello che volete. Mi piacciono tutti gli stili, purché non siano fasulli, o pretenziosi. Se scopro o mi accorgo che quel tipo di stile è stato usato appositamente per stupirmi con effetti speciali, mi arrabbio da morire. Vedasi Castelli di Rabbia di Baricco o meglio ancora La Storia. Baricco ha stile, musica, tutte le caratteristiche per farmi innamorare follemente di lui come scrittore, eppure in quei due libri lì, tutti gli andirivieni di registro narrativo, prima aulico, poi sincopato, poi monocorde, poi secco e scarno... no. Alt un attimo. A me non mi freghi!

In una parola, il libro deve avere una storia, uno stile (anche semplice, narrativo senza grossi escamotages cinematografici, ma ben scritto e ben impostato) e un'anima al suo interno a tenerli insieme.

Forse ho dimenticato qualcosa, ma caso mai aggiorno il post... [SM=g27811]


p.s.: sì, ho dimenticato la cosa più importante! Deve farmi dire "Cazzo che bello!", poi subito dopo "Perché è già finito?" e deve rimanermi dentro la testa per qualche tempo. Più mi rimane dentro la testa, più ci ripenso e sento nostalgia per quel libro, più mi è piaciuto.
Capitato poche volte... ultimamente poi... ma è capitato con Ritratto di Signora di H. James qualche anno fa, e quest'estate con Il Cacciatore di Aquiloni di Kaled Hosseini (un esordiente, a quanto pare...)

[Modificato da (Ipanema) 02/03/2007 14.52]

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(Faith Whittlesey)
02/03/2007 15:32
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Re:

Scritto da: (Ipanema) 02/03/2007 14.48


Un libro per me prima di tutto deve acchiapparmi. (So già cosa pensate, sulla mia fissa per gli incipit e quant'altro, ma non è solo questo, che intendo quando intendo "acchiapparmi"...)

Acchiapparmi significa che già dal titolo, dalla quarta di copertina, mi deve catturare. Cioé, lo scrittore, l'editor o l'editore o il correttore di bozze, deve aver scritto un bel riassunto accattivante circa il tema che il libro andrà a raccontare poi.



Non vale Ipa. Avevamo detto che si doveva pensare alla lettura senza pensare con la testa di chi scrive. E tu qua parli di incipit, editor, editori eccetera...

no no... fai il lettore "ignorante", per favore [SM=g27828] voglio un parere super partes.

Anche nel resto della tua risposta hai parlato da chi è "del settore".

Cosa ti fa riconoscere in una storia? (ti sfido a riconoscerti ne La Divina Commedia [SM=g27828] ...scusa non so perché ma m'è venuto in mente questo [SM=g27828] )
Cosa significa "credibile" (mi parli di draghi e ambientazioni fantasy...alla faccia del credibile, verrebbe da dire! [SM=g27822] )
Cosa rende uno stile aulico piuttosto che asciutto?
Come fai a distinguere uno stile vero da uno artificioso?



p.s.: sì, ho dimenticato la cosa più importante! Deve farmi dire "Cazzo che bello!", poi subito dopo "Perché è già finito?" e deve rimanermi dentro la testa per qualche tempo. Più mi rimane dentro la testa, più ci ripenso e sento nostalgia per quel libro, più mi è piaciuto.



La mia mancanza cronica di memoria mi impedisce di risalire nei dettagli a ogni libro, ma nella testa ho pezzi di tutti i libri che ho letto, anche di quelli che non mi sono piaciuti. Non so mica perché! (vero è anche che, dei libri letti, che reputi inutili ce ne sono pochissimi, forse perché quelli che non mi interessano li mollo prima ancora di incamerarli [SM=g27828] )
02/03/2007 15:44
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No, io l'ho proprio detto: lasciamo stare la mia fissa per gli incipit. Però non ci posso fare nulla, se io da sempre (e - grazie per il "chi è del settore, ma prima di scoprire che chi è del settore fa questo, pensavo di esser "anormale), anche quando ero bambina, nello scegliere un libro la primissima cosa che facevo era di leggere la prima pagina, poi l'ultima e poi... soltanto poi decidevo se mi sarebbe piaciuto legger quel libro o no...

