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Le donne e la scrittura

Ultimo Aggiornamento: 15/01/2013 16:03
02/01/2013 10:48
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Per il progetto SCRIVERE DONNA sul sito www.scrivendovolo.com, sto realizzando una serie di interviste a donne che scrivono e mi piacerebbe condividere con voi alcune delle risposte che ho avuto riguardo il rapporto che le donne hanno con la scrittura e il mondo editoriale.
Comincio con una dichiarazione di Barbara Risoli (che se non sbaglio fa parte del forum) sui pregiudizi nei confronti della letteratura cosiddetta rosa:

"Un tempo si sentiva dire che la letteratura rosa era di serie B, i nasini si storcevano e si srotolavano frasi del tipo ‘io guardo solo Quark’, ‘io leggo solo Dante’. Tuttavia, c’è sempre stato un dato discordante: il rosa è sempre stato il più venduto nel mondo, si badi bene… nel mondo. Ma le autrici si sono imposte con forti iniziative in questi anni, hanno urlato più forte e adesso il genere non è più considerato inutile e senza senso. E io confermo che, se si vuole scrivere un buon rosa (specialmente se storico) bisogna studiare, lo strafalcione storico è una condanna a morte per un autore, come lo è il congiuntivo sbagliato."

Voi che ne pensate?
02/01/2013 10:58
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Re:
LauraZGCostantini, 02/01/2013 10:48:

Per il progetto SCRIVERE DONNA sul sito www.scrivendovolo.com, sto realizzando una serie di interviste a donne che scrivono e mi piacerebbe condividere con voi alcune delle risposte che ho avuto riguardo il rapporto che le donne hanno con la scrittura e il mondo editoriale.
Comincio con una dichiarazione di Barbara Risoli (che se non sbaglio fa parte del forum) sui pregiudizi nei confronti della letteratura cosiddetta rosa:

"Un tempo si sentiva dire che la letteratura rosa era di serie B, i nasini si storcevano e si srotolavano frasi del tipo ‘io guardo solo Quark’, ‘io leggo solo Dante’. Tuttavia, c’è sempre stato un dato discordante: il rosa è sempre stato il più venduto nel mondo, si badi bene… nel mondo. Ma le autrici si sono imposte con forti iniziative in questi anni, hanno urlato più forte e adesso il genere non è più considerato inutile e senza senso. E io confermo che, se si vuole scrivere un buon rosa (specialmente se storico) bisogna studiare, lo strafalcione storico è una condanna a morte per un autore, come lo è il congiuntivo sbagliato."

Voi che ne pensate?




Se devo essere sincero, non ho mai pensato al sesso di chi scrive. Preferisco leggere quello che scrive. E' come dire che prima di leggere qualcuno, ti devi informare della sua religione... no, meglio leggere buona scrittura, che stereotipi inutili. E uno dei miei "scrittori" preferiti, ora come ora, è proprio una donna, ossia la Mazzantini. A parte Amneris, ma non lo posso dire...
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Non è che quando sbatti la porta poi te ne innamori...
02/01/2013 11:04
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Re:
LauraZGCostantini, 02/01/2013 10:48:

Per il progetto SCRIVERE DONNA sul sito www.scrivendovolo.com, sto realizzando una serie di interviste a donne che scrivono e mi piacerebbe condividere con voi alcune delle risposte che ho avuto riguardo il rapporto che le donne hanno con la scrittura e il mondo editoriale.
Comincio con una dichiarazione di Barbara Risoli (che se non sbaglio fa parte del forum) sui pregiudizi nei confronti della letteratura cosiddetta rosa:

"Un tempo si sentiva dire che la letteratura rosa era di serie B, i nasini si storcevano e si srotolavano frasi del tipo ‘io guardo solo Quark’, ‘io leggo solo Dante’. Tuttavia, c’è sempre stato un dato discordante: il rosa è sempre stato il più venduto nel mondo, si badi bene… nel mondo. Ma le autrici si sono imposte con forti iniziative in questi anni, hanno urlato più forte e adesso il genere non è più considerato inutile e senza senso. E io confermo che, se si vuole scrivere un buon rosa (specialmente se storico) bisogna studiare, lo strafalcione storico è una condanna a morte per un autore, come lo è il congiuntivo sbagliato."

