30/04/2012 15:03 |
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| | | Post: 10 | Registrato il: 27/04/2012
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Una delle peggiori tentazioni per gli scrittori che si sentono provinciali e hanno un complesso di inferiorità, è quello di trasferire le trame dei loro romanzi all'estero: magari in Afghanistan, magari nella Grande Mela. I risultari, quasi sempre, sono pessimi: perchè i luoghi comuni stanno lì come tante bucce di banane pronte a far scrivolare il temerario romanziere. - cosi' Giorgio Montefoschi in prima pagina del Corriere edizione di Roma.
Che ne pensate? Laura Costantini
Giornalista, scrittrice, amante delle parole |
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30/04/2012 15:04 |
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| | | Post: 10 | Registrato il: 27/04/2012
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Io ne ho scritto qui:
lauraetlory.blogspot.it/2012/04/scrittrici-provinciali-e-con-evide...Laura Costantini
Giornalista, scrittrice, amante delle parole |
30/04/2012 15:38 |
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| | | Post: 811 | Registrato il: 28/10/2011
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Laura.Costantini, 30/04/2012 15.04:
Scrivo solo dei posti che conosco o che non esistono, per poter meglio padroneggiare gli sfondi... poi i punti di vista sono diversi... una spiaggia romantica, diventa una bolgia d'inferno... ------
Non è che quando sbatti la porta poi te ne innamori... |
30/04/2012 15:44 |
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| | | Post: 3.855 | Registrato il: 28/09/2006
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LFK, 30/04/2012 15.38:
Scrivo solo dei posti che conosco o che non esistono, per poter meglio padroneggiare gli sfondi... poi i punti di vista sono diversi... una spiaggia romantica, diventa una bolgia d'inferno...
però capisco anche l'ottimo esercizio di immaginare una dimensione e un ambiente completamente diverso dal consueto. Anche se, personalmente, sarà che son cresciuta con Cassola, Moravia e Bassani che parlavano dei paesi loro, oppure Landolfi, autore fantastico, che trasfigurava i suoi posti più familiari rendendoli quasi immaginari, non sono istintivamente attratta da luoghi troppo alieni.
Insomma, deve essere una fatica improba parlare del lontano. -------------------------------------------
http://digilander.libero.it/giomi.isabella/
http://blog.libero.it/tanysha/ |
30/04/2012 15:47 |
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cattleja, 30/04/2012 15.44:
però capisco anche l'ottimo esercizio di immaginare una dimensione e un ambiente completamente diverso dal consueto. Anche se, personalmente, sarà che son cresciuta con Cassola, Moravia e Bassani che parlavano dei paesi loro, oppure Landolfi, autore fantastico, che trasfigurava i suoi posti più familiari rendendoli quasi immaginari, non sono istintivamente attratta da luoghi troppo alieni.
Insomma, deve essere una fatica improba parlare del lontano.
Il problema è parlare del lontano conosciuto. Se ti ispiri a Bahia, puoi parlarne, ma chiamandola Nahia, se non la conosci bene... e andare di stereotipi fantasizzati... che termine è? ------
Non è che quando sbatti la porta poi te ne innamori... |
30/04/2012 15:59 |
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| | | Post: 11 | Registrato il: 27/04/2012
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E se invece non si concepisse nessun luogo come lontano e alieno? Se dopo aver viaggiato un pochino ci si sentisse vicini ai sentieri tra i templi del Nepal piuttosto che ai berberi nella notte del Sahara? Quali e quante fantasie ha saputo suscitare in intere generazioni Salgari? Non è Moravia, potreste rispondermi. E io replicherei: sì, ma ha fatto tanto per la letteratura, tanto quanto e forse più di Moravia. perché ha spinto la gente ad amare la lettura. Laura Costantini
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30/04/2012 16:15 |
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Laura.Costantini, 30/04/2012 15.59:
E se invece non si concepisse nessun luogo come lontano e alieno? Se dopo aver viaggiato un pochino ci si sentisse vicini ai sentieri tra i templi del Nepal piuttosto che ai berberi nella notte del Sahara? Quali e quante fantasie ha saputo suscitare in intere generazioni Salgari? Non è Moravia, potreste rispondermi. E io replicherei: sì, ma ha fatto tanto per la letteratura, tanto quanto e forse più di Moravia. perché ha spinto la gente ad amare la lettura.
se hai viaggiato e hai assorbito la mentalità di alcuni popoli posso capirlo, sei entrata nello spirito di una mentalità e ti viene facile scriverci su. Non siamo tutti come l'Ariosto che ha scritto l'Orlando furioso e tutto il resto restandosene a casa in pantofole. Se ci pensi un attimo però la letteratura russa è fatta di scrittura claustrofoba dove ci si contano i capelli e si fa la radiografia delle unghie. Non so, forse parliamo di generi di scrittura troppo diversi. Sarebbe come se ti chiedessi: ti piace più l'uva pizzutella o le melanzane alla parmigiana?
Istintivamente sono più attratta dalle storie circoscritte in ambienti familiari, ma può essere un mio problema. -------------------------------------------
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30/04/2012 19:03 |
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| | | Post: 2.517 | Registrato il: 08/03/2005
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E' la solita cazzata molto popolare fra alcuni 'addetti ai lavori' italiani.