E' tutto molto "normale", per me parlare di incipit. Poi, qualcuno di molto intelligente (per me) e illuminato (per me) mi ha spiegato che l'incpit spesso vale l'intero libro, e allora è diventata una fissa, la mia. Ma per il resto, a livello inconscio, io da un libro voglio anche quello: un bell'incipit.

Sul credibile, specie nel fantasy, intendo dire un personaggio o più personaggi ai quali credo veramente, mentre li leggo, credo alle loro storie, alle loro avventure. Li vedo. Li sento vivi. Mi entrano dentro e vorrei conoscerli, poterli conoscere un giorno.

Harry Potter? E talmente credibile che mi piacerebbe averlo come figlio. Gli voglio bene. Che ti devo dire? Sono matta. Sì, lo so, un po' l'ho sempre saputo. Harry Potter è credibilissimo per me. Quando nel 5 libro (che è il mio preferito in assoluto) lui si incupisce e diventa scorbutico, maleducato, aggressivo e si rivolta contro tutti e contro tutto ecco... be'... io sono al suo fianco. E soffro con lui (da mamma chioccia di figlio pre-adolescente... insomma)
Capito? Ecco cosa intendo per personaggio credibile. Da lettore, mica da scrittore.
(p.s.: anche quando leggo per il Rifugio, mica valuto il libro solo dal punto di vista dell'editor o editore o scrittore che sia... soprattutto e in primissima battuta valuto da lettore esigente. Dal lettore esigente che sono...)

Riconoscermi in tutta la Divina Commedia, no. Ma in Paolo e Francesca come fai a non riconoscerti? O nella Monaca di Monza del Manzoni? Cavolo.
In Cosimo Piovasco Barone di Rondò, poi, ti garantisco che mi appollaierei sul suo stesso albero fino alla fine ogni volta, se mi volesse. Solo che non mi vuole.... buuuuuu [SM=g27821]


Anche io ho nella memoria pezzi di libri anche brutti che ho letto. Qualcosa rimane. E quello che ti rimane dentro, significa che aveva valore. Anche se scritto male.
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(Faith Whittlesey)
02/03/2007 15:47
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Da un romanzo mi aspetto molto, a volte mi fa rabbia che l'autore non scriva quello che vorrei io.
Paragono un libro a un fidanzato: vorresti che ragionasse come dici tu, che facesse gesti che ti aspetti e se non fa quello che mi aspetto lo lascio. Così faccio con un romanzo. L'incipit è importante ma non determinante, ho un po' di pazienza e in genere se alla 50 esima pagina ancora non decollo lascio perdere. Ho letto romanzi bellissimi dall'incipit faticoso che avrei rimpianto se avessi mollato
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http://digilander.libero.it/giomi.isabella/
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02/03/2007 16:08
Post: 11
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In primis un libro deve stupirmi. Non importa se facendomi ridere, facendomi venire l'amarezza o facendomi commuovere. Non mi importa molto dello stile né dei contenuti, in fondo (leggo meno di quanto vorrei ma più o meno d tutto), l'essenziale è che le parole che mi scorrono sotto gli occhi siano in grado di darmi qualcosa (che non sia il dsgusto per quel che sto leggendo, ovviamente). Detto questo, per quel che mi riguarda un buon libro (parlo di romanzi, più che di racconti) dovrebbe darmi un quadro completo di qualcosa: un amore, un uomo, una storia, qualcosa che sia completo in sé. Da un romanzo non pretendo di essere stupito né a ogni parola né a ogni pagina, quelle servono per portarmi avanti tra un momento che funiziona e l'altro, un po' come vivere: la differenza che cerco in un romanzo è nella frequenza dei momenti piacevoli (o spiacevoli, insomma ci siamo capiti, degni d'esser vissuti/letti), che però non voglio comunque troppo elevata. Diciamo che in un romanzo cerco dei "ritmi", ritmi che si accordino al mio modo di vedere, percepire ed intendere le cose. E cerco spunti, spunti di riflessione: odio smettere di leggere e riuscire a passare ad altro senza difficoltà, quando chiudo un libro decido se ha funzionato in base a quanto mi da da pensare.
E poi in un romanzo cerco altre mille piccole cose semplici e complicate, come voi credo, che a scriverle non basterebbe...un romanzo.