Voi che ne pensate?



Con dei capisaldi del presente e del passato, vedi Brunella Gasperini o anche, tutto sommato Maria Venturi, che ha comunque una scrittura precisa e mirata a centrare in pieno il sentimento, non si può disprezzare la narrativa delle emozioni. Certo, quando si vuol ridurre tutto a batticuore, forse si riduce un po' la realtà, specie abusando di quel tipico linguaggio formulaico che fa rima con fiore amore cuore. Ecco, se tutte le autrici di rosa si sforzassero di essere un po' più articolate nel linguaggio, il rosa acceso si colorerebbe di una bella sfumatura salmonata, o anche sabbiata, insomma, sbizzarriamoci di più nel registro dei sentimenti e il "rosa" non avrà più quel retrogusto un po' stantio e nessuno penserà più a catalogarlo in una negletta serie c
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02/01/2013 14:43
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Re: Re:
cattleja, 02/01/2013 11:04:



Con dei capisaldi del presente e del passato, vedi Brunella Gasperini o anche, tutto sommato Maria Venturi, che ha comunque una scrittura precisa e mirata a centrare in pieno il sentimento, non si può disprezzare la narrativa delle emozioni. Certo, quando si vuol ridurre tutto a batticuore, forse si riduce un po' la realtà, specie abusando di quel tipico linguaggio formulaico che fa rima con fiore amore cuore. Ecco, se tutte le autrici di rosa si sforzassero di essere un po' più articolate nel linguaggio, il rosa acceso si colorerebbe di una bella sfumatura salmonata, o anche sabbiata, insomma, sbizzarriamoci di più nel registro dei sentimenti e il "rosa" non avrà più quel retrogusto un po' stantio e nessuno penserà più a catalogarlo in una negletta serie c



Io allargherei il discorso. Non ritengo di scrivere letteratura rosa. Non perché la disprezzi, ma perché ritengo che nei romanzi che io e Loredana abbiamo pubblicato la storia d'amore non sia mai la parte più importante della storia. Eppure è capitato, e sono state donne a farlo, che siano stati liquidati come romanzi sentimentali due romanzi storici (uno sull'immigrazione italiana a New York nel 1920 e uno sull'occupazione alleata diRoma nel 1944) sui quali avevamo profuso uno sforzo di documentazione e approfondimento enorme. Tu non li hai letti, ma magari hai letto Vita della Mazzucco o Canale Mussolini di Pennacchi. Ebbene li definiresti mai romanzi sentimentali? Immagino di no, sebbene contengano splendide storie d'amore. No, soprattutto perché hanno vinto fior di premi e quindi sarebbe riduttivo. La cosa strana è che scriviamo romanzi sentimentali per alcune lettrici, mentre ai lettori non è mai venuto in mente.
[SM=g20552]

02/01/2013 14:57
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Re: Re: Re:
LauraZGCostantini, 02/01/2013 14:43:



Io allargherei il discorso. Non ritengo di scrivere letteratura rosa. Non perché la disprezzi, ma perché ritengo che nei romanzi che io e Loredana abbiamo pubblicato la storia d'amore non sia mai la parte più importante della storia. Eppure è capitato, e sono state donne a farlo, che siano stati liquidati come romanzi sentimentali due romanzi storici (uno sull'immigrazione italiana a New York nel 1920 e uno sull'occupazione alleata diRoma nel 1944) sui quali avevamo profuso uno sforzo di documentazione e approfondimento enorme. Tu non li hai letti, ma magari hai letto Vita della Mazzucco o Canale Mussolini di Pennacchi. Ebbene li definiresti mai romanzi sentimentali? Immagino di no, sebbene contengano splendide storie d'amore. No, soprattutto perché hanno vinto fior di premi e quindi sarebbe riduttivo. La cosa strana è che scriviamo romanzi sentimentali per alcune lettrici, mentre ai lettori non è mai venuto in mente.
[SM=g20552]