Io penso sempre che Salgari non si è mai mosso dall'Italia. oddio, avrà anche scritto che c'era l'albero tale che in realtà in Malesia non attecchisce, ma mi smebrano le solite questioni di lana caprina.
In più, personalmente, aborro la roba ambientata nel mio quotidiano: quando leggo voglio evadere, se mi parlano dello stessa quotidianità da cui cerco di evadere, il libro se lo possono tenere.
Certo un minimo di documentazione una se la deve procurare, tanto per evitare di parlare di elefanti al central park. _________________________________
Tu deviens responsable pour toujours de ce que tu as apprivoisé
Il sito della Guida
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30/04/2012 20:05 |
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| | | Post: 284 | Registrato il: 05/06/2011
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Guida, 30/04/2012 19.03:
E' la solita cazzata molto popolare fra alcuni 'addetti ai lavori' italiani.
Io penso sempre che Salgari non si è mai mosso dall'Italia. oddio, avrà anche scritto che c'era l'albero tale che in realtà in Malesia non attecchisce, ma mi smebrano le solite questioni di lana caprina.
In più, personalmente, aborro la roba ambientata nel mio quotidiano: quando leggo voglio evadere, se mi parlano dello stessa quotidianità da cui cerco di evadere, il libro se lo possono tenere.
Certo un minimo di documentazione una se la deve procurare, tanto per evitare di parlare di elefanti al central park.
Straquoto o un autore di storie fantastiche o di fantasy rimarrebbe al palo, come già detto. Senza poi dimenticare che viviamo in un'epoca in cui è facile sapere tutto di tutto a volersi documentare. Libri, WEB, DVD e chi più ne ha, più ne metta.
___________________________________________________
Questa è la stampa, bellezza. E tu non ci puoi fare niente.
Stay hungry, stay foolish! |
30/04/2012 20:29 |
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Guida, 30/04/2012 19.03:
E' la solita cazzata molto popolare fra alcuni 'addetti ai lavori' italiani.
Io penso sempre che Salgari non si è mai mosso dall'Italia. oddio, avrà anche scritto che c'era l'albero tale che in realtà in Malesia non attecchisce, ma mi smebrano le solite questioni di lana caprina.
In più, personalmente, aborro la roba ambientata nel mio quotidiano: quando leggo voglio evadere, se mi parlano dello stessa quotidianità da cui cerco di evadere, il libro se lo possono tenere.
Certo un minimo di documentazione una se la deve procurare, tanto per evitare di parlare di elefanti al central park.
peccato che nei forum non ci sia il tasto "mi piace"!!! _________________________________
Ginger Rogers eseguiva tutti i passi di Fred Astaire, ma all'indietro e sui tacchi a spillo.
Remember, Ginger Rogers did everything Fred Astaire did, but she did it backwards and on high heels
(Faith Whittlesey) |
05/05/2012 08:31 |
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| | | Post: 467 | Registrato il: 06/11/2010
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verissime le vostre osservazioni, però ho avuto modo di notare un grosso "ridimensionamento" in me stessa col passare del tempo. se prima, da ragazzina, ambientavo le mie storie in uno spazio indecifrato in stile film hollywoodiano, crescendo sono tornata nello stivale e addirittura vado inventando storie sulla mia città o sui paesini limitrofi! credo ci sia anche la normale crescita umana dietro tutto questo, anche per evitare di fingersi cittadini di luoghi di cui non siamo davvero impregnati, perché chi invece ne è impregnato se ne accorge secondo me (questo ovviamente solo riguardo alle storie che esigono concretezza...) |
05/05/2012 08:51 |
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| | | Post: 877 | Registrato il: 28/10/2011
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LVB, 05/05/2012 08.31:
verissime le vostre osservazioni, però ho avuto modo di notare un grosso "ridimensionamento" in me stessa col passare del tempo. se prima, da ragazzina, ambientavo le mie storie in uno spazio indecifrato in stile film hollywoodiano, crescendo sono tornata nello stivale e addirittura vado inventando storie sulla mia città o sui paesini limitrofi! credo ci sia anche la normale crescita umana dietro tutto questo, anche per evitare di fingersi cittadini di luoghi di cui non siamo davvero impregnati, perché chi invece ne è impregnato se ne accorge secondo me (questo ovviamente solo riguardo alle storie che esigono concretezza...)
Credo che raccontare un luogo sia come raccontare un'abitazione: parti dalla tua, poi sposti le stanze, cambi l'arredo, apri e chiudi finestre su palazzi o prati verdi, a seconda della necessità.
Ma prima devi conoscere bene casa tua, saperla descrivere.
Quindi conosci la tua terra, impara a descriverne le bellezze, gli angoli romantici e quelli tenebrosi, a quel punto potrai usare le poche informazioni che trovi nel web per vivere una storia con i tuoi personaggi a Londra.
E certo, questo secondo me vale anche per i personaggi: se non conoscei te stesso, non puoi far conoscere i tuoi personaggi... ovvio che tra il dire e il fare, c'è di mezzo il mare, ma da noi in Sardegna, dire che c'è di mezzo il mare, è come dire che siamo su un'isola: scontato... ------
Non è che quando sbatti la porta poi te ne innamori... |
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