[Modificato da ciumeo 02/03/2007 16.11]

02/03/2007 20:44
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Re:

Scritto da: Marianna 02/03/2007 15.44
Rischio di sembrare tendenziosa (alla luce delle discussioni recenti) ma ti garantisco che non è questo il mio intento.



ti credo sulla parola



Per me però la credibilità la gioca tutta il linguaggio, o se preferisci il registro linguistico che poi contribuisce in larga parte a determinare lo stile.
Do un'importanza eccessiva alla comunicazione, forse, ma spesso mi pare che tutto da lì parta e lì arrivi.



la comunicazione, verbale o non verbale che sia, è importante. Ma per me non fondamentale. Voglio dire, comunicazione per me da un libro è il trasmettere un pensiero, una storia, la veridicità di un personaggio. Attraverso il linguaggio certo, perché di linguaggio è fatto anche un libro, ma soprattutto attraverso uno stile. Ribadisco, anche un non stile, semplice, banale, elementare, accademico. Mi va bene tutto. Purché mi arrivi la storia, mi arrivi l'animo, la sofferenza, la gioia, l'amore di quel personaggio.



Non riesco a leggere Baricco, per esempio. Con me non comunica. E' asettico, anche quando ricco di richiami poetici. Ho provato con Oceano Mare: mi veniva da ridere e per davvero. Non per derisione dell'autore o perché le situazioni mi sembrassero inverosimili, ma perché immaginavo una maschera sui visi dei personaggi e persino di chi aveva scritto.
Credibilità zero.



immagino sia lo stesso che ho provato io leggendo prima La Storia (o Questa Storia? nemmeno mi ricordo bene...) e poi Castelli di rabbia. Ribadisco, lo stile, in alcuni punti mi ha fatto inebriare. Ma troppi cambiamenti di registro, troppi "effetti speciali" me l'hanno fatto detestare alla fine.
Sì, l'esempio della maschera è calzante.



Quando parlo con qualcuno spesso mi ritrovo a non ascoltare la sua voce. Mi incanto a guardare tutto quello che i tecnici chiamerebbero comunicazione non verbale.



no, mi spiace. Io do un'importanza estrema alla voce. E' forse la prima cosa che mi arriva, invece. La comunicazione non verbale, invece io proprio non la noto. E dire che io sono leggibilissima da un punto di vista non verbale...


Quando non ce n'è pur volendo concentrarmi attentamente su quel che dice non mi riesce.



allora con me ti concentreresti. son tutta un gesto, e proprio di quelli da comunicazione non verbale (mi tocco il naso, i capelli, incrocio le braccia a chiusura, l'orecchio, stropiccio gli occhi... ecc)



Da che ho figli mi atterrisce il Conte Ugolino [SM=g27828] mi sembra terribilmente più terreno e credibile di quando ne leggevo in epoca scolastica!



non ho citato il Conte Ugolino solo perché dire che mi riconosco in lui, ahimè mi sembrava troppo forte. Ma che sia un personaggio che mi è rimasto dentro e che ancora sento vivo nella testa, sì! E forse hai ragione tu. E' ancor più credibile oggi di allora.


[Modificato da (Ipanema) 02/03/2007 21.48]

[Modificato da (Ipanema) 03/03/2007 10.19]

03/03/2007 00:08
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Carino il gioco di inversione delle voci Ipa!!!!!