forse sarebbe opportuno distinguere il genere sentimentale da quello più strettamente rosa. Di romanzi sentimentali ne sono stati scritti di bellissimi, il primo che mi viene in mente è Un cuore arido di Cassola, incentrato tutto sulla protagonista che non riesce ad amare fino a quando non incontra l'uomo che riuscirà a renderla vulnerabile. Più sentimentale di così! Insisto nel sostenere che è tutta una questione di linguaggio. Il rosa lo vedo più come un insieme di stereotipi, come una specie di protocollo di espressioni languide da cui non si esce. Il sentimentale è un'analisi accurata delle emozioni

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04/01/2013 08:44
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Un nuovo spunto di riflessione: Sara Bilotti
Sara Bilotti, scrittrice noir con all'attivo una raccolta di racconti, "Nella carne" afferma:

"In genere, un lettore maschio si aspetta che le scrittrici scrivano d’amore, siano meno efferate e abbiano uno stile meno incisivo. Naturalmente, come tutti i pregiudizi, anche questo nasce dall’ignoranza: se non hai mai letto un libro scritto da una donna, non sai di cosa parli.
Conosco addirittura scrittori che parlano con sufficienza delle donne che scrivono del Lato Oscuro. Come se il noir al femminile fosse una sorta di giochetto a cui vogliamo dedicarci per passare il tempo. Questi scrittori saranno già piuttosto inquieti, vista la percentuale di talenti al femminile che sta venendo fuori. Persino nei concorsi letterari si vede qualche nome in più, rispetto a quando i premi più importanti rappresentavano il Medioevo della parità dei sessi."

Che ne pensate? Siete d'accordo?
04/01/2013 10:13
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Re: Un nuovo spunto di riflessione: Sara Bilotti
LauraZGCostantini, 04/01/2013 08:44:

Sara Bilotti, scrittrice noir con all'attivo una raccolta di racconti, "Nella carne" afferma:

"In genere, un lettore maschio si aspetta che le scrittrici scrivano d’amore, siano meno efferate e abbiano uno stile meno incisivo. Naturalmente, come tutti i pregiudizi, anche questo nasce dall’ignoranza: se non hai mai letto un libro scritto da una donna, non sai di cosa parli.
Conosco addirittura scrittori che parlano con sufficienza delle donne che scrivono del Lato Oscuro. Come se il noir al femminile fosse una sorta di giochetto a cui vogliamo dedicarci per passare il tempo. Questi scrittori saranno già piuttosto inquieti, vista la percentuale di talenti al femminile che sta venendo fuori. Persino nei concorsi letterari si vede qualche nome in più, rispetto a quando i premi più importanti rappresentavano il Medioevo della parità dei sessi."

Che ne pensate? Siete d'accordo?




Laura, ormai credo che tu mi conosca. Nessuno dei noiristi maschi ha mai ucciso nessuno, e mai ha compiuto crimini efferati. Non vedo perché l'uomo debba scrivere in tema meglio della donna. Se tutti noi lettori capissimo che quando si legge si scorrono parole, e non la provenienza dell'autore (o autrice), allora avremmo una lettura più consapevole. Io compro libri a prescindere dal sesso dell'autore, credo di averlo già detto. E se anche fosse omosessuale, chi se ne frega?

Le donne hanno il solo difetto di saper scrivere d'amore, ma se si scrive bene, anche l'uomo può leggere una storia rosa.

