LVB, 05/05/2012 08.31:
verissime le vostre osservazioni, però ho avuto modo di notare un grosso "ridimensionamento" in me stessa col passare del tempo. se prima, da ragazzina, ambientavo le mie storie in uno spazio indecifrato in stile film hollywoodiano, crescendo sono tornata nello stivale e addirittura vado inventando storie sulla mia città o sui paesini limitrofi! credo ci sia anche la normale crescita umana dietro tutto questo, anche per evitare di fingersi cittadini di luoghi di cui non siamo davvero impregnati, perché chi invece ne è impregnato se ne accorge secondo me (questo ovviamente solo riguardo alle storie che esigono concretezza...)
Credo che raccontare un luogo sia come raccontare un'abitazione: parti dalla tua, poi sposti le stanze, cambi l'arredo, apri e chiudi finestre su palazzi o prati verdi, a seconda della necessità.
Ma prima devi conoscere bene casa tua, saperla descrivere.
Quindi conosci la tua terra, impara a descriverne le bellezze, gli angoli romantici e quelli tenebrosi, a quel punto potrai usare le poche informazioni che trovi nel web per vivere una storia con i tuoi personaggi a Londra.
E certo, questo secondo me vale anche per i personaggi: se non conoscei te stesso, non puoi far conoscere i tuoi personaggi... ovvio che tra il dire e il fare, c'è di mezzo il mare, ma da noi in Sardegna, dire che c'è di mezzo il mare, è come dire che siamo su un'isola: scontato...
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Non è che quando sbatti la porta poi te ne innamori...