Per un attimo ho temuto di aver scritto il mio precedente messaggio sotto l'effetto di una qualche droga che non sapevo di aver preso. "Possibile che io abbia scritto ciò?" mi sono chiesta.
Poi ho capito l'arcano.
Meraviglioso...somiglia tanto a un lapsus e così grosso non m'era ancora mai capitato di vederne [SM=g27828]


Comunque... credo che al di là delle apparenze le nostre posizioni siano molto più vicine di quanto non sembri.
Io chiamo linguaggio e registro quel che tu chiami "stile" (che è fatto di lingua e segni linguistici), e nello stile c'è comunicazione non verbale...altro che! Anche la scelta di un termine piuttosto che di un suo sinonimo è comunicazione, I think
03/03/2007 09:12
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Re:

Scritto da: esteriade 03/03/2007 0.08
Carino il gioco di inversione delle voci Ipa!!!!!

Per un attimo ho temuto di aver scritto il mio precedente messaggio sotto l'effetto di una qualche droga che non sapevo di aver preso. "Possibile che io abbia scritto ciò?" mi sono chiesta.
Poi ho capito l'arcano.
Meraviglioso...somiglia tanto a un lapsus e così grosso non m'era ancora mai capitato di vederne [SM=g27828]




abbi pietà dei miei neuroni affaticati da tante battaglie "epocali"... traducimi... [SM=g27828]



Comunque... credo che al di là delle apparenze le nostre posizioni siano molto più vicine di quanto non sembri.
Io chiamo linguaggio e registro quel che tu chiami "stile" (che è fatto di lingua e segni linguistici), e nello stile c'è comunicazione non verbale...altro che! Anche la scelta di un termine piuttosto che di un suo sinonimo è comunicazione, I think



po' essee... po' esse sì, ma sai, io ribadisco, ragionare in termini di comunicazione (verbale, non verbale) proprio non riesco... mi si accartoccia il neurone... poi a scartocciarlo e renderlo nuovamente presentabbile... ahi che dolor!


(non farci caso, stamattina mi son svegliata così! ho fatto certi sogni stanotte che se avessi la buona abitudine come S. King, di tenere sempre un quadernino e una penna sul comodino e li buttassi giù subito, avrei scritto almeno due Premi Calvino e un Tabula Fati, di sicuro!!) [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]
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03/03/2007 09:57
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Re: Re:

Scritto da: (Ipanema) 03/03/2007 9.12


... traducimi...



C'è poco da tradurre... la tua risposta al mio precedente messaggio è stata postata con un "modifica" anziché un "quota", credo, per cui risulta scritto da me, anche se postato da te, e appare la dicitura "Ipanema ha scritto" sulle cose che avevo scritto io e non tu, e invece leggendo il messaggio sembra che io abbia scritto quel che hai scritto tu.
Sembra ingarbugliato, ma non lo è. E' sufficiente che riguardi il "mio" messaggio con il tuo ti credo sulla parola e capirai [SM=g27828] [SM=g27828]
03/03/2007 10:20
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Re: Re: Re:

Scritto da: esteriade 03/03/2007 9.57


C'è poco da tradurre... la tua risposta al mio precedente messaggio è stata postata con un "modifica" anziché un "quota", credo, per cui risulta scritto da me, anche se postato da te, e appare la dicitura "Ipanema ha scritto" sulle cose che avevo scritto io e non tu, e invece leggendo il messaggio sembra che io abbia scritto quel che hai scritto tu.
Sembra ingarbugliato, ma non lo è. E' sufficiente che riguardi il "mio" messaggio con il tuo ti credo sulla parola e capirai [SM=g27828] [SM=g27828]



ho provato a modificare e invece che esteriade ho scritto Marianna. Ma ho capito... [SM=g27828] [SM=g27811]

eh eheheh.... sì, in effetti Freud potrebbe vederci un lapsus... [SM=g27828]
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(Faith Whittlesey)
03/03/2007 10:37
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Re: Re: Re: Re:

Scritto da: (Ipanema) 03/03/2007 10.20


ho provato a modificare e invece che esteriade ho scritto Marianna. Ma ho capito... [SM=g27828] [SM=g27811]

eh eheheh.... sì, in effetti Freud potrebbe vederci un lapsus... [SM=g27828]



[SM=g27828]

potevi lasciar correre...che problema c'è?
io so, tu sai... basta e avanza!!!

però è divertente [SM=g27828]
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