A volte, purtroppo, noi maschietti siamo daltonici letterariamente...
------

Non è che quando sbatti la porta poi te ne innamori...
04/01/2013 10:50
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Re: Un nuovo spunto di riflessione: Sara Bilotti
LauraZGCostantini, 04/01/2013 08:44:

Sara Bilotti, scrittrice noir con all'attivo una raccolta di racconti, "Nella carne" afferma:

"In genere, un lettore maschio si aspetta che le scrittrici scrivano d’amore, siano meno efferate e abbiano uno stile meno incisivo. Naturalmente, come tutti i pregiudizi, anche questo nasce dall’ignoranza: se non hai mai letto un libro scritto da una donna, non sai di cosa parli.
Conosco addirittura scrittori che parlano con sufficienza delle donne che scrivono del Lato Oscuro. Come se il noir al femminile fosse una sorta di giochetto a cui vogliamo dedicarci per passare il tempo. Questi scrittori saranno già piuttosto inquieti, vista la percentuale di talenti al femminile che sta venendo fuori. Persino nei concorsi letterari si vede qualche nome in più, rispetto a quando i premi più importanti rappresentavano il Medioevo della parità dei sessi."

Che ne pensate? Siete d'accordo?


Non posso risponderti più di tanto perchè non faccio follie per il noir, nè maschile nè femminile, però in effetti, da quel poco che ho letto, raccontini sparsi qua e là, di autrici più o meno famose, specie le contemporanee, sembrano voler forzare una natura non nelle loro corde più spontanee quando parlano di splatter o di crudezze varie e il risultato è spesso una forzatura che personalmente mi dà non poco sui nervi, si sente l'artificio lontano un miglio, un po' come certe recite teatrali di attori principianti

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04/01/2013 12:48
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Re: Re: Un nuovo spunto di riflessione: Sara Bilotti
cattleja, 04/01/2013 10:50:


Non posso risponderti più di tanto perchè non faccio follie per il noir, nè maschile nè femminile, però in effetti, da quel poco che ho letto, raccontini sparsi qua e là, di autrici più o meno famose, specie le contemporanee, sembrano voler forzare una natura non nelle loro corde più spontanee quando parlano di splatter o di crudezze varie e il risultato è spesso una forzatura che personalmente mi dà non poco sui nervi, si sente l'artificio lontano un miglio, un po' come certe recite teatrali di attori principianti





La forzatura viene anche dai maschietti... il noir non è un genere facile, e non è da confondere con lo splatter...
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04/01/2013 12:58
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Re: Re: Re: Un nuovo spunto di riflessione: Sara Bilotti
LFK, 04/01/2013 12:48:




La forzatura viene anche dai maschietti... il noir non è un genere facile, e non è da confondere con lo splatter...




No, guarda, ci sono delle storie bellissime e terribili, ce n'era una che mi segnalò Cristiana scritta in occasione di un torneo da un tizio che si trova anche nella mia lista di Fb, adesso mi sfugge nome dell'autore e titolo, parlava di un uomo che convoca a mo' di sfida un carabiniere ad assistere all'assassinio della fidanzata, una specie del cittadino al di sopra di ogni sospetto. Bè, scritto con cruda e schietta semplicità, narrato dalla voce incredula del carabiniere, un piccolo capolavoro di noir. Non so.. noi donne abbiamo una visione più analitica che ci porta a scavare e a tirare più per le lunghe, è un fatto istintivo, l'uomo vede certe cose più in superficie e appunto per questo quando è spietato sorprende di più. Non saprei spiegarlo meglio
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04/01/2013 13:13
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Re: Re: Re: Re: Un nuovo spunto di riflessione: Sara Bilotti
cattleja, 04/01/2013 12:58:




No, guarda, ci sono delle storie bellissime e terribili, ce n'era una che mi segnalò Cristiana scritta in occasione di un torneo da un tizio che si trova anche nella mia lista di Fb, adesso mi sfugge nome dell'autore e titolo, parlava di un uomo che convoca a mo' di sfida un carabiniere ad assistere all'assassinio della fidanzata, una specie del cittadino al di sopra di ogni sospetto. Bè, scritto con cruda e schietta semplicità, narrato dalla voce incredula del carabiniere, un piccolo capolavoro di noir. Non so.. noi donne abbiamo una visione più analitica che ci porta a scavare e a tirare più per le lunghe, è un fatto istintivo, l'uomo vede certe cose più in superficie e appunto per questo quando è spietato sorprende di più. Non saprei spiegarlo meglio




Se vuoi dire che noi maschietti siamo superficiali, sto giusto richiedendo la tua bannazione dal forum... ahahahha... scherzo...

Forse è proprio in quello che il noir è un genere maschile: non le emozioni, ma i fatti, i pensieri cattivi, il nero dell'anima. Mentre la donna vede il rosa della stessa. Ma io credo di essre un caso a parte... ho il rosa e il nero, e li fondo in un corgiolo di sfumature che non sono ne' uno ne' l'altro... un vantaggio? Io lo vedo come un limite... non sono mai niente, ma sono sempre qualcosa...
------

Non è che quando sbatti la porta poi te ne innamori...
04/01/2013 14:03
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Re: Re: Re: Re: Re: Un nuovo spunto di riflessione: Sara Bilotti
LFK, 04/01/2013 13:13:




Se vuoi dire che noi maschietti siamo superficiali, sto giusto richiedendo la tua bannazione dal forum... ahahahha... scherzo...

Forse è proprio in quello che il noir è un genere maschile: non le emozioni, ma i fatti, i pensieri cattivi, il nero dell'anima. Mentre la donna vede il rosa della stessa. Ma io credo di essre un caso a parte... ho il rosa e il nero, e li fondo in un corgiolo di sfumature che non sono ne' uno ne' l'altro... un vantaggio? Io lo vedo come un limite... non sono mai niente, ma sono sempre qualcosa...



Non è che l'uomo sia più superficiale (cerco di salvare capra e cavoli:-), è che l'uomo riesce a mantenere quel tipico e innocente sguardo spietato dei bambini, non so in che modo, ma in certe storie noir scritte da uomoni a volte ci ritrovo dell'innocenza, torno sempre a citare Simenon, quando descrive certe sue situazioni terribili riesce sempre a mantenere uno sguardo distaccato e in qualche modo candido. Cose che a noi donne non riescono altrettanto bene perchè abbiamo connaturata la tendenza ad andare al di là dei fatti apparenti

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04/01/2013 14:42
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Un nuovo spunto di riflessione: Sara Bilotti
cattleja, 04/01/2013 14:03:



Non è che l'uomo sia più superficiale (cerco di salvare capra e cavoli:-), è che l'uomo riesce a mantenere quel tipico e innocente sguardo spietato dei bambini, non so in che modo, ma in certe storie noir scritte da uomoni a volte ci ritrovo dell'innocenza, torno sempre a citare Simenon, quando descrive certe sue situazioni terribili riesce sempre a mantenere uno sguardo distaccato e in qualche modo candido. Cose che a noi donne non riescono altrettanto bene perchè abbiamo connaturata la tendenza ad andare al di là dei fatti apparenti




non credo di capire cosa tu dica... ma in qualche frangente mi rispecchio, soprattutto nel Simenon citato... forse hai ragione, gli unici capaci di restare bambini, siamo noi maschi... e con quegli occhi vediamo il mondo... ma forse... [SM=g20546]
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Non è che quando sbatti la porta poi te ne innamori...
05/01/2013 22:05
Francesca.De Logu
[Non Registrato]
Ciao a tutti, sono appena arrivata sul forum e bazzicavo intorno per dare un'occhiata... Mi piace questa conversazione perchè proprio in questi giorni mi interrogavo sullo scrivere "maschile" o "femminile"...
Ho appena finito di leggere "Nei mari estremi" di Lalla Romano, e lei mi sembra così spietatamente meravigliosa, asciutta come immagino dovrebbe essere una scrittura maschile. Quasi "scientifica". Poi penso alla dolcezza di Hesse, magari... E quindi, qual è la distinzione da fare? forse nessuna... Forse si parte da quel punto remoto che prelude alla creazione pura per scoprire che non ha sesso (un androgino?), forse un lavoro ben fatto, lungo gli anni, porta a una maturità che prescinde dalla distinzione di genere? :) quante domande...
06/01/2013 07:17
Post: 1.329
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Re:
Francesca.De Logu, 05/01/2013 22:05:

Ciao a tutti, sono appena arrivata sul forum e bazzicavo intorno per dare un'occhiata... Mi piace questa conversazione perchè proprio in questi giorni mi interrogavo sullo scrivere "maschile" o "femminile"...
Ho appena finito di leggere "Nei mari estremi" di Lalla Romano, e lei mi sembra così spietatamente meravigliosa, asciutta come immagino dovrebbe essere una scrittura maschile. Quasi "scientifica". Poi penso alla dolcezza di Hesse, magari... E quindi, qual è la distinzione da fare? forse nessuna... Forse si parte da quel punto remoto che prelude alla creazione pura per scoprire che non ha sesso (un androgino?), forse un lavoro ben fatto, lungo gli anni, porta a una maturità che prescinde dalla distinzione di genere? :) quante domande...



Sì, ecco... la bella scrittura non ha sesso, e non ha bisogno di averlo...
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Non è che quando sbatti la porta poi te ne innamori...
06/01/2013 10:55
Francesca.De Logu
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Ecco, infatti. E poi la donna, come in tanti altri ambiti, è stata "ascoltata" da un tempo relativamente breve. Forse nei secoli ha covato in sè una maniera diversa, quella che nasce dal silenzio e dalla chiusura "forzata". Ma senza mai generalizzare. In ogni caso, un libro scritto bene resta un libro scritto bene...
06/01/2013 15:24
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Re:
Francesca.De Logu, 06/01/2013 10:55:

Ecco, infatti. E poi la donna, come in tanti altri ambiti, è stata "ascoltata" da un tempo relativamente breve. Forse nei secoli ha covato in sè una maniera diversa, quella che nasce dal silenzio e dalla chiusura "forzata". Ma senza mai generalizzare. In ogni caso, un libro scritto bene resta un libro scritto bene...



ma infatti non parlavamo di scrittura in senso lato, ma di generi più nelle corde di un sesso piuttosto che dell'altro, mi sembra che nel noir le donne non eccellano in maniera particolare
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06/01/2013 16:24
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Vorrei portare alla vostra attenzione la scrittura di Agosta Kristof, una donna che mantiene uno sguardo non freddo, ma gelido, non distaccato, ma alieno sulle brutture umane. Non sono d'accordo con Cattleja per quanto riguarda i limiti del noir femminile. E vi assicuro che Sara Bilotti, di cui ho citato la risposta, stordisce il lettore con uno sguardo sul male che ritengo assolutamente originale. [SM=g7340]
06/01/2013 17:20
Sì, chiedo scusa, mi sono infilata nella discussione portando una riflessione mia generale, di questi giorni, senza entrare nello specifico delle vostre argomentazioni. Immagino che sì, si possa parlare di generi letterari che meglio si adattano al sesso di chi racconta, con le dovute eccezioni, per fortuna. Spesso mi chiedo come sarebbe stato il mondo se le donne fossero state dominanti dagli albori, e come si sarebbe sviluppato il discorso culturale in generale. Perchè infine ho l'impressione che la donna stia recuperando da pochissimo la propria "modalità autentica", che ancora ci sia tanto da scoprire nel femminile che ritrova ed espone se stesso. Forse avremo anni sempre più fertili in questo senso, lo spero...
Salve Laura, grazie per l'indicazione :)
06/01/2013 17:36
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Re:
LauraZGCostantini, 06/01/2013 16:24:

Vorrei portare alla vostra attenzione la scrittura di Agosta Kristof, una donna che mantiene uno sguardo non freddo, ma gelido, non distaccato, ma alieno sulle brutture umane. Non sono d'accordo con Cattleja per quanto riguarda i limiti del noir femminile. E vi assicuro che Sara Bilotti, di cui ho citato la risposta, stordisce il lettore con uno sguardo sul male che ritengo assolutamente originale. [SM=g7340]



non ho in mente tutto questo campionario femminile sul genere, ma va detto anche che io non ne sono una grande appassionata, anzi direi quasi che lo snobbo abbastanza
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